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CRONACA

Gela: confiscati beni per 65 milioni di euro a tre imprenditori ritenuti vicini a Cosa Nostra

CALTANISSETTA – Beni per 65 milioni di euro sono stati confiscati a tre imprenditori di Gela del settore del commercio di autovetture e in quello immobiliare ritenuti vicini a Cosa nostra.

Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Caltanissetta su richiesta della Dda, è stato eseguito dalla Direzione investigativa antimafia e dalla Guardia di finanza di Caltanissetta nei confronti di Salvatore, Rocco e Francesco Antonio Luca.

Gli imprenditori gelesi, attualmente imputati per concorso esterno in associazione mafiosa, sono stati ritenuti “soggetti di qualificata pericolosità sociale e contigui a esponenti della famiglia mafiosa dei Rinzivillo”.

Il provvedimento di confisca è stato preceduto dal sequestro eseguito nel febbraio del 2021. Il Gico aveva dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Caltanissetta nell’ambito dell’operazione “Camaleonte”.

Secondo l’accusa gli imprenditori in quanto “pur non essendo stabilmente inseriti in Cosa nostra attiva a Catania, Gela, Vittoria e territori limitrofi, concorrevano nell’associazione mafiosa contribuendo sistematicamente e consapevolmente alle attività e al raggiungimento degli scopi di tale organizzazione mafiosa, e segnatamente della famiglia mafiosa di Gela (Rinzivillo ed Emmanuello)”.

Le attività economiche e i beni confiscati riguardano l’intero compendio aziendale nonché il capitale sociale, di nove imprese, 31 terreni a Gela, 186 fabbricati a Gela, Marina di Ragusa e Vittoria e 23 rapporti bancari, finanziari e polizze assicurative.

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CRONACA

Catania, 5 rapine in pochi giorni ai danni di studenti universitari: denunciato rapinatore seriale

Gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza “Borgo Ognina” hanno denunciato un rapinatore seriale di 29 anni che, da qualche settimana, aveva preso di mira diversi studenti universitari, frequentanti la Cittadella Universitaria di via Santa Sofia.

Con una scusa banale, il giovane avvicinava per strada gli studenti per poi rapinarli dello smartphone e dei soldi. In caso di resistenza, i ragazzi venivano minacciati pure con un coltello a serramanico.

Nella prima settimana di maggio, il rapinatore ha commesso cinque rapine, tutte prontamente denunciate dalle vittime. Sono stati gli studenti e le studentesse a rivolgersi alla Polizia di Stato che ha avviato un’intensa attività d’indagine.

Grazie alla collaborazione assicurata dai ragazzi, i poliziotti sono riusciti a mettersi sulle tracce dell’autore. Nello specifico, gli studenti universitari hanno fornito elementi decisivi per risalire all’identità del rapinatore, fornendo dettagli precisi sulla fisionomia e sull’auto utilizzata.

In questo modo i poliziotti hanno individuato il 29enne che è stato successivamente riconosciuto dalle vittime.

Al termine delle attività di rito, il giovane, attualmente in stato di arresto per fatti analoghi, è stato denunciato alla autorità giudiziaria per rapina.

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CRONACA

Siracusa: segnalate diverse truffe messe in atto da finti Carabinieri, avvocati e operatori del 118

I Carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa segnalano in provincia diverse truffe, tentate o consumate, messe in atto da sedicenti carabinieri, avvocati e operatori del 118.

Il modus operandi utilizzato dai truffatori è quasi sempre lo stesso.

Individuata la potenziale vittima, solitamente un anziano, questa viene contattata telefonicamente, nella maggior parte dei casi su una utenza fissa, da un sedicente Maresciallo dei Carabinieri che segnala l’arresto di un parente proponendone la liberazione in cambio di denaro da versare nelle mani di un avvocato che di lì a poco la raggiungerà in casa.

Gli scenari possono cambiare e i truffatori, come veri e propri attori, inscenano ora l’incidente stradale che vede coinvolto il familiare, ora il sequestro del mezzo o l’emissione di una sanzione amministrativa che richiede il pagamento di una certa somma per evitare denunce penali.

In effetti, pochi istanti più tardi, un sedicente avvocato, elegante e dai modi cortesi, bussa alla porta della vittima chiedendo la somma precedentemente comunicata o altri valori (oggetti d’oro o altri preziosi) per procedere all’immediata scarcerazione del figlio.

Purtroppo in provincia sono già numerose le vittime di questa truffa che ha fruttato migliaia di euro ai suoi autori.

Le indagini sono in corso.

I Carabinieri di Siracusa, nel segnalare che nessun Carabiniere richiede denaro per qualsivoglia ragione, sollecita massima attenzione da parte delle potenziali vittime e dei prossimi congiunti, figli e nipoti, che sono chiamati a mettere in guardia i loro cari.

I Carabinieri suggeriscono infine di contattare sempre il 112 in caso di dubbi circa l’identità della persona che si ha di fronte o al telefono e che richiede denaro.

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CRONACA

Ramacca, nascondeva la droga negli slip: 32enne arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio

Nell’ambito del potenziamento dei pattugliamenti disposti dal Comando Provinciale di Catania sia sul capoluogo etneo che sulla provincia, finalizzati anche alla prevenzione e repressione dei reati connessi agli stupefacenti, principale fonte di approvvigionamento della criminalità organizzata, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Palagonia, hanno arrestato un 32enne di Niscemi per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

In particolare, intorno a mezzanotte, nel corso di un posto di controllo del territorio lungo la S.S. 417 nel territorio del comune di Ramacca, precisamente in contrada Gornalunga, i Carabinieri, in servizio di prevenzione dell’illegalità diffusa,  hanno intimato  l’alt ad un 25enne di Vittoria (RG), alla guida di un’autovettura Kia Stonic a bordo della quale viaggiavano altri due uomini.

Durante le fasi dell’ispezione, già dalle prime battute con gli occupanti, , i militari si sono subito insospettiti per l’atteggiamento di uno dei due passeggeri, un 32enne niscemese, che ha sin da subito ha mostrato grande apprensione e ostilità al controllo, invitando i Carabinieri a sbrigarsi, in quanto a suo dire avrebbe avuto fretta di raggiungere casa per sbrigare delle faccende urgenti, cosa alquanto insolita considerato il tardo orario. Al contrario, i militari, comprendendo il tentativo di celare qualcosa, hanno invece deciso di effettuare una verifica più approfondita perquisendo i tre giovani e la macchina a bordo della quale viaggiavano. Proprio il 32enne agitato, è stato scoperto che nascondeva sotto la maglia intima un involucro in cellophane contenente 21 grammi di cocaina pura in pietra, della quale se ne è, ovviamente, personalmente assunto la responsabilità del possesso.

Il 32enne è stato pertanto posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ne ha poi convalidato l’arresto.

(Dal dato esperienziale,  dai 21 grammi si sarebbero potuti ricavare circa 20 dosi per un valore di circa 2.000 nella vendita al dettaglio)

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