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POLITICA

Siccità in Sicilia, Schifani: Accordo per irrigazione delle zone critiche dell’Agrigentino»

Acqua per l’irrigazione di soccorso anche per i territori non serviti dal Consorzio di bonifica Agrigento 3. La decisione è stata presa oggi nel corso di una riunione alla Prefettura di Agrigento, fortemente voluta dalla Regione Siciliana e, in particolare, dal presidente Renato Schifani.

«Si risolve in positivo – dice il governatore – una diatriba che ha visto contrapposti Comuni e agricoltori in una situazione che però è di emergenza per tutti. Grazie al lavoro svolto dai dirigenti generali del dipartimento regionale Tecnico, Duilio Alongi, e del dipartimento regionale dell’Agricoltura, Dario Cartabellotta, siamo riusciti a trovare celermente una soluzione ai problemi sollevati dai Comuni di Villafranca Sicula, Burgio e Caltabellotta, dell’Agrigentino».

Regione, Prefettura, sindaci e rappresentanti delle aziende agricole e di Enel, che gestisce le dighe Prizzi e Grammauta, hanno concordato sui quantitativi d’acqua spettanti a ciascun Comune, sia per i territori consorziati sia per quelli liberi.

«In una situazione di emergenza idrica grave come quella che sta vivendo la Sicilia – conclude Schifani – non ci sottraiamo agli appelli che ci giungono dalle categorie maggiormente colpite, come quella degli agricoltori. Stiamo lavorando contemporaneamente sulle richieste più urgenti e su soluzioni più a lungo termine».

POLITICA

Palazzo d’Orléans: incontro tra Schifani e Tajani per parlare del ruolo commerciale del Mediterraneo e di migranti

Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha ricevuto questa sera il ministro degli Esteri e il vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, giunto in visita istituzionale a Palazzo d’Orléans. Nel corso del cordiale incontro, sono stato affrontare le questioni legate all’attualità politica internazionale ei riflessi che queste hanno sul piano diplomatico e commerciale in uno scacchiere estremamente delicato come quello del Mediterraneo, nel quale l’Isola ha un ruolo di centralità non soltanto geografica. Schifani e Tajani hanno trattato anche il tema delle relazioni transfrontaliere per la gestione dei flussi migratori che investono la Sicilia quale luogo di primo approdo e di assistenza.

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POLITICA

Officina Democratica, impegnata con nuove idee, per un ruolo importante, in una nuova prospettiva europea

CATANIA – Intervista a Maurizio Caserta Capogruppo del PD al consiglio comunale di Catania:

Il PD ha partecipato alla manifestazione del 15 marzo indetta da Michele Serra. Qual è il senso di questa partecipazione?

“Il PD è sempre stato un partito che ha assegnato al Europa un ruolo fondamentale, oggi più di ieri.  In queste ultime settimane più delle settimane precedenti. Il riferimento europeo è diventato un riferimento imprescindibile: sul piano della difesa, sul piano economico, sul piano sociale, sul piano politico, sul piano culturale. Non è certo una novità la vocazione europea del partito democratico e quella festa, perché è stata una festa, era destinata a raccogliere tutte queste suggestioni, tutte queste sensibilità, tutte queste vocazioni perché si torni a parlare in maniera fattiva, in un contesto che certamente cambiato, di Europa e della necessità del suo rafforzamento, in tutte le direzioni, ovviamente compreso anche quello della difesa comunque.”

Sulla proposta Von der Leyen, il PD, nel parlamento europeo, si è diviso: cosa ne pensa? Crede sia stato un errore?

“Dividersi per un gruppo politico non è mai una buona cosa. Si può dire che riflette l’articolazione interna, certamente all’interno del Partito Democratico non vengono comprese le diverse articolazioni. E’ importante è che da quel momento in poi,  forse non un momento particolarmente edificante, il partito cominci a ragionare, lo sta già facendo, e infatti ha elaborato un documento unitario, su una cosa che tutti condividiamo: il rafforzamento degli eserciti nazionali è una cosa che non ha senso, ciò che ha senso fare è rafforzare la difesa comune europea. Questo è un percorso difficile, non può essere fatto dalloggi al domani. Speriamo che quel voto sia semplicemente l’inizio di un percorso che porti al più presto a una politica estera comune e quindi  a una politica di difesa comune.”

