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SANITÀ

Donazione degli organi: Geraci Siculo al primo posto nella classifica nazionale, ma la Sicilia resta penultima

Geraci Siculo, in provincia di Palermo, per il terzo anno consecutivo, è il Comune più generoso d’Italia per donazione di organi.

Questo emerge dalla quinta edizione dell’Indice del dono, il rapporto realizzato dal Centro nazionale trapianti che analizza i numeri delle dichiarazioni di volontà alla donazione di organi e tessuti registrate nel 2023 al rinnovo delle carte d’identità nelle anagrafi di oltre 7mila Comuni italiani.

L’Indice è stato pubblicato dal Centro nazionale trapianti in vista della Giornata nazionale della donazione degli organi che si celebra domenica prossima 14 aprile: i valori sono espressi in centesimi e tengono conto di alcuni indicatori come la percentuale dei consensi, quella delle astensioni e il numero dei documenti emessi.

Il piccolo paese delle Madonie si è affermato ancora una volta nella classifica dei comuni con meno di 5mila abitanti: grazie alla scelta di donazione da parte dei genitori di una bambina di 11 anni scomparsa nel 202, Marta Minutella, l’intera comunità è coinvolta ormai da anni in numerose attività di sensibilizzazione. Geraci ha fatto di nuovo segnare in assoluto il miglior risultato tra tutti i comuni italiani, con un indice di 95,83/100 e una percentuale di consensi del 100%: su 163 carte d’identità emesse nel 2023, sono stati raccolti 146 e nessun no, con soltanto 17 astensioni. Per la Sicilia si segnala anche l’ottimo risultato di Ribera (Agrigento), al quarto posto nazionale tra i comuni medio-piccoli (5-30mila abitanti) con un indice di 79,60/100. Guardando invece alla classifica regionale, Geraci quest’anno precede Marianopoli (Caltanissetta) e Sperlinga (Enna).

Nonostante il primato di Geraci, la Sicilia è complessivamente penultima tra le regioni italiane, con un indice del dono di 52,95/100: la percentuale di consensi è del 58,6% e l’astensione è al 44% contro una media nazionale di 68,5% di sì e di 41,8% di astenuti. Tra le diverse fasce d’età sono i siciliani tra i 31 e i 40 anni i più generosi (68,6% di consensi), meglio dei 18-30enni (63,3%), mentre risulta più basso il consenso tra gli over 80 (21%), probabilmente a causa dell’errata convinzione che la donazione degli organi in età avanzata non sia possibile.

SANITÀ

Cardiochirurgia pediatrica di Taormina: formalizzata la richiesta di deroga al Ministero

In Sicilia possono coesistere in modo permanente due centri di cardiochirurgia pediatrica, come avviene già in Veneto (a Padova e a Verona) dove la popolazione residente è analoga. Lo sostiene la Regione nella richiesta di deroga al “decreto Balduzzi” inviata al ministero della Salute. Così resterebbe in funzione il reparto attivo da oltre 10 anni al San Vincenzo di Taormina, accanto alla nuova struttura del Civico di Palermo, mantenendo l’impegno con le famiglie dei piccoli pazienti. Il documento è stato sottoscritto dal presidente della Regione, dall’assessore alla Salute e dai dirigenti generali dei dipartimenti della Pianificazione strategica e delle Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico. L’amministrazione regionale ritiene “imprescindibile” mantenere la funzionalità di entrambe le strutture di eccellenza, con procedure di evidenza pubblica.

L’operatività della Cardiochirurgia pediatrica di Taormina, attualmente in convenzione con l’Irccs Bambino Gesù di Roma, è stata al momento prorogata al 31 luglio 2024, su richiesta del governo della Regione Siciliana, e senza la deroga ministeriale sarebbe destinata a cessare. Tra luglio 2023 e marzo 2024 sono stati 165 gli interventi eseguiti nella struttura di Taormina su pazienti provenienti dalla Sicilia e dalla Calabria ai quali si aggiungono i 167 del centro del capoluogo, avviato il 4 luglio 2023 in convenzione con il San Donato di Milano: questi i dati a supporto della richiesta che testimoniano la validità dell’iniziativa e la sua sostenibilità a garanzia dell’operatività di due poli di cardiochirurgia pediatrica. Nei due centri veneti, secondo i dati inseriti nel Programma nazionale esiti, nel 2022 gli interventi sono stati 264 (190 a Padova e 74 a Verona).

