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ATTUALITÀ

Catania, sgominata gang di rapinatori violenti: tra gli arrestati due fratelli

Su delega della Procura della Repubblica di Catania, i Carabinieri della Compagnia di Gravina di Catania hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale etneo nei confronti di tre pregiudicati catanesi, due fratelli di 20 e 26 anni e il terzo di anni 20, in ordine al reato di  rapina aggravata in concorso.

L’attività d’indagine, coordinata dai magistrati della Procura etnea, è stata svolta dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Gravina di Catania da dicembre 2020 a marzo 2021, e ha consentito di individuare il gruppo criminale, composto da 5 elementi (3 arrestati e 2 denunciati, tra i quali una donna) autori di cinque efferate rapine consumate a cavallo tra il dicembre 2020 e il gennaio 2021 a Catania e nei paesi etnei, mediante l’utilizzo di pistole e coltelli, nonché di veicoli noleggiati con targhe contraffatte.

Le rapine, due perpetrate a Gravina di Catania e Mascalucia ai danni di ricevitorie-tabacchi,  due nel capoluogo etneo commesse ai danni di un noto supermercato e una tentata in una farmacia, hanno fruttato agli indagati, nel giro di pochi giorni, la cifra di oltre 5.500 euro.

Le modalità con cui venivano perpetrati gli assalti avevano creato allarme sociale, alla luce della estrema violenza utilizzata dagli indagati, come nel caso delle numerose ferite da taglio procurate al proprietario di una delle tabaccherie prese d’assalto.

Il certosino lavoro degli investigatori, reso agevole anche dalla profonda conoscenza del territorio, si è estrinsecato nella analisi di svariate ore di filmati acquisiti dai sistemi di sorveglianza attivi nelle zone teatro delle rapine e, principalmente, nei diversi percorsi di fuga utilizzati dai criminali, grazie ai quali si è riusciti a risalire ai veicoli utilizzati e ai personaggi che li avevano noleggiati, e da lì comparare le foto pubblicate dai sospettati sui loro profili  social con i fotogrammi estrapolati dalle riprese.

Come esempio si riporta il confronto tra una maglia indossata da uno dei rapinatori durante l’assalto ad una tabaccheria, dove è ben distinguibile la scritta “NARCOS”, identica per foggia e colore a quella sequestrata in casa del medesimo soggetto.

I tre malviventi destinatari della misura cautelare sono stati rinchiusi in carcere.

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Pozzillo: domenica 15 dicembre l’intitolazione della piazza antistante la chiesa a Monsignor Giuseppe Borzì

La comunità della frazione acese di Pozzillo, a vent’anni dalla morte di mons. Giuseppe Borzì, celebra domenica 15 dicembre, alle ore 17, l’intitolazione della piazza antistante la chiesa alla figura di questo amato sacerdote. A seguire si terrà la celebrazione eucaristica.

Saranno presenti le autorità civili e religiose: l’attuale parroco di Pozzillo don Andrea Grassoil prefetto Maria Carmela Librizzi, il luogotenente Massimo Pica, comandante della Stazione CC Guardia Mangano, l’On. Nicola D’Agostino, il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo ed il presidente del Consiglio comunale Michele Greco.

Parroco dal 1954 al 2005, è stato per cinquant’anni testimonianza silenziosa, umile e preziosa di impegno apostolico, avendo cura anche della chiesa facendo realizzare le vetrate artistiche in occasione del Giubileo del 2000.

Presbitero di profonda spiritualità, grande umanità e carità è stato una guida solida per la comunità. Ha accompagnato cammini vocazionali, sia negli anni iniziali del suo ministero nella diocesi di Noto, sia, in seguito, nella diocesi acese.

Aveva il dono di indirizzare i suoi figli spirituali verso la propria vocazione. Una grande rete di preghiera sosteneva il suo Ministero e tutti coloro che a lui si affidavano.

Risuonano ancor’oggi le sue parole: “Gesù, in Voi confido, di Voi mi fido, a Voi mi affido, “a Voi li affido”, di Voi son sicuro, in Voi riposo”. Ogni giorno, infatti nella Santa Messa quotidiana, mons. Borzì invitava a pregare per gli ammalati e per coloro che si trovavano in difficoltà.

