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ATTUALITÀ

Mafia, supporto economico per 30 anni a Santapaola-Ercolano: i BENI sequestrati e come gestivano il denaro – VIDEO

CATANIA  Su delega di questa Procura distrettuale i carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Catania questa mattina hanno dato esecuzione a un provvedimento cautelare personale a reale, emesso dal giudice per le indagini preliminari distrettuale. Il provvedimento riguarda 9 persone (FOTO e NOMI), e in particolare, con custodia cautelare in carcere:

  • Giuseppe Cesarotti, nato a Catania, 75 anni;
  • Salvatore Cesarotti (figlio di Giuseppe), nato a Catania, 54 anni;
  • Orazio Di Grazia, nato a Giarre (CT), 37 anni;
  • Francesco Antonino Geremia, nato a Catania, 59 anni;
  • Giuseppe Mangion, inteso Enzo, nato a Catania, 60 anni;
  • Armando Pulvirenti, nato a Catania il 64 anni;
  • Cateno Russo, nato ad Acireale (CT), 38 anni
Agli arresti domiciliari:
  • Mario Palermo, nato a Linguaglossa (CT), 75 anni
  • Vincenzo Pulvirenti, nato a Catania, 67 anni

Il gip ha disposto il sequestro preventivo di società e beni mobili per un valore complessivo calcolato in 12.660.000 euro.

Le fattispecie delittuose perseguite sono quelle di cui agli artt. 416 bis c.p. (associazione di tipo mafioso), 110 e 416 bis c.p.(concorso esterno in associazione di tipo mafioso), 629 c.p.(estorsione), 648 bis c.p. (riciclaggio), 512 bis c.p. (trasferimento fraudolento di valori) e 513 bis c.p. (illecita concorrenza con minaccia).

L’impegno investigativo è nato sul finire del 2016 con la finalità di monitorare le documentate relazioni tra Mangion e l’uomo d’onore Giuseppe Cesarotti, il primo figlio del defunto uomo d’onore Francesco Mangion, inteso Ciuzzu u firraru, già consigliere di Benedetto Santapaola (capo e rappresentante della famiglia) e il secondo favoreggiatore dello stesso Santapaola. In tale ambito, sono state captate conversazioni dalle quali emergeva che Cesarotti:

  • consegnava al primo cospicue somme di denaro contante e aveva rapporti con i figli del più noto Benedetto Santapaola, cui erano destinate parte delle citate somme;
  • era a conoscenza, per avervi preso personalmente parte a suo tempo, di risalenti investimenti fatti da Santapaola, Aldo Ercolano (59 anni e vice rappresentante della famiglia) e dal defunto Francesco Mangion.

I contenuti di quelle intercettazioni, peraltro, sono apparsi sin da subito geometricamente sovrapponibili rispetto agli addebiti formulati a carico di Cesarotti nella sentenza Orsa Maggiore, in cui si dà atto che l’apporto arrecato dai fratelli Cesarotti all’organizzazione malavitosa non si limitava solo alla ‘gestione della latitanza’ degli esponenti di vertice della famiglia catanese, bensì si estendeva anche alla gestione di attività economiche nell’interesse e per conto del sodalizio malavitoso”.

In tale quadro, perciò, si decideva di avviare un dedicato impegno investigativo mirante alla individuazione degli investimenti/interessi degli storici vertici della famiglia – si tratta di Benedetto Santapaola, Aldo Ercolano (59 anni) e del defunto Francesco Mangion – e, conseguentemente, dei soggetti imprenditoriali che si erano prestati a ricevere i capitali di provenienza illecita, reinvestendoli in attività imprenditoriali lecite.

L’obbiettivo investigativo è stato raggiunto dal momento che a detti investimenti partecipò anche Giuseppe Cesarotti che è l’unico libero e vivente degli originari investitori – il quale, nell’ottica di rientrare in possesso del denaro a suo tempo investito è altresì assurto a garante degli interessi di chi – secondo espressioni sue proprie – è nell’altra vita (riferimento a Francesco Mangion, di qui il coinvolgimento del figlio Enzo) e di coloro che invece sono sepolti vivi (riferimento agli ergastolani Benedetto Santapaola e Aldo Ercolano). Proprio approfondendo le relazionalità tra Cesarotti ed Enzo Mangion è emerso che:

  • l’imprenditore farmaceutico Palermo, risultato legato da risalenti rapporti fiduciari a Santapaola, Ercolano e Francesco Mangion, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, quale titolare fittizio della società Tropical Agricola S.r.l. (già Antoniocostruzioni S.r.l.) e per il tramite di essa, acquistò beni immobili con fondi provenienti dai summenzionati Santapaola, Ercolano, Mangion e Cesarotti; negli anni ’90 curò personalmente la latitanza di Ercolano e Mangion.

