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CRONACA

Catania: un arresto per spaccio, scoperta una stalla abusiva e sospesa l’attività di un ristorante

Una vasta azione di controllo straordinario del territorio è stata coordinata, nei giorni scorsi, dalla Polizia di Stato nel quartiere San Cristoforo, nell’ambito delle incessanti attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni di illegalità diffusa, come disposto dal Questore di Catania.

L’intervento ha visto impegnati decine di poliziotti delle volanti, della squadra a cavallo, dei cinofili, della Divisione Anticrimine, del Reparto Mobile, del Reparto Prevenzione Crimine e della Polizia Stradale, in sinergia con il personale del Corpo Forestale della Regione Siciliana, i medici dell’Asp Dipartimento di prevenzione – Servizio Igiene pubblica e Spresal, del Dipartimento di prevenzione veterinaria – Servizio di Sanità pubblica Veterinaria unitamente ai settori “Annona”, “Viabilità” “Ambiente” della Polizia Locale.

L’operazione è stata finalizzata al raggiungimento di molteplici obiettivi, dalla verifica del rispetto delle regole alla salvaguardia della sicurezza alimentare a garanzia dei consumatori, dagli accertamenti delle condizioni di sicurezza negli ambienti di lavoro alla tutela degli animali, spesso tenuti in condizioni critiche in stalle abusive o fatiscenti, elevando sanzioni per 100 mila euro.

La task force coordinata dalla Polizia di Stato ha controllato un ristorante e un bar di piazza Machiavelli e un altro bar di via Vittorio Emanuele dove sono state verificate le autorizzazioni previste per la vendita degli alimenti e della tracciabilità dei prodotti alimentari destinati ai consumatori, nonché la regolarità delle posizioni lavorative e degli adempimenti normativi connessi alla sicurezza.

Nello specifico, l’attività del ristorante controllato nella zona di piazza Machiavelli è stata sospesa per le gravi violazioni sulla sicurezza sugli ambienti di lavoro. I tecnici dello Spresal hanno riscontrato, oltre ad una cattiva manutenzione complessiva del locale, la carenza di sicurezza dell’impianto elettrico un alto rischio di elettrocuzione, l’assenza di cassette di primo soccorso, l’assenza di segnaletica di emergenza e la mancanza di spogliatoi, contestando sanzioni per 11.500 euro.

L’Ispettorato Territoriale del Lavoro ha accertato la presenza di un lavoratore non regolarizzato che ha determinato l’applicazione di una sanzione di 3900 euro.

Per quanto riguarda la genuinità degli alimenti, il Corpo Forestale e i medici del servizio veterinari dell’Asp hanno provveduto a sequestrare 15 chili di pesce congelato e fresco, privo di tracciabilità e ritenuto non idoneo al consumo umano. Pertanto, il prodotto ittico è stato destinato alla distruzione e il titolare è stato sanzionato per 1500 euro.

Le verifiche amministrative hanno permesso di constatare al personale del settore “Annona” della Polizia Locale la mancanza di Scia, l’assenza dei requisiti professionali per la somministrazione di alimenti e bevande, l’occupazione di suolo pubblico e l’affissione pubblicitaria abusiva, nonché l’assenza della licenza per la vendita di alcolici ADM, l’assenza di tabella orario, l’assenza di autorizzazione della tettoia esterna all’edificio, per un totale di sanzioni di circa 8.000 euro.

Nello stesso tempo, il servizio Igiene Pubblica ha riscontrato la mancanza di Scia sanitaria, la mancanza di procedure di autocontrollo sistema HACCP, con sanzioni per oltre 5.000 euro, con la prescrizione di rimuovere diversi inconvenienti igienico-sanitari.

I controlli si sono poi spostati in un bar della zona dove sono state riscontrate diverse irregolarità. In particolare, il servizio Igiene Pubblica dell’Asp ha prescritto il ripristino delle condizioni igienico-sanitarie, applicando una sanzione di 2.000 euro.

Il Corpo Forestale ha sequestrato 4 chili di granite di vari gusti, per mancanza di tracciabilità, con sanzione amministrativa di 1500 euro. La Polizia Locale, invece, ha contestato il montaggio di una tenda esterna senza alcuna autorizzazione, l’assenza di una tabella orario, l’abusiva occupazione del suolo pubblico, la mancanza di autorizzazione delle insegne esterne, la mancanza di autorizzazione ADM per la vendita di prodotti alcolici e superalcolici, con una sanzione di oltre 2500 euro.

