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ATTUALITÀ

Catania: gastronomie aperte nonostante il divieto. Scatta la chiusura

polizia

CATANIA – Il Questore di Catania Mario Della Cioppa, a seguito dell’esito dei controlli effettuati nei giorni scorsi dalla Squadra Amministrativa della Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale, ha adottato un provvedimento di chiusura, per la durata di 7 giorni, nei confronti del titolare della gastronomia di pesce e frutti di mare situata nella zona del lungomare Ognina.

La norma applicata dall’Autorità di Pubblica Sicurezza è l’ormai noto art. 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza che tutela l’ordine e la sicurezza pubblici, fornendo un valido strumento all’Autorità che è chiamata a difendere l’incolumità dei cittadini e a garantirne i diritti.

Il negozio oggetto del provvedimento era stato trovato aperto – nonostante la vigenza del D.P.C.M. che, per la nota emergenza sanitaria, aveva disposto la sospensione assoluta dell’esercizio di determinate categorie merceologiche tra cui proprio le gastronomie con vendita diretta al pubblico – dagli agenti della Polizia di Stato i quali, peraltro, hanno preso nota del fitto gruppo di persone in attesa davanti al negozio, senza che venisse adottata alcuna precauzione per evitare il possibile contagio.

Un focolaio d’infezione estemporaneo ma micidiale, nel caso in cui il virus del COVID-19 si fosse insinuato nell’organismo di qualcuno dei clienti, trasformandoli, così, in involontari vettori della malattia.

Seppure abituati all’applicazione dell’istituto dell’art. 100 nei casi in cui si accertino condizioni di pericolosità per la cittadinanza dovute a situazioni di deriva delinquenziale e/o di turbativa per il sereno vivere civile, in questo particolare momento storico, in cui il nemico da sconfiggere teme più il rispetto della legge e dei provvedimenti dell’Autorità, esso trova una nuova declinazione, pur mantenendo il fine per il quale è stato previsto. La condotta dell’esercente che ha mantenuto aperto il negozio, infatti, sostanzia la fattispecie criminale individuata dall’art. 650 del Codice penale, laddove l’imposizione di non aprire al pubblico è resa obbligatoria dalla necessità di combattere la pandemia e, in estrema sintesi, di evitare che altre persone si ammalino e che possano correre il rischio di morire.

Il provvedimento adottato dal Questore, quindi, è volto a garantire la sicurezza e l’incolumità dei cittadini, persino di coloro che si sono incautamente (e illegalmente) presentati all’acquisto, pur consci del pericolo che stavano correndo essi stessi e tutti coloro che li circondano giornalmente, compresi i familiari.

Oggi più che mai, appare evidente che la sfida e lo spregio alle leggi dello Stato rappresentano un pericolo per tutti, un danno anche – anzi, soprattutto – per chi si cimenta in queste insensate avventure che rischia la propria salute e quella dei propri cari per un piatto di cozze.

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ATTUALITÀ

Anci Sicilia: dal 2019 al 2023 la popolazione è diminuita del 1,93%. Registrato un andamento negativo di oltre 94mila abitanti

In Sicilia, dal 2019 al 2023, la popolazione è diminuita dell’1,93%.

I numeri evidenziano un andamento negativo di oltre 94 mila abitanti

Le uniche province in controtendenza sono Catania, dove lo spopolamento è dello 0,26% (-2.836 abitanti) e Ragusa, dove invece la popolazione aumenta dello 0,71% (+2.229).

Il dato è emerso nel corso del convegno organizzato da Anci Sicilia che si svolge oggi a San Marco D’Alunzio, in provincia di Messina.

La maglia nera della crisi demografica spetta al territorio di Enna, (-4,58%, -7.431 abitanti). Seguono Caltanissetta (-3,91%, -10.155), Agrigento (-3,46%, -14.826), Messina (-3%, -18.533), Palermo (-2,23%, -27.413), Trapani (-2,13, -9.033), Siracusa (-1,67%, -6.530).

Tra i capoluoghi di provincia, a soffrire di più dello spopolamento è Trapani, con -15,80%, -10.473. Seguono Enna che segna una perdita del 4,46%, -1.193 abitanti, Agrigento (-4,36%, -2.538), Messina (-4,31, -9.823), Caltanissetta (-3,90, -2.391), Palermo (-3,10%, 20.221), Siracusa (-2,57%, -3.075): in controtendenza Catania che cresce, dove la popolazione cresce dello 0,66% (+1.978) e Ragusa con +2,95% (+2.102 abitanti).