Nel corso dell’indagine, Palermo è risultato impegnato, in concorso con Giuseppe Cesarotti ed Enzo Mangion (presente in ragione della riconducibilità di parte dell’investimento al de cuius), nell’alienazione, a favore di terzi in buona fede, del patrimonio immobiliare della società.

L’ammontare dell’originario investimento, sulla scorta degli esiti delle attività intercettive, è stato quantificato in 2 miliardi di lire.

In relazione alla vicenda in parola, il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania ha ritenuto sussistere la gravità indiziaria in ordine alle seguenti ipotesi delittuose:

  • artt. 110, 512 bis e 416 bis.1 c.p. (trasferimento fraudolento di valori) a carico di Palermo e Cesarotti, per aver fittiziamente attribuito l’amministrazione e la proprietà della Tropical Agricola Srl (provvedendo altresì a dividersi i proventi dell’alienazione del patrimonio sociale) a Palermo, mentre i titolari effettivi della stessa sono Santapaola, Ercolano e Cesarotti (e il defunto Francesco Mangion);
  • artt. 648 bis (riciclaggio) e 416 bis.1 c.p. a carico di Palermo, per aver compiuto operazioni dirette a ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro riconducibile a Santapaola, Ercolano, Francesco Mangion e Cesarotti. Nello specifico, Palermo, in qualità di amministratore formale della Tropical Agricola Srl (già Antoniocostruzioni S.r.l.) provvedeva a reinvestire, custodire e capitalizzare i proventi dell’associazione mafiosa accumulati dai summenzionati Santapaola, Ercolano, Francesco Mangion e Cesarotti;
  • agli artt. 110, 416 bis c.p. (concorso esterno in associazione di tipo mafioso) a carico di Geremia, perché concorreva nell’associazione mafiosa denominata famiglia Santapaola-Ercolano, mettendo costantemente a disposizione degli associati i locali nella sua disponibilità per incontri riservati, raccogliendo il denaro investito dai vertici della famiglia mafiosa (Santapaola, Ercolano e Francesco Mangion) attraverso l’imprenditore Palermo, curando l’organizzazione degli appuntamenti tra gli associati e, specificatamente tra Enzo Mangion e Antonio Tomaselli, e gestendo, per conto degli associati, i rapporti con le pubbliche amministrazioni, in particolare con il comune di Catania.

È stato altresì disposto il sequestro ex art. 321 c.p.p. della Tropical Agricola S.r.l.;  

Santapaola, Ercolano, Francesco Mangion e Giuseppe Cesarotti, negli anni ’90, con fondi propri, attraverso la società Mascali S.r.l., acquistarono un rilevante appezzamento di terreno sul quale realizzare immobili. Negli anni 2000, la società fu venduta a imprenditori che, ignari della riferibilità dell’assetto societario a Cosa Nostra, divennero oggetto di richieste estorsive, formulate da Cesarotti nell’intento di recuperare così le somme investite. Cesarotti, nell’avanzare le richieste, pretese l’intestazione di un appartamento e, sempre al fine di sollecitare ulteriormente gli imprenditori, ordinò l’incendio, avvenuto nell’agosto del 2017, dello stabilimento balneare mascalese denominato Jaanta Bi, gestito dalle parti offese. L’ammontare degli investimenti, e dunque della corrispondente pretesa vantata da Cesarotti, sulla scorta degli esiti delle attività intercettive e delle dichiarazioni rese dalle persone offese, è stato quantificato in 1 miliardo e 800 milioni di lire.

In relazione a ciò, il gip ha ritenuto sussistere la gravità indiziaria in ordine all’ipotesi delittuosa di cui agli artt. 629 c.p.(estorsione) e 416 bis.1 c.p. a carico di Giuseppe e Salvatore Cesarotti, Russo, Di Grazie e Armando Pulvirenti perché con minaccia e violenza, consistita nel porre in essere aggressioni fisiche e nell’incendiare il lido Jaanta Bi, costringevano le persone offese a consegnare somme di denaro allo stesso Giuseppe Cesarotti per importi variabili.

Invero, questa è la vicenda imprenditoriale di cui vi è traccia nella sentenza Orsa Maggiore, in cui si dà atto che i Cesarotti provvedevano a reinvestire i ‘proventi illeciti per conto della famiglia Santapaola’… sfruttando le loro conoscenze con il Sindaco di Mascali, Susinni, per conto del Santapaola dovevano acquistare dei terreni agricoli che presto sarebbero diventati edificabili“.