In un bar di via Vittorio Emanuele, l’Ispettorato territoriale del lavoro ha accertato la presenza di un lavoratore in “nero” che ha determinato l’applicazione di una sanzione amministrativa di 7200 euro. Ulteriori sanzioni per 1000 euro sono state contestate dalla Polizia Locale per altre infrazioni amministrative. Lo Spresal ha rilevato la presenza di estintori con la manutenzione scaduta, le cassette di primo soccorso con presidi medici scaduti di validità, le lampade di emergenza non funzionanti, la segnaletica di sicurezza non presente, gli spazi di lavoro che non consentono il normale movimento dei lavoratori. I servizi igienici del personale sono risultati ingombrati da materiale non pertinente. Per queste irregolarità sono state contestate sanzioni per 8.500 euro.

Gli accertamenti sono stati estesi anche a 15 venditori ambulanti di frutta e verdura, rilevando oltre 450 chili di merce, nella maggior parte dei casi, del tutto priva del requisito della tracciabilità, necessario per accertare l’esatta provenienza dei prodotti. Di questi, 180 chili sono stati distrutti perché, a seguito delle verifiche, sono risultati non adatti al consumo umano, mentre 250 chili sono stati ritenuti idonei e donati alla Caritas.

Altre gravi irregolarità amministrative sono state accertate dalla Polizia Locale, a cominciare dall’assenza di autorizzazione e dalla mancanza dei requisiti professionali, passando per la mancanza di scia e di licenza per la vendita di super alcolici, che hanno determinato sanzioni per oltre 23 mila euro.

Oltre a garantire la cornice di sicurezza entro la quale si sono svolti i controlli, i poliziotti hanno pattugliato il quartiere, palmo a palmo, con posti di controllo fissi e dinamici che hanno permesso di identificare quasi 200 persone, un terzo delle quali conosciute alle forze di Polizia.

Le verifiche sul rispetto del Codice della strada hanno portato ad elevare sanzioni ad oltre 35 utenti, prevalentemente per mancato uso del casco, circolazione senza la prevista copertura assicurativa, revisione scaduta e guida senza patente.

I poliziotti della Squadra a Cavallo della Questura e i medici veterinari dell’Asp hanno individuato una stalla abusiva dove sono stati identificati 5 giovani, 4 dei quali già noti alle forze di Polizia.

All’interno, si trovavano 5 cavalli, tra cui due pony, tutti sottoposti a vincolo sanitario per la mancanza di un codice aziendale. Infatti, i titolari non avevano alcuna autorizzazione per allevare e detenere gli animali. I poliziotti hanno notato anche alcune anomalie nell’impianto elettrico e, per questo, è stato richiesto l’intervento del personale specializzato della ditta di distribuzione dell’energia. I tecnici hanno effettivamente accertato un allaccio abusivo alla rete elettrica e, pertanto, i titolari sono stati denunciati per furto aggravato di energia, ferma restando la presunzione di innocenza degli indagati valevole ora e fino a condanna definitiva. 

I medici veterinari hanno contestato complessivamente 17.500 euro di sanzioni amministrative, mentre sono stati sequestrati medicinali privi di prescrizione medica, alcuni potenzialmente dopanti.

Un altro aspetto dei controlli ha riguardato il contrasto allo spaccio di droga, con perlustrazioni mirate in alcuni punti strategici del quartiere dove, in passato, sono stati sorpresi pusher insieme ai loro clienti. In questo caso, i poliziotti della Squadra Cinofili dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico hanno individuato, nei pressi di Piazza Federico II di Svevia, un’abitazione di un giovane catanese di 19 anni. Grazie al fiuto dei canti antidroga, “Ares” e “Maui”, i poliziotti hanno scovato il nascondiglio utilizzato dal 19enne che, in casa, aveva tutto l’occorrente per lo spaccio, bilance e bustine, alcune già pronte ed altre da confezionare.

Al termine degli accertamenti, il giovane è stato arrestato, ferma restando la presunzione di innocenza degli indagati valevole ora e fino a condanna definitiva.

Secondo quanto disposto dal Pubblico Ministero, il 19enne è stato trattenuto nelle camere di sicurezza della Questura, in attesa del processo con rito direttissimo.