L’ipotesi avanzata al Ministero, che si inquadra nel processo di revisione della rete ospedaliera già avviato dalla Regione, prevede anche un forte raccordo operativo tra il reparto di Taormina (8 posti letto) e quello di Palermo (12 posti letto). Anche sul piano delle risorse finanziarie, le aziende sanitarie a cui afferiscono i due centri hanno già previsto specifiche risorse nei propri bilanci, nell’ambito della relativa programmazione. Gli oneri, inoltre, sono destinati a una graduale riduzione e razionalizzazione per effetto dell’innesto di personale di ruolo specialista in cardiochirurgia. L’operatività di due centri, inoltre, ridurrebbe la mobilità sanitaria dalla Sicilia e dalla Calabria, con minori costi “sociali” legati alla trasferte per le famiglie dei pazienti, con, inoltre, la prospettiva di un’offerta assistenziale di elevata qualità rivolta anche ai Paesi del bacino mediterraneo, in modo da preservarne la sostenibilità anche sul piano finanziario ed economico.

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SANITÀ

Sanità in Sicilia: accordo fra Regione e privati convenzionati: 8 milioni in più per ridurre le liste d’attesa

Definito l’accordo tra Regione Siciliana e privati convenzionati per distribuire le risorse, a valere sul 2024, e contribuire a potenziare l’offerta delle prestazioni ambulatoriali per ridurre le liste d’attesa. L’intesa è stata sottoscritta nel corso di un incontro presieduto dal dirigente generale del dipartimento Pianificazione strategica con i dirigenti dell’assessorato della Salute e le organizzazioni sindacali rappresentative del settore. L’accordo prevede una somma complessiva di 310 milioni di euro, da distribuire alle varie branche (dai laboratori di analisi alla fisiokinesiterapia, dalla cardiologia alla radiodiagnostica ed alle altre branche) e per provincia, con un aumento di ben 12 milioni di euro rispetto allo scorso anno.

In aggiunta sono stati definiti i fabbisogni specifici di radioterapia (35 milioni) e nefrologia (102 milioni). Alle singole strutture è destinato un budget per il 2024 pari al 90 per cento della produzione media 2022/2023; il 10 per cento residuo sarà assegnato dalle Asp in misura proporzionale al fabbisogno provinciale, sulla base di criteri che verranno definiti dall’assessorato regionale della Salute. In particolare, il governo regionale ha individuato, dopo un dialogo costruttivo con i sindacati, nella misura di 8 milioni le risorse finalizzate alla riduzione delle liste d’attesa, garantendo un equilibrato soddisfacimento della domanda di salute del cittadino in base ai differenti settori.

Durante l’incontro è stato anche stabilito un rigoroso cronoprogramma per la distribuzione delle risorse. Il decreto di ripartizione alla specialistica convenzionata ambulatoriale verrà adottato dall’assessorato entro il prossimo 20 maggio; mentre le contrattualizzazioni delle Asp con i singoli operatori economici dovranno avvenire entro il 19 giugno.

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SANITÀ

Sanità in Sicilia, famiglie al bivio: scegliere di attendere mesi o pagare di tasca propria cure ed esami?

In Sicilia, curarsi sta diventando un privilegio riservato soltanto a chi può permettersi di pagare esami e cure mediche, senza quindi dover aspettare mesi, prima di sottoporsi ad un controllo in ospedale.

D’altronde, come già evidenziato dall’ultimo report della Fondazione Gimbe, la percentuale di famiglie che rinuncia a curarsi per mantenere le spese dei propri figli, è in crescita: nell’Isola, infatti, la spesa sanitaria grava sul bilancio familiare più che in altre regioni d’Italia.

Complessivamente, in Sicilia la spesa annuale delle famiglie per la salute nel 2022 è stata pari a 1.219,80 euro: facendo registrare così un aumento dell’8,1% rispetto al 2021; con una percentuale delle famiglie che hanno rinunciato alle prestazioni sanitarie nel 2022 pari al 7,2%.

Si può dunque stimare la spesa sanitaria oggi a carico di una famiglia che, mediamente si attesta intorno al centinaio di euro al mese, raggiungendo quindi circa 1200 euro ogni anno.

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