Santapaola, Ercolano, Francesco Mangion e Giuseppe Cesarotti, , negli anni ’90, con fondi propri, attraverso la società Co.Invest. S.r.l., acquistarono beni immobili. Gli esiti delle attività tecniche consentono di dire che Cesarotti:
  • investì personalmente 1 miliardo di lire;
  • ha avviato preliminari attività volte alla stima del valore dei beni (15 milioni e 900 mila euro) onde poi alienarli.

In relazione a ciò, è stato disposto il sequestro ex art. 321 c.p.p. dei beni riconducibili a Cesarotti attraverso la Co.Invest. S.r.l., consistenti in terreni siti in Belpasso (20 ettari circa) e villette site in Marina di Gioiosa (RC).

Nel contempo, si è accertato che i Cesarotti, benché formalmente estranei agli assetti della LT Logistica e Trasporti S.r.l. e della G.R. Transport Logistics S.r.l., hanno personalmente curato e fatto fronte, con metodo mafioso, alle vicissitudini aziendali, intervenendo tanto sui committenti quanto sugli altri operatori del settore dei trasporti, al fine di coartare l’iniziativa imprenditoriale di questi ultimi e acquisire una posizione di sostanziale monopolio sul mercato. In più, si è accertato che la G.R. Transport Logistics S.r.l., sin dalla data della sua costituzione, ha sede legale all’interno di immobile fittiziamente intestato ad altri, ma nei fatti riconducibile a Cesarotti. Su tale fronte, il gip presso il Tribunale di Catania ha ritenuto sussistere la gravità indiziaria in ordine alle seguenti ipotesi delittuose:

  • artt. 110, 512 bis c.p. (trasferimento fraudolento di valori) a carico di dei Cesarotti quali titolari occulti della LT Logistica e Trasporti Srl e della GR Transport Logistics Srl;
  • agli artt. 81, 110, 513 bis (illecita concorrenza con minaccia) e 416 bis.1 c.p. a carico dei due perché, nell’esercizio dell’attività imprenditoriale di deposito ferroviario e trasporto merci svolta attraverso la GR Transport Logistics Srl, ponevano in essere atti di concorrenza attraverso minacce e intimidazioni. Nello specifico, al fine di garantirsi una situazione di sostanziale monopolio per le merci inviate a Catania dalla società Mercitalia Logistic Spa, intervenivano sia nei confronti di questi ultimi che dei titolari di aziende operanti nel settore dei trasporti;

Quindi, è stato disposto il sequestro ex art. 321 c.p.p. della LT Logistica e Trasporti Srl e della GR Transport Logistics Srl e dell’immobile occultamente riconducibile a Giuseppe Cesarotti, sito in Mascali e sede della GR Transport Logistics Srl.

Le attività d’indagine di cui sopra, inoltre, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di Cesarotti, Mangio e Pulvirenti in ordine al delitto di cui all’art. 416 bis c.p. (associazione di tipo mafioso), quali affiliati alla famiglia Santapaola-Ercolano e di contestare a Mangion anche l’ipotesi delittuosa di cui agli artt. 110 e 512 bisc.p. (trasferimento fraudolento di valori) poiché, quale reale proprietario, attribuiva fittiziamente a Vincenzo Pulvirenti, che la accettava, la titolarità dell’immobile in via Campania civ. 14 di Mascalucia.

Il risultato sopra descritto è stato raggiunto grazie ad attività di intercettazione e a penetranti servizi di osservazione, controllo e pedinamento eseguiti a riscontro, che hanno così delineato un quadro indiziario forte, ulteriormente arricchito dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia e consolidatosi, non ultimo, grazie alla piena collaborazione offerta da alcune delle vittime.

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Anci Sicilia: dal 2019 al 2023 la popolazione è diminuita del 1,93%. Registrato un andamento negativo di oltre 94mila abitanti

In Sicilia, dal 2019 al 2023, la popolazione è diminuita dell’1,93%.

I numeri evidenziano un andamento negativo di oltre 94 mila abitanti

Le uniche province in controtendenza sono Catania, dove lo spopolamento è dello 0,26% (-2.836 abitanti) e Ragusa, dove invece la popolazione aumenta dello 0,71% (+2.229).

Il dato è emerso nel corso del convegno organizzato da Anci Sicilia che si svolge oggi a San Marco D’Alunzio, in provincia di Messina.

La maglia nera della crisi demografica spetta al territorio di Enna, (-4,58%, -7.431 abitanti). Seguono Caltanissetta (-3,91%, -10.155), Agrigento (-3,46%, -14.826), Messina (-3%, -18.533), Palermo (-2,23%, -27.413), Trapani (-2,13, -9.033), Siracusa (-1,67%, -6.530).

