ECONOMIA
Messina, Schifani e Basile: ”Sul futuro dell’ex stabilimento Sanderson una progettazione condivisa”
«Per disegnare il futuro di quest’area è già in corso una progettazione avviata dal precedente governo regionale e non definitivamente conclusa, per cui c’è la disponibilità della Regione a promuovere un incontro con i progettisti, affinché possano recepire suggerimenti, integrazioni, modifiche che l’amministrazione comunale di Messina ha il diritto e il dovere di proporre, nel pieno rispetto della collaborazione istituzionale». Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, in occasione del sopralluogo effettuato con il sindaco Federico Basile nell’area ex Sanderson, a Messina. Una ricognizione che segue l’approvazione nella legge di Stabilità regionale di una norma che ha sancito il passaggio dell’ex sito industriale dall’Ente di sviluppo agricolo al Comune peloritano. «Riuscire a cambiare per sempre questo scenario che abbiamo sotto gli occhi – ha aggiunto Schifani – sarà un “miracolo” a vantaggio dei cittadini e di tutta la comunità. Le amministrazioni che vogliono lavorare bene sanno essere pienamente operative. La sfida del nostro governo è proprio questa, velocizzare la burocrazia favorendo la cultura del fare. Per raggiungere questo obiettivo confido sul rinnovamento della classe dirigente della nostra Regione». «Partiamo da una progettazione condivisa per ridare questo pezzo di città ai cittadini – ha sottolineato il sindaco Basile – poi c’è il tema della bonifica dell’area, per la quale ci sono già le risorse. Per la riqualificazione, poi, contiamo sui fondi comunitari destinati alla rigenerazione urbana. E questo è senz’altro un caso che vi rientra pienamente».
ECONOMIA
Potenziati i rimborsi degli interessi pagati dalle imprese, Schifani: “Intensifichiamo gli aiuti”
«Alla misura per l’abbattimento dei maggiori interessi pagati dalle imprese hanno già aderito circa 4500 aziende, adesso puntiamo ad intensificare l’aiuto per chi ha già fatto richiesta e ad aumentare la platea dei percettori e la soglia massima di beneficio concedibile. Un altro segnale concreto di vicinanza al sistema produttivo siciliano per sostenere la crescita e gli investimenti». Lo ha annunciato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, dopo la riunione di Giunta che ha approvato le modifiche al decreto che stanziava 45 milioni per la copertura dei maggiori costi finanziari sostenuti dalle aziende sulle operazioni in essere al primo gennaio 2024. Il nuovo provvedimento, proposto dall’assessore dell’Economia, Alessandro Dagnino, prevede l’aumento dell’intensità dell’aiuto che dal 30% passa all’80% degli interessi pagati.
Contestualmente viene aumentata anche la soglia massima del beneficio erogabile che da 10mila euro passa a 15mila euro, allo scopo di rendere maggiormente appetibile l’intervento alle imprese di dimensione maggiore. Infine, viene aumentato l’arco temporale all’interno del quale dovranno essere maturati gli interessi ammissibili al ristoro. Da un’iniziale previsione che si limitava al solo 2023 adesso saranno ammissibili anche i costi sostenuti sino al 30 giugno 2024. «Abbiamo deciso di estendere la misura al 30 giugno 2024 – afferma l’assessore Dagnino – in virtù del fatto che soltanto in quel mese si è registrata una flessione del picco del tasso di interesse di riferimento stabilito dalla Bce. Un apice, al 4,5 per cento, che si è protratto, dopo l’innalzamento graduale durante tutto il 2023, dal settembre di quell’anno a giugno 2024. Con l’intensificazione degli aiuti, inoltre, puntiamo a rendere il sostegno ancora più interessante per le imprese maggiormente esposte e dunque di dimensioni maggiori». Il documento è arrivato sul tavolo di Palazzo d’Orléans dopo un monitoraggio costante dell’intervento, voluto dal presidente della Regione e realizzato dagli uffici dell’Irfis Fin-Sicilia e previa condivisione tra l’assessorato dell’Economia e l’assessorato delle Attività produttive. Adesso sarà trasmesso alla Commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana per il parere previsto dalla legge.
