lunedì, Maggio 29, 2023
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Rapine violente in banca: vittime prese per i capelli e picchiate, arrestati 3 catanesi in trasferta

CATANIA – Nelle prime ore di oggi, nel corso di una vasta operazione, decine di carabinieri del Comando Provinciale di Lucca, con il determinante massivo supporto dei carabinieri di Catania, è stata data esecuzione nel capoluogo etneo all’ordinanza di custodia cautelare in carcere del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lucca, dott. Alessandro Trinci, emessa a carico di cinque pluripregiudicati residenti a Catania e provincia.

Il gip ha pienamente condiviso le richieste avanzate dal Procuratore della Repubblica di Lucca, dott. Pietro Suchan, e dal Sostituto Procuratore titolare delle indagini, dottoressa Lucia Rugani, che hanno ritenuto ampiamente riscontrate le risultanze investigative dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Lucca, dopo lunga e complessa attività dedicata.

Per tutti l’accusa è di rapina aggravata, in relazione a due rapine messe a segno il 30 aprile 2019 a Lunata di Capannori (LU), nella Cassa di Risparmio di Volterra, e il 5 luglio 2019, nella Monte Paschi di Siena di Marina di Massa (MS). In entrambi gli episodi, i malviventi, per farsi consegnare il denaro, minacciarono e colpirono ripetutamente con calci e pugni gli impiegati, tanto che uno di questi riportò lesioni guaribili in 8 giorni.

Le indagini condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Lucca, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, hanno consentito di accertare che i soggetti colpiti dalle misure restrittive, quasi tutti rapinatori seriali con numerosi precedenti alle spalle, avevano messo a punto un articolato disegno criminoso che prevedeva la commissione di numerose rapine nelle province dell’alta Toscana e in particolare in quelle di Lucca, Pisa e Massa, oltre che in Liguria, in provincia di La Spezia, riuscendo a portarne a termine due, appunto, nelle province di Lucca e Massa.

Gli arrestati, provenienti dalla Sicilia a bordo di automezzi non direttamente riconducibili agli stessi, utilizzavano come base d’appoggio un appartamento nel centro di Massa, che consentiva loro di muoversi agevolmente nell’area per effettuare i sopralluoghi agli obiettivi individuati e preparare nei minimi dettagli i colpi da realizzare successivamente.

Le misure cautelari, che hanno condotto in carcere i rapinatori seriali in trasferta, hanno consentito di interrompere un progetto criminoso che aveva già creato allarme sociale e altro ne avrebbe potuto ulteriormente provocare con evidenti riverberi negativi sulla percezione della sicurezza pubblica nelle aree interessate, tenuto conto che, solo tra i mesi di giugno e luglio appena trascorsi, il gruppo aveva effettuato una ventina di sopralluoghi ad altrettanti istituti di credito nelle citate province, tutti accuratamente documentati nel corso delle indagini.

La tecnica utilizzata era la più tradizionale, con soggetti che fungevano da “palo” e altri, travisati, che entravano all’interno degli istituti di credito armati di cutter o di un “piede di porco”, afferravano con violenza per il collo e per i capelli gli impiegati, strattonandoli e colpendoli con calci e pugni e li obbligavano a consegnare il denaro contante per oltre cinquemila euro in un caso e un centinaio nell’altro.

La visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza installati nelle banche, a presidio dei varchi di accesso delle numerose arterie stradali, le conseguenti attività tecniche sviluppate e i numerosi servizi di osservazione effettuati dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania, hanno permesso di ricostruire le azioni del gruppo criminale, stabilmente dedito alla commissione di rapine ai danni di istituti di credito, individuandone componenti ed esecutori materiali.

Il concreto e attuale pericolo di reiterazione dei reati ad opera di pluripregiudicati organizzati e specializzati nella commissione di reati contro il patrimonio e la persona hanno portato all’emissione da parte del giudice dei provvedimenti cautelari eseguiti oggi nei confronti dei catanesi: Giuseppe Cosentino, 57 anni; Giuseppe Iuppa, 47 anni; Glauco Cosentino, 26 anni (in basso da sinistra a destra).

Gli arrestati sono stati rinchiusi nel carcere della città etnea “dell’elefantino” a disposizione dell’autorità giudiziaria di Lucca che vede nel Procuratore Capo della Repubblica, dott. Pietro Suchan, e nel Sostituto Procuratore, dottoressa Lucia Rugani, i titolari dell’indagine.

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