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ATTUALITÀ

Droga ed estorsioni, ex collaboratori di giustizia tornano in pista: il summit e i dettagli dell’operazione Predominio – VIDEO

MESSINA – Nelle notte appena trascorsa, decine di operatori della polizia di Stato sono stati impegnati in un’ampia azione antimafia che ha portato all’arresto di 14 persone (FOTO e NOMI).

L’operazione, convenzionalmente denominata “Predominio”, rappresenta l’epilogo delle più recenti indagini condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, su una pericolosissima compagine delinquenziale mafiosa dedita all’estorsione e al traffico di sostanze stupefacenti e per lo più operante nel quartiere popolare cittadino di “Giostra”.

Le indagini hanno confermato – anche attraverso il collegamento investigativo tra diversi procedimenti penali – l’ipotesi di una riorganizzazione sul territorio di Messina di alcuni ex collaboratori di giustizia, i quali, non solo hanno ripristinato i contatti con la criminalità organizzata di provenienza, ma si muovevano in un’ottica di nuovo controllo del territorio in contrasto con i gruppi tradizionali.

Tra tali soggetti, particolare rilievo riveste la figura di Nicola Galletta, il quale, oltre ad avere formato un proprio gruppo di riferimento unitamente all’ex collaboratore Gaetano Barbera, avente le caratteristiche dell’associazione di stampo mafioso, nel quale rivestono un ruolo di primo piano anche gli ex collaboratori di giustizia Pasquale Pietropaolo e Salvatore Bonaffini, ha costituito, insieme ai predetti  Pietropaolo e Bonaffini, un fiorente sodalizio dedito al traffico di sostanze stupefacenti che, ancorché dotato di autonomia strutturale e organizzativa rispetto alla quasi speculare associazione mafiosa, svolge, in una prospettiva strategica unitaria, la funzione di finanziamento del complessivo progetto criminoso e di ausilio al consolidamento del controllo del territorio

Le investigazioni, avviate nel luglio 2018 e protrattesi sino al marzo del 2019, sono state sviluppate attraverso la combinazione di una serrata attività tecnica di intercettazione di comunicazioni telefoniche e ambientali, servizi tecnico-dinamici sul territorio, analisi di tabulati e riscontri ad alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia.

All’esito di tale complessa attività investigativa affiorava un quadro generale particolarmente allarmante, in quanto alcuni ex collaboratori di giustizia, tornati a dimorare in città, avendo ripristinato i legami con la criminalità organizzata di provenienza, si riorganizzavano nel territorio messinese con il chiaro intento di riaffermare una posizione di egemonia nel panorama criminale e ponendosi talvolta in contrasto con i gruppi tradizionali già operanti ovvero in rapporto con essi di vicendevole convenienza.

Gli approfondimenti investigativi, invero, traevano originaria genesi da tre gravi episodi delittuosi avvenuti in città ai danni dei componenti del nucleo familiare degli Arrigo: il primo avvenuto il 29 aprile 2016 e gli altri due, contemporaneamente, nella giornata del 25 gennaio 2017.

In seguito, traendo impulso dagli sviluppi delle indagini inizialmente condotte sugli agguati cui si è accennato, veniva in evidenza una quanto mai sospetta fitta rete di rapporti fra l’ex collaboratore di giustizia Nicola Galletta, Pasquale Pietropaolo e Salvatore Bonaffini, questi ultimi due anch’essi ex collaboratori di giustizia.

I predetti, ultimato il loro percorso di collaborazione con la giustizia, erano tornati in città, stabilendovi i propri interessi principali. Tra costoro e fin da subito, il Nicola Galletta assumeva un ruolo di preminenza, promuovendo, dirigendo e organizzando, unitamente al Barbera, una cellula criminale mafiosa, cui aderivano anche Vincenzo Barbera, Pietropaolo, Boinaffini e Cosimo Maceli.

Al fine di riaffermarsi nel panorama criminale messinese, il Galletta promuoveva incontri e riunioni. È in data 29 agosto 2018 che, in un locale di ristorazione del centro, si registrava un vero e proprio summit tra gli ex collaboratori e altri noti individui del contesto delinquenziale messinese.

Come anticipato, la generale azione della “nuova” cellula criminale mafiosa era proiettata verso la riconquista di un proprio spazio nella provincia messinese, imponendosi soprattutto attraverso l’estorsione e il traffico degli stupefacenti.

Il potenziale delinquenziale di questa nuova cellula, che faceva capo ai citati ex collaboratori, era comprovato dalla capacità di intimidire e imporre le proprie decisioni e dalla piena disponibilità di armi da parte di alcuni dei suoi componenti. Infatti, nel corso delle indagini, è risultato che Bonaffini e Gaetano Barbera detenevano, ognuno all’interno della propria abitazione, una pistola con relativo munizionamento.

