POLITICA
CCPM di Taormina, proroga fino al 31 luglio 2025. Schifani: “Garantita continuità assistenziale”

Proroga fino al 31 luglio 2025 per il Centro di cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale San Vincenzo di Taormina, al momento gestito in convenzione con l’Irccs Bambino Gesù di Roma.
«Un provvedimento – dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – che abbiamo richiesto al governo nazionale e che ringraziamo per la fattiva e operosa collaborazione perché ci consente di garantire la continuità assistenziale in attesa che il ministero della Salute accolga la nostra richiesta di deroga al “decreto Balduzzi” per mantenere in via definitiva la struttura di cardiochirurgia pediatrica nella provincia di Messina».
La Regione, infatti, in sede di revisione della rete ospedaliera dell’Isola e ispirandosi al “modello Veneto”, regione con caratteristiche di popolazione analoghe alla Sicilia, intende confermare i due centri di cardiochirurgia pediatrica al momento attivati e funzionanti.
«Riteniamo concretamente possibile, oltre che utile per ridurre la mobilità sanitaria della Sicilia e, in molti casi, anche della Calabria – prosegue Schifani – mantenere la piena funzionalità di entrambe le strutture. La proroga di un anno ci consente di attendere con maggiore serenità le determinazioni del ministero della Salute, con cui il confronto è aperto in relazione alla rete ospedaliera in corso di revisione. Il nostro obiettivo è garantire cure e assistenza d’eccellenza a tutti i piccoli pazienti della nostra comunità siciliana, evitando disagi e costi aggiuntivi alle famiglie».
ECONOMIA
La Regione Siciliana chiede al Mit l’innalzamento del livello della diga Rubino nel Trapanese

La Regione Siciliana ha inviato al ministero delle Infrastrutture la richiesta per ottenere l’autorizzazione all’innalzamento del livello della diga Rubino, situata nel Trapanese, da 178,4 a 180,4 metri sul livello del mare. Si potrà così accrescere il volume idrico attualmente immagazzinabile, pari a 4,7 milioni di metri cubi e già sufficiente a soddisfare il comprensorio, ed evitare eventuali rilasci di acqua a valle nel caso si superi la quota a oggi autorizzata.
La richiesta predisposta dall’assessorato regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità, tramite il dipartimento Acqua e rifiuti, si basa sulle recenti certificazioni tecniche che attestano la presenza delle necessarie condizioni di sicurezza della diga, sia dal punto di vista del regolare funzionamento in apertura e chiusura fino al 100% dello scarico di superficie sia per quanto riguarda la staticità generale dell’infrastruttura. Lo confermano le verifiche effettuate dai tecnici incaricati, seppure siano stati segnalati ulteriori interventi di sistemazione che il dipartimento regionale Acqua e rifiuti si impegna a realizzare, garantendo, assieme all’ingegnere responsabile dell’impianto, un incremento del monitoraggio topografico e geotecnico.
La diga Rubino è già stata recentemente oggetto di significative opere di manutenzione straordinaria e miglioramento, mentre è in corso di attuazione un intervento, incluso nel secondo addendum dei finanziamenti a valere sui fondi Fsc 2014-2020, per l’esecuzione della verifica sismica della diga e delle opere accessorie.
Realizzato tra il 1967 e il 1970 attraverso lo sbarramento del torrente della Cuddia, l’invaso era progettato per giungere sino a quota 184 metri. L’attuale limitazione a 178,4 metri è stata dettata dall’Autorità di vigilanza nel 2019, portando la capacità utile del bacino idrico a 4,7 milioni di metri cubi d’acqua. Con l’innalzamento richiesto a 180,4 metri l’invaso potrà immagazzinare sino a circa 2,4 milioni di metri cubi in più rispetto all’attuale capacità.
L’obiettivo dell’amministrazione regionale, comunque, è eseguire tutte le opere necessarie a eliminare ogni limitazione d’invaso, così da sfruttare la massima potenzialità dell’infrastruttura.
ECONOMIA
Licata, via ai ristori per i pescatori. Barbagallo: ”Sempre al fianco del settore ittico”

E’ stato pubblicato sul sito istituzionale del Dipartimento della Pesca mediterranea della Regione Siciliana, l’avviso del bando in favore delle imprese ittiche del circondario marittimo di Licata, nell’Agrigentino, e dei loro equipaggi, per ottenere ristoro dai danni materiali o dal mancato reddito subiti in seguito agli eventi meteorologici del 19 e 20 ottobre 2024, quando i detriti trasportati dalla piena del fiume Salso hanno compromesso l’attività̀ di pesca in una vasta porzione del mare antistante il porto.
La concessione dei contributi, in totale 320 mila euro, è a valere sulle risorse del Fondo di solidarietà̀ regionale della pesca e dell’acquacoltura.
Possono richiedere i contributi le imprese della pesca e gli operatori della pesca artigianale, le imprese autonome appartenenti alla piccola pesca, relativamente ai danni subiti da imbarcazioni appartenenti ai registri delle imprese di pesca limitatamente al circondario marittimo di Licata. L’importo massimo riconoscibile per ciascun beneficiario non può superare il limite di 40.000 euro.
POLITICA
Sanità in Sicilia, Schifani: ”Mai più errori come quelli commessi all’Asp di Trapani”

“Sulla vicenda dei referti in ritardo all’Asp di Trapani sento di scusarmi nei confronti di quelle persone che in questi momenti stanno ricevendo i risultati positivi, purtroppo, sulle loro patologie, ha esordito così il presidente della Regione Siciliana. Non ho responsabilità diretta sulla questione, ma in politica chi sta al vertice deve assumersi responsabilità che non sono sue, facendo propri anche gli errori altrui, ha proseguito Renato Schifani.
Errori commessi, per i quali saremo estremamente rigorosi. La percentuale di referti positivi è del 5%, quindi sono circa 160-170 i casi. Si stanno raggiungendo in queste ore le famiglie per informarle, in maniera tale che si accelerino i processi di terapia”.
Sul piano dell’Asp trapanese in 7 punti per affrontare l’emergenza, Schifani ha commentato evidenziando che «forse se i sette punti si fossero messi in atto prima non staremmo qui a disquisire di questo tristissimo episodio che sta toccando le coscienze non soltanto dei siciliani, ma di tutti gli italiani. Fatti del genere, ha concluso il governatore non possono più verificarsi in Sicilia: non possiamo consentirlo, né lo consentiremo”.
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