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CRONACA

Catania, girava in auto con la droga da spacciare: 32enne catanese beccato e arrestato dalla Polizia

Girava tranquillamente nelle strade del quartiere di San Giovanni Galermo con la droga in auto in attesa di potenziali acquirenti, ma è stato fermato ed arrestato dalla Polizia di Stato. Protagonista della vicenda è un 32enne catanese, già noto alle forze di polizia proprio per i recenti precedenti specifici.

I poliziotti della Squadra Volanti della Questura di Catania, durante un posto di controllo in via Zenone, hanno fermato un’autovettura in transito con a bordo un uomo. Quello che doveva essere un controllo di routine si è però trasformato nell’arresto del 32enne per il reato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio, ferma restando la presunzione di innocenza dell’indagato valevole ora e fino a condanna definitiva.

Infatti, in bella vista sui sedili anteriori della macchina condotta dall’uomo vi erano due buste di plastica contenenti quasi 180 grammi di marijuana, già suddivisa in dosi, mentre sui sedili posteriori erano adagiate ulteriori due buste contenenti rimasugli della medesima sostanza. Effettuato un accurato controllo dell’auto, i poliziotti hanno poi rinvenuto all’interno del vano porta oggetti due stecche di hashish per un totale di 20 grammi e la somma in contanti di 185 euro, ritenuta provento dell’attività di spaccio.

Tutta la droga trovata è stata sequestrata e sarà distrutta su disposizione dell’Autorità Giudiziaria mentre il 32enne è stato tratto in arresto. Sentito il PM di turno presso il Tribunale, il pusher è stato sottoposto agli arresti domiciliari in attesa del giudizio per direttissima.

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CRONACA

Rubano all’ex Cara di Mineo, nel catanese: 3 arresti e due denunce da parte dei Carabinieri

Nell’ambito delle attività preventive dei reati contro il patrimonio i Carabinieri della Stazione di Mineo, sulla base degli indizi raccolti da verificare in sede giurisdizionale, hanno proceduto all’arresto di tre uomini di Caltagirone di 30, 41 e 43 anni, a loro già noti per le loro pregresse vicende giudiziarie, perché ritenuti responsabili di furto aggravato in concorso, nonché denunciato altri due caltagironesi di 47 e 51 anni per acquisto di cose di sospetta provenienza, ferma restando la presunzione d’innocenza degli indagati valevole ora e fino a condanna definitiva.

E’ accaduto a seguito dell’occasionale transito di un Carabiniere della locale Stazione che, a bordo della propria autovettura privata, mentre si trovava nelle vicinanze del “Residence degli aranci”, l’ex centro di accoglienza per immigrati di Mineo, ha notato una utilitaria ed alcune persone che si trovavano in quel momento all’interno del perimetro della struttura.

Il militare ha subito avvisato la centrale operativa della Compagnia di Palagonia per richiedere rinforzi e bloccare la zona. Nel frattempo, un altro carabiniere, anch’egli allertato e intervenuto con la propria auto, ha individuato il veicolo segnalato con tre persone a bordo, che aveva già lasciato il CARA e si stava dirigendo sulla SS 417.

Quest’ultimo pertanto, in attesa dell’arrivo della gazzella del Radiomobile, ha deciso di seguire in modo discreto l’auto con i tre soggetti, comunicandone la posizione ai colleghi che non hanno, infatti, tardato ad arrivare.

Il pedinamento è proseguito fino a quando l’auto ha lasciato la SS 417, imboccando una stradina di campagna diretta a un casolare isolato. Giunti sul posto, i tre occupanti del veicolo sono stati raggiunti da altre due persone già presenti nell’area, alle quali hanno consegnato alcune tubazioni in rame scaricate dall’auto. Queste ultime le hanno poi nascoste in una buca nel terreno, coprendole con dei rami per occultarle.

L’intervento tempestivo dei Carabinieri ha permesso di bloccare le vie di fuga, circondando l’area e impedendo ai soggetti coinvolti di dileguarsi. I militari sono quindi riusciti a fermare i cinque individui – i tre a bordo del veicolo, che stavano cercando di allontanarsi, e i due complici rimasti nei pressi del casolare – procedendo alla loro immediata identificazione.

Gli accertamenti successivi hanno permesso di stabilire che il materiale ceduto ai due acquirenti consisteva in tranci di grondaie in rame, per un peso complessivo di alcune decine di chilogrammi, asportati poco prima dalle abitazioni del CARA di Mineo. Il bottino era stato rivenduto per una somma di circa 60 euro, ma il danno strutturale causato alle abitazioni saccheggiate ammonta, invece, in alcune migliaia di euro.