Altre armi da fuoco – secondo le intercettazioni – risultavano nella disponibilità di Galletta, Maceli e Stracuzzi.

Quanto detto consente di avere contezza della capacità di intimidazione che era in grado di esprimere l’organismo criminale scoperto con le investigazioni. Nell’esercizio dell’azione di riconquista del territorio, attraverso danneggiamenti e atti intimidatori, può inquadrarsi una vicenda estorsiva che accadeva nel gennaio di quest’anno e in cui risultavano direttamente coinvolti Giuseppe Cutè, Galletta e G. Barbera.

Ai predetti era infatti attribuibile un’estorsione, aggravata dal metodo mafioso, commessa in danno del titolare di un’Associazione Sportiva Dilettantistica e Culturale messinese. Quest’ultimo era costretto a versare parte della propria liquidazione e minacciato affinché si dimettesse dalla carica ricoperta presso la citata Associazione Culturale.

Ma il core business dell’organizzazione malavitosa degli ex collaboratori di giustizia era rappresentato dal traffico delle sostanze stupefacenti.

Questo redditizio “settore” vedeva impegnati, in forma stabile e associata, Galletta, Bonaffini, Pietropaolo, Maceli e Orazio Bellissima. I componenti di detto nucleo criminale intrattenevano rapporti con singoli spacciatori, provvedendo a fornire loro la droga – cocaina e marijuana – da immettere sul mercato cittadino e soddisfare così le esigenze dei consumatori locali.

Numerosi erano gli episodi di cessione di stupefacenti accertati e documentati nel corso dell’indagine e attribuiti anche ad altri individui, colpiti anch’essi dalla misura cautelare. Quindi, a rispondere di spaccio di stupefacenti sono chiamati Alberto Alleruzzo, Michele Alleruzzo, Angelo Arrigo, Vincenzo Barbera, Stellario Brigandì, Giovanni Ieni.

Condividendo l’imponente quadro indiziario raccolto dagli investigatori della Squadra Mobile, la Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, nella persona dei Pubblici Ministeri titolari delle indagini, richiedeva e otteneva – dal competente giudice per le indagini preliminari – la misura cautelare del massimo rigore per 13 indagati e quella degli arresti domiciliari per il quattordicesimo.

Il provvedimento cautelare restrittivo della libertà personale emesso a carico di detti indagati dell’operazione, convenzionalmente denominata “Predominio”, è stato eseguito con rintraccio e traduzione in carcere nei confronti di (in basso da sinistra a destra):

  1. Alberto Alleruzzo, 38 anni;
  2. Michele Alleruzzo, 37 anni;
  3. Angelo Arrigo, 31 anni;
  4. Vincenzo Barbera, 51 anni;
  5. Orazio Bellissima, 61 anni;
  6. Stellario Brigandì, 52 anni;
  7. Nicola Galletta, 52 anni, già collaboratore di giustizia;
  8. Cosimo Maceli, 55 anni;
  9. Pasquale Pietropaolo, 50 anni, già collaboratore di giustizia;
  10. Antonino Stracuzzi, 45 anni, già collaboratore di giustizia;

Con notifica presso l’Istituto di Pena ove erano già ristretti per altra causa nei confronti di:

  1. Gaetano Barbera, 49 anni, già collaboratore di giustizia;
  2. Salvatore Bonaffini, 47 anni, già collaboratore di giustizia;
  3. Giuseppe Cutè, 39 anni;

Con rintraccio e sottoposizione agli arresti domiciliari per:

  1. Giovanni Ieni, 48 anni.

Per portare a termine l’azione di rintraccio e cattura dei destinatari del provvedimento restrittivo in parola, la Squadra Mobile si è avvalsa della collaborazione di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine della Sicilia Occidentale di Palermo, di personale della Polizia degli Istituti di Pena ove si trovavano già ristretti alcuni soggetti e delle Squadre Mobili di Catania e Pescara.

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Anci Sicilia: dal 2019 al 2023 la popolazione è diminuita del 1,93%. Registrato un andamento negativo di oltre 94mila abitanti

In Sicilia, dal 2019 al 2023, la popolazione è diminuita dell’1,93%.

I numeri evidenziano un andamento negativo di oltre 94 mila abitanti

Le uniche province in controtendenza sono Catania, dove lo spopolamento è dello 0,26% (-2.836 abitanti) e Ragusa, dove invece la popolazione aumenta dello 0,71% (+2.229).

Il dato è emerso nel corso del convegno organizzato da Anci Sicilia che si svolge oggi a San Marco D’Alunzio, in provincia di Messina.

La maglia nera della crisi demografica spetta al territorio di Enna, (-4,58%, -7.431 abitanti). Seguono Caltanissetta (-3,91%, -10.155), Agrigento (-3,46%, -14.826), Messina (-3%, -18.533), Palermo (-2,23%, -27.413), Trapani (-2,13, -9.033), Siracusa (-1,67%, -6.530).

