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CRONACA

Catania: arrestato un uomo di nazionalità rumena per furto aggravato ed evasione

CATANIA – Personale delle Volanti è intervenuto presso un locale sito in Via Conte Ruggero poiché al suo interno alcuni dipendenti avevano bloccato un soggetto intento a rubare.

Sul posto gli Agenti hanno preso in custodia l’uomo, un pregiudicato di nazionalità rumena, il quale, approfittando della momentanea assenza dei dipendenti, era entrato nel locale riuscendo ad asportare quattro palmari, nascondendoli all’interno di un borsone.

Il soggetto, subito dopo, era entrato nuovamente nel locale e, munito di un cacciavite, aveva tentato di forzare la cassa, venendo però bloccato dai dipendenti.

Gli agenti hanno accompagnato l’uomo in Questura e, al termine degli accertamenti, hanno accertato che lo stesso era l’autore, insieme a un complice, di una serie di furti perpetrati nei giorni scorsi in attività commerciali del centro storico, per i quali era già stato arrestato e sottoposto ai domiciliari nel Comune di Gela.

Già in passato, inoltre, l’uomo era stato allontanato da Catania con foglio di via emesso dal Questore e divieto di ritorno nel capoluogo etneo per 3 anni.

Il soggetto è stato nuovamente arrestato per i reati di furto aggravato ed evasione, oltre che denunciato in stato di libertà per i reati di ricettazione e per aver violato il divieto di ritorno nel Comune di Catania.

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CRONACA

Giarre, operazione “Tigre Reale”: smantellata redditizia piazza di spaccio a conduzione familiare

Alle prime ore di questa mattina, su delega di questa Procura Distrettuale della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, oltre 50 militari del Comando Compagnia Carabinieri di Giarre, supportati dai reparti specializzati dell’Arma (Aliquota Primo Intervento del Nucleo Radiomobile Carabinieri di Catania e del Nucleo Cinofili) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania, nei confronti di 4 soggetti indagati, a vario titolo, per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, nonché per acquisto e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. A corollario dell’attività, saranno inoltre notificati gli avvisi di conclusione indagini preliminari ad altri 20 soggetti nei confronti dei quali, pur essendo stata riconosciuta la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, non sono state emesse misure cautelari personali per assenza di esigenze cautelari. Questi ultimi sarebbero stati inseriti nel medesimo contesto associativo criminale e partecipi di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.

L’operazione denominata “Tigre reale” coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia e dalla Stazione di Giarre, da settembre 2019 a giugno 2021, si è sviluppata sia mediante tipologie d’indagine tradizionali, come i servizi di osservazione e pedinamento, sia attraverso un’attività tecnica di intercettazione, che ha consentito numerosi riscontri oggettivi quali arresti in flagranza di reato, controllo degli acquirenti, sequestri di droga e denaro.  

Secondo l’impostazione accusatoria, accolta dal Gip, allo stato degli atti con riguardo alla fase processuale che non ha ancora consentito l’instaurazione del contraddittorio tra le parti, le investigazioni avrebbero consentito di disarticolare un gruppo criminale dedito alla gestione di una redditizia piazza di spaccio nel quartiere “Jungo” di Giarre.

Al vertice dell’associazione criminale, vi sarebbero stati i pluripregiudicati VISCUSO Maurizio e SCIACCA Stefano Mario, quest’ultimo incaricato anche di essere il  “cassiere” dei proventi illeciti, che avrebbero messo in piedi un vero e proprio “supermarket” della droga, fonte giorno e notte di approvvigionamento di cocaina e marijuana, protetto da “misure di sicurezza” volte a prevenire o eludere eventuali blitz delle Forze dell’Ordine, quali l’installazione di telecamere e la “fortificazione” della piazza con cancelli, grate in ferro e porte blindate.

Una fiorente attività criminale gestita a conduzione familiare. L’indagine avrebbe infatti consentito di accertare la partecipazione all’organizzazione di spaccio anche dei figli di VISCUSO Maurizio, tali VISCUSO Salvatore e Giuseppe, e della moglie ARCIDIACONO Rosa, la quale si sarebbe occupata di diffondere le direttive del marito agli altri appartenenti al gruppo. Nello specifico, l’indagine avrebbe appunto consentito di far luce sui ruoli dei due fratelli, il minore VISCUSO Giuseppe, che si sarebbe occupato dell’attività di spaccio e del recupero crediti relativo ad alcune consegne di stupefacente, e il maggiore VISCUSO Salvatore, che avrebbe avuto una funzione di alter ego del padre Maurizio, accompagnandolo nelle trasferte per il carico dello stupefacente sia nel territorio giarrese che nel capoluogo catanese, nonché contrattando insieme a lui il prezzo del quantitativo di droga approvvigionato.