I due acquirenti, risultati essere i proprietari del casolare dove era avvenuto lo scambio, hanno dichiarato di non essere a conoscenza della provenienza furtiva del materiale, sostenendo di essersi fidati delle rassicurazioni fornite dai venditori. Tuttavia, sono stati denunciati in stato di libertà per il reato di acquisto di cose di sospetta provenienza, anche in considerazione dell’evidente sproporzione tra il valore effettivo del rame e la somma irrisoria corrisposta.

I tre soggetti provenienti da Caltagirone, invece, sono stati arrestati in flagranza per furto aggravato in concorso, con il provvedimento che è stato successivamente convalidato dall’Autorità Giudiziaria.

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CRONACA

Controlli dei Carabinieri a Catania: sanzioni per oltre 14mila euro a venditori abusivi di alimenti

Prosegue senza sosta l’impegno dei Carabinieri della Stazione di Catania Librino nei servizi straordinari di controllo del territorio, finalizzati alla prevenzione generale dei reati e al contrasto dell’illegalità diffusa, con particolare attenzione alla tutela della salute pubblica e del decoro urbano.

L’attività si inserisce nell’ambito delle linee operative impartite dal Comando Provinciale Carabinieri di Catania, che prevedono il rafforzamento dei servizi di vigilanza in tutta l’area urbana, con l’obiettivo di accrescere la sicurezza dei cittadini e assicurare il rispetto delle norme.

A tal fine, sono stati effettuati controlli presso i banconi improvvisati dei venditori abusivi di alimenti, una delle criticità più diffuse nei contesti urbani ad alta densità, in particolare nei quartieri periferici. Tali attività di vendita, infatti, vengono svolte in assenza di autorizzazioni amministrative e dei necessari requisiti igienico-sanitari, e non solo sottraggono risorse al circuito economico regolare, ma espongono gli acquirenti a gravi rischi per la salute.

In tale contesto, nel corso della mattinata, una “Task Force” composta da militari dell’Arma di Librino, dalla Polizia Locale di Catania e dal personale del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria – Servizio Igiene degli Alimenti dell’A.S.P. di Catania, hanno sottoposto ad accertamenti 4 venditori ambulanti, rispettivamente di 43, 56, 47 e 48 anni, residenti nei quartieri di Librino e San Giorgio, nonché nel comune di Misterbianco.

Gli operatori hanno accertato che tutti esercitavano la vendita di prodotti alimentari, prevalentemente ittici e ortofrutticoli, su suolo pubblico in totale assenza delle prescritte autorizzazioni amministrative e senza il possesso dei requisiti professionali previsti dalla normativa di settore.

La merce esposta, inoltre, era priva di tracciabilità, un aspetto fondamentale nel campo della sicurezza alimentare, perché permette di identificare la provenienza dei cibi, gestire i rischi di contaminazione e assicurare una risposta tempestiva in caso di necessità di ritiro o richiamo di prodotti non conformi.

I Carabinieri insieme ai Medici Veterinari hanno, inoltre, accertato che anche la conservazione di quanto messo in vendita, in questo caso pesce, frutta e verdura, era inadeguata: senza refrigerazione, a contatto con smog, polvere e agenti contaminanti.

Infine, gli investigatori dell’Arma con il prezioso contributo della Polizia Locale hanno accertato che i venditori occupavano abusivamente porzioni della sede stradale, compromettendo la sicurezza e l’igiene dell’area e, agendo senza qualsiasi forma di fiscalizzazione, contribuivano a un’evidente concorrenza sleale nei confronti degli operatori regolari.

Le criticità riscontrate hanno comportato, per questi commercianti abusivi, delle sanzioni amministrative per un importo complessivo superiore a 14 mila euro con il conseguente sequestro di circa 100 kg di prodotti ittici e di tutta l’attrezzatura utilizzata per la vendita.

Parte degli alimenti, ritenuti idonei al consumo umano da parte dei sanitari dell’A.S.P., è stata devoluta in beneficenza alla Caritas Diocesana di Catania, mentre la rimanente quantità, priva dei requisiti igienico-sanitari, è stata destinata alla distruzione.

L’intervento, che ha visto operare congiuntamente i Carabinieri, il personale dell’Amministrazione comunale e i servizi veterinari dell’Asp di Catania, conferma l’efficacia del coordinamento tra enti nella tutela della salute pubblica e nella prevenzione di fenomeni di degrado e abusivismo.

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