“Purtroppo – dice il segretario generale di Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano- lo spopolamento non riguarda solo le aree interne o montane. Non è una questione limitata. In tutte le province i dati precisano che, tranne a Ragusa e Catania, negli ultimi 5 anni la popolazione dell’Isola ha subito un preoccupante decremento. Credo che nell’agenda politica il problema sia entrato solo a livello superficiale senza una reale volontà di risolverlo.

Come sarà la Sicilia nei prossimi anni è un argomento che bisogna affrontare ogni giorno. Sulla base del censimento chiuso al 31 dicembre 2022, la popolazione siciliana risulta ammontare a 4.814.016 residenti. Un dato in calo dello 0,4% rispetto all’anno precedente. A questo si aggiunge la crisi finanziaria che colpisce i comuni da anni e che Anci Sicilia non smette di denunciare: allo stato attuale abbiamo 70 comuni in dissesto, 43 comuni in piano di riequilibrio”.

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“La comunicazione nei pubblici esercizi – Gli esercizi pubblici nella comunicazione”

CATANIA – Il fenomeno sempre più diffuso delle recensioni sul web, che possono danneggiare i ristoratori e al tempo stesso confondere i clienti, sarà uno dei temi al centro del convegno organizzato da Fipe Confcommercio Catania dal titolo “La comunicazione nei pubblici esercizi – Gli esercizi pubblici nella comunicazione”, in programma giovedì 16 maggio alle 10 nel salone della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia (via Cappuccini 2, Catania).

Nell’occasione la Fipe – Federazione dei pubblici esercizi etnei presenterà anche la seconda edizione della Giornata della Ristorazione, in programma sabato 18 maggio. L’iniziativa, che ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica per il suo alto valore e che coinvolgerà migliaia di esercizi commerciali, con il patrocinio dei ministeri delle Imprese e del Made in Italy, degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e del Turismo, consentirà anche di sostenere e avviare mense di comunità della Caritas diocesana su tutto il territorio nazionale.

All’evento, moderato dal giornalista dell’Adnkronos Francesco Bianco, prenderà parte insieme al presidente di Confcommercio Catania, Pietro Agen e al presidente di Fipe Confcommercio Catania, Dario Pistorio, anche il sindaco di Catania Enrico Trantino.

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“Caravaggio: la verità della luce”. Tornano a Catania le opere di Caravaggio

CATANIA – Dal 1 giugno al 6 ottobre 2024, tornano a Catania, le opere di Michelangelo Merisi, meglio noto come Caravaggio.

La mostra “Caravaggio: la verità della luce”, vuole portare un contributo di conoscenza ad un periodo fondamentale dell’arte europea, dalla fine del cinquecento, alla prima metà del seicento, intrecciandosi, con quella che viene comunemente definita, età barocca.

Davanti alle opere di Caravaggio, i visitatori, per magia, faranno un viaggio, che arriva fino all’anima. Soggetti emergono dal nero, attraversando l’arte, riportandola alla luce. “Caravaggio: la verità della luce”, è un viaggio nella conoscenza della vita e della morte, giochi di luci ed ombre, come nell’alba e nel tramonto.

L’evento straordinario, co-organizzato dall’Associazione MetaMorfosi e dal Comune di Catania, sarà presentato ufficialmente, in Conferenza Stampa, giovedì 16 maggio 2024, alle ore 11, presso la Sala Giunta del Palazzo degli Elefanti a Catania, in presenza del sindaco avv. Enrico Trantino e del Presidente di MetaMorfosi on. Pietro Folena

Forse non tutti sanno che, nella sua breve, ma tormentata vita, Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come Caravaggio, ha trascorso un intenso periodo in Sicilia

La mostra sarà visitabile, solo per la stampa, venerdì 31 maggio alle ore 11. L’inaugurazione, invece, è in programma, sempre venerdì 31, alle ore 19, presso la Pinacoteca ex Monastero Santa Chiara, via Castello Ursino, 10, Catania. Per l’occasione, sarà inaugurata, dopo il suo recupero architettonico, anche la Pinacoteca, luogo noto a tutti i catanesi, perché c’era l’anagrafe, archivio storico, della città etnea.

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