Tra i capoluoghi di provincia, a soffrire di più dello spopolamento è Trapani, con -15,80%, -10.473. Seguono Enna che segna una perdita del 4,46%, -1.193 abitanti, Agrigento (-4,36%, -2.538), Messina (-4,31, -9.823), Caltanissetta (-3,90, -2.391), Palermo (-3,10%, 20.221), Siracusa (-2,57%, -3.075): in controtendenza Catania che cresce, dove la popolazione cresce dello 0,66% (+1.978) e Ragusa con +2,95% (+2.102 abitanti).

“Purtroppo – dice il segretario generale di Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano- lo spopolamento non riguarda solo le aree interne o montane. Non è una questione limitata. In tutte le province i dati precisano che, tranne a Ragusa e Catania, negli ultimi 5 anni la popolazione dell’Isola ha subito un preoccupante decremento. Credo che nell’agenda politica il problema sia entrato solo a livello superficiale senza una reale volontà di risolverlo.

Come sarà la Sicilia nei prossimi anni è un argomento che bisogna affrontare ogni giorno. Sulla base del censimento chiuso al 31 dicembre 2022, la popolazione siciliana risulta ammontare a 4.814.016 residenti. Un dato in calo dello 0,4% rispetto all’anno precedente. A questo si aggiunge la crisi finanziaria che colpisce i comuni da anni e che Anci Sicilia non smette di denunciare: allo stato attuale abbiamo 70 comuni in dissesto, 43 comuni in piano di riequilibrio”.

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“La comunicazione nei pubblici esercizi – Gli esercizi pubblici nella comunicazione”

CATANIA – Il fenomeno sempre più diffuso delle recensioni sul web, che possono danneggiare i ristoratori e al tempo stesso confondere i clienti, sarà uno dei temi al centro del convegno organizzato da Fipe Confcommercio Catania dal titolo “La comunicazione nei pubblici esercizi – Gli esercizi pubblici nella comunicazione”, in programma giovedì 16 maggio alle 10 nel salone della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia (via Cappuccini 2, Catania).

Nell’occasione la Fipe – Federazione dei pubblici esercizi etnei presenterà anche la seconda edizione della Giornata della Ristorazione, in programma sabato 18 maggio. L’iniziativa, che ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica per il suo alto valore e che coinvolgerà migliaia di esercizi commerciali, con il patrocinio dei ministeri delle Imprese e del Made in Italy, degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e del Turismo, consentirà anche di sostenere e avviare mense di comunità della Caritas diocesana su tutto il territorio nazionale.

All’evento, moderato dal giornalista dell’Adnkronos Francesco Bianco, prenderà parte insieme al presidente di Confcommercio Catania, Pietro Agen e al presidente di Fipe Confcommercio Catania, Dario Pistorio, anche il sindaco di Catania Enrico Trantino.

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“Caravaggio: la verità della luce”. Tornano a Catania le opere di Caravaggio

CATANIA – Dal 1 giugno al 6 ottobre 2024, tornano a Catania, le opere di Michelangelo Merisi, meglio noto come Caravaggio.

La mostra “Caravaggio: la verità della luce”, vuole portare un contributo di conoscenza ad un periodo fondamentale dell’arte europea, dalla fine del cinquecento, alla prima metà del seicento, intrecciandosi, con quella che viene comunemente definita, età barocca.

Davanti alle opere di Caravaggio, i visitatori, per magia, faranno un viaggio, che arriva fino all’anima. Soggetti emergono dal nero, attraversando l’arte, riportandola alla luce. “Caravaggio: la verità della luce”, è un viaggio nella conoscenza della vita e della morte, giochi di luci ed ombre, come nell’alba e nel tramonto.

L’evento straordinario, co-organizzato dall’Associazione MetaMorfosi e dal Comune di Catania, sarà presentato ufficialmente, in Conferenza Stampa, giovedì 16 maggio 2024, alle ore 11, presso la Sala Giunta del Palazzo degli Elefanti a Catania, in presenza del sindaco avv. Enrico Trantino e del Presidente di MetaMorfosi on. Pietro Folena

Forse non tutti sanno che, nella sua breve, ma tormentata vita, Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come Caravaggio, ha trascorso un intenso periodo in Sicilia

La mostra sarà visitabile, solo per la stampa, venerdì 31 maggio alle ore 11. L’inaugurazione, invece, è in programma, sempre venerdì 31, alle ore 19, presso la Pinacoteca ex Monastero Santa Chiara, via Castello Ursino, 10, Catania. Per l’occasione, sarà inaugurata, dopo il suo recupero architettonico, anche la Pinacoteca, luogo noto a tutti i catanesi, perché c’era l’anagrafe, archivio storico, della città etnea.

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