ATTUALITÀ
Voli cancellati da Aeroitalia a Comiso, Federconsumatori Sicilia: ”Urge l’intervento di Schifani e Salvini”
Federconsumatori Sicilia apprende con stupore che la compagnia aerea Aeroitalia ha deciso di tagliare i voli da Comiso lasciando solo quelli con destinazione Roma Fiumicino, Milano Bergamo e Parma e, contemporaneamente, ha deciso anche di sospendere i voli da Trapani Birgi a Cuneo dal 26 gennaio al 29 marzo.
Spariscono, quindi, i collegamenti Aeroitalia dalla Sicilia a Cuneo, Firenze, Bologna e Perugia. Tutte le tratte che sono state, fino a l’altro ieri, l’unico modo per centinaia di giovani studenti siciliani per raggiungere le sedi universitarie di Torino, Firenze, Perugia e Bologna in tempi compatibili con la vita moderna, senza fare svariati cambi di treni, navi, autobus e senza spendere mezzo stipendio dei genitori.
“E’ l’ennesima conferma – commenta il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa – che le compagnie aeree che operano negli aeroporti siciliani considerano i nostri concittadini solo come arance da spremere. Questa vicenda conferma ciò che Federconsumatori afferma da anni: non è possibile lasciare al mercato l’offerta dei voli da e per la Sicilia, ci deve essere una programmazione a lungo termine gestita insieme dalla politica regionale, dalle società aeroportuali e dalle compagnie aeree. A differenza di tutte le altre Regioni italiane – continua La Rosa – in Sicilia non c’è un’alternativa all’aereo per raggiungere, in tempi ragionevoli, gran parte del resto d’Italia e, per questo, non c’è concorrenza e le compagnie fanno quel che vogliono”.
Federconsumatori Sicilia auspica, quindi, che il governatore Renato Schifani chieda e ottenga un incontro su questo tema con il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini.
Il quale, a sua volta, invece di sognare ad occhi aperti faraonici ponti da 13 miliardi di euro (3,9 dei quali letteralmente rubati alle Regioni del Sud, poiché stornati dal Fondo Sviluppo e Coesione), dovrebbe mettersi a lavorare notte e giorno ad un piano dei trasporti aerei per la Sicilia razionale e di lungo periodo.
ATTUALITÀ
Sisma di ”Santo Stefano” nell’area Etnea, Ingv: ”Ricostruire lontano dalla faglia”
Dopo un terremoto è opportuno ricostruire lontano dalla faglia.
Lo indica lo studio condotto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sulla base dei criteri di ricostruzione adottati dalla Struttura commissariale per la ricostruzione dell’area Etnea: in seguito al sisma di magnitudo 5.2 che colpì il fianco orientale dell’Etna nella notte del 26 dicembre 2018, promuove la possibilità di costruire abitazioni e attività lontano da zone situate lungo la faglia sismica dell’Etna e nelle sue immediate vicinanze, evitando la ricostruzione nelle aree già colpite.
La decisione è motivata dalla ripetuta sismicità dell’area, che rende pericoloso ed economicamente svantaggioso ricostruire nelle zone vulnerabili.
Gli autori dello studio sottolineano come la “delocalizzazione selettiva” rappresenti una strategia promettente per affrontare eventi calamitosi ricorrenti come terremoti, eruzioni vulcaniche, fenomeni bradisismici e alluvioni. “Al di là degli aspetti economici – aggiungono – la priorità resta la salvaguardia della vita umana. L’esperienza etnea potrebbe rappresentare un modello replicabile in altre aree del mondo esposte a rischi naturali ricorrenti”.
“La ricerca – spiega Mario Mattia, primo tecnologo dell’Osservatorio etneo dell’Ingv – ha evidenziato che la scelta innovativa della Struttura Commissariale Ricostruzione Area Etnea ha considerato aspetti fondamentali spesso trascurati nelle politiche di ricostruzione post-disastro. Il primo è l’adattamento socio-culturale delle famiglie colpite, che hanno progressivamente riorganizzato il proprio rapporto con il territorio. Il secondo è l’importanza della mediazione istituzionale, che è stata capace di trovare un punto di incontro tra le esigenze dei cittadini e le necessità dello Stato”. “La valutazione dei beni perduti e l’erogazione delle somme necessarie alla ripresa – conclude Mattia – poi hanno favorito una sintonizzazione non solo rispetto alle politiche dell’abitare, ma anche rispetto alla percezione culturale del rischio”.
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