Il fratello più grande avrebbe comunque mantenuto un ruolo “operativo” nell’ambito dell’organizzazione, in quanto avrebbe provveduto in prima persona al confezionamento e allo spaccio delle singole dosi di cocaina, trattando in prima persona con gli acquirenti, con la prerogativa di poter applicare eventuali sconti. Anche lui, infine, si sarebbe occupato del recupero crediti inerente alle cessioni di grossi quantitativi di stupefacenti, secondo un modus operandi per il quale determinati “clienti” che godevano di una certa fiducia, avrebbero beneficiato della possibilità di non pagare la droga al momento dell’acquisto ma di estinguere il debito successivamente, in un momento pattuito con VISCUSO Salvatore.

La fitta rete di vedette sarebbe stata invece gestita direttamente dalla moglie del capo, ARCIDIACONO Rosa, che avrebbe fornito direttive ben specifiche su come effettuare l’attività di vigilanza e sulle precauzioni da adottare in caso di presenza delle forze dell’ordine. La donna si sarebbe occupata inoltre, in caso di momentanea assenza del marito e del figlio maggiore, di accogliere i corrieri e di ricevere la droga, provvedendo alla pesatura dello stupefacente, nonché aiutando nel successivo conteggio dei guadagni.

L’indagine avrebbe inoltre permesso di accertare il placet di cui avrebbe goduto la famiglia VISCUSO da parte de “clan Laudani” di Piedimonte, nello specifico da parte di Antonio DI MAURO – figlio di Paolo detto “u prufissuri” – responsabile dell’area di Giarre – con il quale VISCUSO Maurizio avrebbe avuto continui rapporti di frequentazione, arrivando a chiedere il suo intervento in occasione del suo ferimento dopo una lite per motivi estranei al mondo della droga. In un’altra occasione sarebbe stato lo stesso DI MAURO a chiedere a VISCUSO Maurizio di fare da tramite con un soggetto, noto spacciatore, verosimilmente per l’acquisto di una partita di sostanza stupefacente.

Un episodio emblematico del carattere verticistico dell’associazione e dell’impossibilità di mettere in discussione le direttive del promotore, sarebbe stato il brutale pestaggio, avvenuto nell’agosto 2020, ai danni di uno spacciatore al dettaglio, che dopo essersi rifornito presso l’emporio della droga dei VISCUSO, avrebbe osato mettere in discussione la qualità e la modalità di taglio dello stupefacente, pretendendo di partecipare alla preparazione della cocaina da vendere, al fine di accertarsi di non essere raggirato.

Nel corso delle attività d’indagine, quali riscontri, i Carabinieri hanno arrestato 10 pusher per “detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente”, hanno sequestrato oltre 1 kg di marijuana e 350 grammi di cocaina e la somma in contanti 1.000,00 € quale provento dell’attività di spaccio. Con particolare riferimento agli arresti, resi possibili dalla conoscenza delle dinamiche interne all’organizzazione fornita dalle intercettazioni, questi hanno interessato soggetti che facevano da “corrieri” per conto dei VISCUSO. In un caso, uno degli arrestati deteneva in casa 55 grammi di marijuana, mentre in un’altra circostanza, il soggetto monitorato dai Carabinieri è stato visto prendere qualcosa da un muretto a secco, nella via Ungaretti di Giarre, e sottoposto a perquisizione, è stato trovato in possesso di un involucro di 13 grammi di cocaina. In una terza occasione, un pusher accortosi di essere seguito dai Carabinieri, ha provato a liberarsi di due involucri, contenenti rispettivamente 55 e 56 grammi di cocaina, gettandoli a terra, ma è stato tempestivamente fermato dai Carabinieri ed arrestato.

Con l’odierna esecuzione delle ordinanze del GIP che ha disposto 4 misure di custodia cautelare in carcere, e con la successiva notifica della conclusione delle indagini preliminari nei confronti di altri 16 indagati, è stato inferto l’ennesimo colpo ad un gruppo criminale dedito alla gestione di una fiorente piazza di spaccio sita nel territorio di Giarre

PERSONE DESTINATARIE DELLA MISURA – CUSTODIA IN CARCERE:

  1. VISCUSO Maurizio, nato a Giarre il 31/01/1968 e ivi residente in corso delle Province n. 67, organizzatore e promotore dell’associazione;
  2. SCIACCA Stefano Mario, nato a Giarre il 30/01/1998, residente a Mascali in via Carlino n. 83, organizzatore e promotore;
  3. VISCUSO Giuseppe, nato a Giarre il 01/03/1994 e ivi residente in corso delle Province n. 67, partecipe;
  4. VISCUSO Salvatore, nato a Giarre il 31/07/1989, residente a Mascali in via San Giuseppe n. 129, partecipe.
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CRONACA

Bagheria, servizi di prevenzione e contrasto all’illegalità diffusa: arrestate quattro persone

I Carabinieri della Compagnia di Bagheria, nell’ambito dei costanti servizi di prevenzione e contrasto dell’illegalità diffusa, hanno arrestato 4 persone negli ultimi 10 giorni, evidenziando in modo incisivo la quotidiana attività di controllo del territorio, messa in campo dall’Arma dei Carabinieri quale essenziale contributo alla sicurezza e serenità della cittadinanza.