Don Andrea Grasso così si esprime: “Mons. Borzì ha dispensato Parola di Dio e Sacramenti. È stato di conforto e aiuto tangibile. Ha messo al centro della sua vita l’amore al Cuore di Gesù, a Maria Santissima e alla Santa Patrona pozzillese Margherita. Siamo certi che mons. Borzì continua a pregare e a vegliare sulla sua Pozzillo”.

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La Sicilia vince l’Oscar del turismo 2024 – MHR Awards come migliore destinazione d’Italia

La Sicilia si aggiudica il premio “Oscar del Turismo 2024 – MHR Awards” quale migliore destinazione turistica d’Italia. Ieri sera a Roma, nel corso di un evento, la consegna del premio ideato da “MHR”, network del settore hospitality e travel. Durante la serata sono stati consegnati quindici premi a protagonisti italiani del settore che si sono distinti in termini di performance, qualità, innovazione e sostenibilità. «Con grande orgoglio – dice l’assessore regionale al Turismo, Elvira Amata – riceviamo questo prestigioso riconoscimento, che conferma non soltanto il valore straordinario e attrattivo della nostra Isola sotto ogni profilo, ma anche il costante impegno del mio assessorato e dell’intero governo regionale volto a rafforzare, giorno dopo giorno, il nostro ricco patrimonio. Faremo tesoro del riconoscimento utilizzandolo come fonte d’ispirazione per guidare le nostre future iniziative. L’entusiasmo, la motivazione e l’orgoglio che ne derivano rafforzeranno il nostro impegno a valorizzare tutto ciò che la Sicilia può offrire. Sarà un’ulteriore occasione per incrementare significativamente il flusso di turisti già fortemente in crescita anche nei periodi di bassa stagione».

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Comuni Siciliani, mancati incassi del 2023 per un miliardo di euro: la Corte dei Conti lancia l’allarme

Il cuore della crisi finanziaria” dei Comuni in Sicilia sta nel pessimo rapporto tra accertamenti e riscossioni, con mancati incassi, solo nel 2023, di quasi un miliardo di euro.

E’ quanto emerge dall’indagine-referto sulla finanza locale siciliana 2024 condotta dalla sezione di controllo della Corte dei conti per la Regione siciliana.

I giudici contabili hanno analizzato le informazioni caricate nella banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap) della Ragioneria generale dello Stato da 300 Comuni, gli altri 91 risultano inadempienti.

Per quanto concerne le entrate calcolate al netto dei fondi perequativi, “i comuni siciliani registrano accertamenti in crescita da 533 euro pro capite nel 2021 a 556 euro pro capite nel 2022, collocandosi poco al di sotto della media nazionale – pari a 591 euro – con un tasso di crescita nel biennio del 4,3%”.

“Il punto gravemente critico si riscontra sul fronte delle riscossioni, che pur crescendo del 4,9% tra il 2021 e il 2022, restano tra le peggiori a livello nazionale, passando da 298 euro pro capite a 312 – scrive la Corte dei conti – Si determina un gap tra accertamenti e riscossioni che sale da 235 a 244 euro pro capite, molto superiore alla media nazionale di 158 e 159 euro pro capite. La Sicilia risulta, dopo il Lazio, la regione con il rapporto peggiore tra accertamenti e riscossioni per i comuni indagati nel vasto campione della Sezione delle autonomie (pari a oltre il 95% degli enti)”. Nel 2023, segnalano i giudici contabili, si è determinato “un divario tra accertamenti e riscossioni pari a 966 milioni di mancato incasso, se i comuni siciliani raggiungessero la percentuale nazionale media di riscossione, potrebbero contare ogni anno su oltre 400 milioni di entrate in più”.

Per la Corte dei conti “basta questo dato per comprendere come questo aspetto sia il cuore della crisi finanziaria degli enti locali siciliani e che ogni energia organizzativa, programmatoria, gestionale dovrebbe essere mirata all’obiettivo di far fronte a questo inammissibile divario”. Per i giudici “ogni sforzo dovrebbe essere rivolto a rendere effettiva la disponibilità di risorse che sono proprie degli enti, e che spettano loro ai sensi dell’articolo 119, commi primo secondo e quarto, della Costituzione”. “Tutte le altre strade per ottenere ristoro alla situazione di tensione finanziaria sono complementari a questa, che è la strada maestra”, avverte la Corte dei conti.

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