Tra poco, il PD siciliano, vivrà la propria fase congressuale, cosa si aspetta da questo passaggio politico?

“Mi aspetto certamente un rafforzamento della vocazione, dell’identità del partito democratico siciliano. Noi di Officina Democratica abbiamo sempre sostenuto che il partito è fatto innanzitutto dai militanti ed è da lì che bisogna partire, è da loro che bisogna partire per organizzare l’azione politica, il confronto politico, la discussione politica. Quindi ci aspettiamo il meglio. Noi di Officina Democratica siamo impegnati con le nostre idee, con il nostro piccolo trascorso e con una passione assolutamente straordinaria che è volta a ridare al partito democratico il ruolo che può avere all’interno della ragione in una prospettiva europea nuova, perché la Sicilia fuori dall’Europa non può vivere, come il paese fuori dall’Europa non può vivere. La Sicilia è un posto importante, è in una collocazione importante. Forse l’Europa sarà costretta a guardare meno a ovest, meno al nord e guardare di più a est e al sud. E’ la Sicilia mirabilmente collocata in una posizione di questo genere.”

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Catania, Officina Democratica: ”L’Europa, l’Unione Europea, ad un passaggio storico”

CATANIA – Officina Democratica, in una nota, mette in risalto il momento storico che si sta vivendo: Nessuno di noi avrebbe mai immaginato che nel terzo millennio dopo Cristo, dopo tre guerre mondiali – l’ultima fredda – tornasse la politica guerreggiata nel cuore dell’Europa. Nessuno di noi avrebbe mai creduto, oggi, di assistere al tentativo di restaurare la più becera delle politiche coloniali. Ma soprattutto che i coloni questa volta saremmo stati noi europei.

Eravamo sicuri, ottimisti discepoli di Condorcet, che certe pratiche fossero ormai relegate alle pagine dei libri di storia o alle teche dei musei.
Eravamo certi che per la vecchia Europa la storia fosse finita: vivere indolentemente di rendita questo il nostro diritto acquisito. Noblesse oblige!

Il risveglio è stato brusco. La realtà impietosa. L’Europa è nuda! – continua la nota – Ma questa crisi è un’opportunità che non possiamo perdere. L’Europa si ripensi! Il futuro sono gli Stati Uniti d’Europa. La pace che per ottant’anni abbiamo conosciuto ha avuto un prezzo: una sovranità limitata. Dobbiamo, noi europei, prenderci in mano il nostro destino, giocare un nostro ruolo nel mondo. Un’unica politica estera. Un’unica difesa. Il piano proposto dalla Presidente della Commissione europea Von der Leyen, non può essere una soluzione definitiva: destinare risorse comuni aggiuntive alla difesa dei singoli paesi è uno spreco economico e di energie. Attualmente, la somma delle spese militari di ogni singolo Stato dell’Unione Europea, è molto alta e tuttavia il procedere in ordine sparso non si è dimostrata una strada efficace. La razionalizzazione della spesa, attraverso la messa in comune delle forze, potrebbe perfino permetterne una riduzione; avrebbe anche il beneficio di  impiegare quelle stesse somme già adesso destinate alla difesa dai paesi membri, senza quindi sottrarre risorse ad altre voci di bilancio. La soluzione Von der Leyen, però, è la risposta urgente ad un problema che non  dà tempo; certamente non quello che pretende un’Europa buromacchinosa. E’ la risposta obbligata nella strutturazione attuale dell’Unione Europea. Questi nostri tempi non permettono incertezze e tentennamenti. I segnali vanno dati immediatamente. L’Europa e l’Unione Europea devono comunicare al mondo intero che non intendono fare il vaso di coccio tra i vasi di ferro. Adesso deve cominciare il lavoro serio per costruire una nuova Europa.

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