I militari della Stazione di Santa Flavia hanno arrestato un 19enne, palermitano, già noto alle forze dell’ordine, ritenuto responsabile di tentato furto aggravato. Nei fatti, nel corso di un servizio di controllo del territorio, di notte, una pattuglia ha notato il presunto ladro intento a rubare un’autovettura parcheggiata nei pressi di via Meli nel comune flavese. Il giovane è stato pertanto immediatamente bloccato dai Carabinieri, i quali l’hanno trovato, inoltre, in possesso di diversi attrezzi da scasso che sono stati a loro volta sequestrati dai militari. L’arresto del 19enne è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese il quale ha disposto l’applicazione della misura dell’obbligo dimora nel Comune di Palermo.

In un’altra circostanza, i Carabinieri della Stazione di Santa Flavia hanno arrestato in flagranza di reato un 32enne, del luogo, già noto alle forze dell’ordine, accusato di inosservanza dei provvedimenti emessi dell’Autorità Giudiziaria. Durante un controllo, i militari hanno riscontrato un malfunzionamento del braccialetto elettronico applicato all’indagato che, secondo quanto delineato, sarebbe stato riconducibile ad alcuni tagli che quest’ultimo avrebbe presumibilmente praticato sul dispositivo nel tentativo di sottrarsi al controllo delle forze dell’ordine.

Un altro arresto è stato eseguito dai Carabinieri della Stazione di Casteldaccia che hanno fermato un 42enne, del posto, già noto alle forze dell’ordine, ritenuto responsabile di resistenza a pubblico ufficiale. Nello specifico, l’uomo avrebbe minacciato e spintonato i militari a seguito di un intervento finalizzato a collocare presso una comunità protetta la sua convivente e i loro figli minori, il tutto a seguito della denuncia formalizzata dalla donna nei confronti dell’indagato per i presunti maltrattamenti subiti. L’arresto del 42enne è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese che ha disposto la traduzione presso la casa circondariale “Burrafato”.

Infine, i militari della Stazione di Ficarazzi hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un 44enne, del luogo, accusato di evasione. L’arresto scaturisce da un aggravamento di misura richiesto nei confronti dell’indagato, già sottoposto agli arresti domiciliari, a seguito delle ripetute violazioni al provvedimento restrittivo che sarebbero state evidenziate dai Carabinieri. Il 44enne è stato tradotto presso la casa circondariale di Termini Imerese.

È doveroso rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.

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Catania: arrestati dalla Polizia per resistenza, ricettazione in concorso e porto di armi e oggetti atti ad offendere

Nel corso dei servizi di controllo del territorio, gli agenti delle Volanti della Questura transitando in via Della Concordia, hanno intercettato un’auto di provenienza furtiva, con due persone a bordo.

Alla vista della Volante si sono dati alla fuga. Ne è scaturito un inseguimento che si è concluso in via Grimaldi dove l’auto è stata fermata.

I due occupanti hanno tentato la fuga ma sono stati raggiunti dai poliziotti, ai quali hanno opposto sin da subito resistenza.

Durante la colluttazione con il conducente dell’auto rubata, un agente si è infortunato ad una mano, che ha richiesto cure mediche presso il Pronto Soccorso.

I due fermati, identificati presso gli uffici della Polizia Scientifica, sono risultati essere un 39enne catanese, sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Acicastello, e un 41enne di nazionalità marocchina, entrambi pregiudicati.

Sottoposti a perquisizione personale, il catanese è stato trovato in possesso di un coltello serramanico lungo 18 cm circa, con lama da 7 cm, sottoposto a sequestro. È stato pertanto denunciato per porto di armi od oggetti atti ad offendere.

Entrambi sono quindi stati tratti in arresto per resistenza a pubblico ufficiale, mentre il pregiudicato catanese anche per inosservanza alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. Gli stessi sono stati denunciati anche per di ricettazione in concorso.

A bordo della vettura usata dai due, sono stati rinvenuti una bicicletta, diversi utensili da lavoro, due bombole di gas ed altri oggetti vari di sospetta provenienza furtiva. Il tutto è stato sequestrato e l’autovettura restituita al legittimo proprietario.

Dell’avvenuto arresto è stato informato il Pubblico Ministero di turno che ha disposto di trattenerli presso le camere di sicurezza, in attesa del rito direttissimo.

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