Tra i capoluoghi di provincia, a soffrire di più dello spopolamento è Trapani, con -15,80%, -10.473. Seguono Enna che segna una perdita del 4,46%, -1.193 abitanti, Agrigento (-4,36%, -2.538), Messina (-4,31, -9.823), Caltanissetta (-3,90, -2.391), Palermo (-3,10%, 20.221), Siracusa (-2,57%, -3.075): in controtendenza Catania che cresce, dove la popolazione cresce dello 0,66% (+1.978) e Ragusa con +2,95% (+2.102 abitanti).

“Purtroppo – dice il segretario generale di Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano- lo spopolamento non riguarda solo le aree interne o montane. Non è una questione limitata. In tutte le province i dati precisano che, tranne a Ragusa e Catania, negli ultimi 5 anni la popolazione dell’Isola ha subito un preoccupante decremento. Credo che nell’agenda politica il problema sia entrato solo a livello superficiale senza una reale volontà di risolverlo.

Come sarà la Sicilia nei prossimi anni è un argomento che bisogna affrontare ogni giorno. Sulla base del censimento chiuso al 31 dicembre 2022, la popolazione siciliana risulta ammontare a 4.814.016 residenti. Un dato in calo dello 0,4% rispetto all’anno precedente. A questo si aggiunge la crisi finanziaria che colpisce i comuni da anni e che Anci Sicilia non smette di denunciare: allo stato attuale abbiamo 70 comuni in dissesto, 43 comuni in piano di riequilibrio”.

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“La comunicazione nei pubblici esercizi – Gli esercizi pubblici nella comunicazione”

CATANIA – Il fenomeno sempre più diffuso delle recensioni sul web, che possono danneggiare i ristoratori e al tempo stesso confondere i clienti, sarà uno dei temi al centro del convegno organizzato da Fipe Confcommercio Catania dal titolo “La comunicazione nei pubblici esercizi – Gli esercizi pubblici nella comunicazione”, in programma giovedì 16 maggio alle 10 nel salone della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia (via Cappuccini 2, Catania).

Nell’occasione la Fipe – Federazione dei pubblici esercizi etnei presenterà anche la seconda edizione della Giornata della Ristorazione, in programma sabato 18 maggio. L’iniziativa, che ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica per il suo alto valore e che coinvolgerà migliaia di esercizi commerciali, con il patrocinio dei ministeri delle Imprese e del Made in Italy, degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e del Turismo, consentirà anche di sostenere e avviare mense di comunità della Caritas diocesana su tutto il territorio nazionale.

All’evento, moderato dal giornalista dell’Adnkronos Francesco Bianco, prenderà parte insieme al presidente di Confcommercio Catania, Pietro Agen e al presidente di Fipe Confcommercio Catania, Dario Pistorio, anche il sindaco di Catania Enrico Trantino.

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“Caravaggio: la verità della luce”. Tornano a Catania le opere di Caravaggio

CATANIA – Dal 1 giugno al 6 ottobre 2024, tornano a Catania, le opere di Michelangelo Merisi, meglio noto come Caravaggio.

La mostra “Caravaggio: la verità della luce”, vuole portare un contributo di conoscenza ad un periodo fondamentale dell’arte europea, dalla fine del cinquecento, alla prima metà del seicento, intrecciandosi, con quella che viene comunemente definita, età barocca.

Davanti alle opere di Caravaggio, i visitatori, per magia, faranno un viaggio, che arriva fino all’anima. Soggetti emergono dal nero, attraversando l’arte, riportandola alla luce. “Caravaggio: la verità della luce”, è un viaggio nella conoscenza della vita e della morte, giochi di luci ed ombre, come nell’alba e nel tramonto.

L’evento straordinario, co-organizzato dall’Associazione MetaMorfosi e dal Comune di Catania, sarà presentato ufficialmente, in Conferenza Stampa, giovedì 16 maggio 2024, alle ore 11, presso la Sala Giunta del Palazzo degli Elefanti a Catania, in presenza del sindaco avv. Enrico Trantino e del Presidente di MetaMorfosi on. Pietro Folena

Forse non tutti sanno che, nella sua breve, ma tormentata vita, Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come Caravaggio, ha trascorso un intenso periodo in Sicilia

La mostra sarà visitabile, solo per la stampa, venerdì 31 maggio alle ore 11. L’inaugurazione, invece, è in programma, sempre venerdì 31, alle ore 19, presso la Pinacoteca ex Monastero Santa Chiara, via Castello Ursino, 10, Catania. Per l’occasione, sarà inaugurata, dopo il suo recupero architettonico, anche la Pinacoteca, luogo noto a tutti i catanesi, perché c’era l’anagrafe, archivio storico, della città etnea.

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