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CRONACA

Messina, furto di energia elettrica nel rione Bisconte: tre persone finiscono agli arresti domiciliari

MESSINA – Nella giornata di ieri, i carabinieri della Compagnia di Messina Centro, con il supporto tecnico di personale specializzato dell’ENEL, nell’ambito di un servizio finalizzato a un controllo sugli impianti elettrici in un condominio nel rione Bisconte del capoluogo peloritano, hanno arrestato, in flagranza di reato, tre persone per furto aggravato di energia elettrica.

L’attività è stata eseguita per constatare sul posto alcune discrasie registrate, nei propri database, dall’Ente deputato alla distribuzione dell’energia, riguardanti forniture formalmente cessate ma di fatto ancora in corso e forti disallineamenti tra il consumo dell’anno precedente e dell’anno corrente.

All’esito delle verifiche, i carabinieri della Stazione di Messina Camaro Superiore, mediante controlli tecnici e ricognizione degli impianti elettrici, hanno appurato che tre persone, residenti nel condominio oggetto della verifica, una delle quali sottoposta agli arresti domiciliari, avevano realizzato un allaccio abusivo direttamente collegato alla rete pubblica allo scopo di eludere il contatore per usufruire illegalmente della fornitura di energia elettrica. Pertanto i tre soggetti sono stati arrestati, in flagranza di reato, per furto aggravato di energia elettrica, stimato in circa 14mila euro.

Ultimate le formalità di rito, su disposizione dell’autorità giudiziaria, gli individui sono stati ristretti agli arresti domiciliari nelle loro abitazioni in attesa di essere giudicati con il rito direttissimo.

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CRONACA

San Gregorio di Catania, si presenta alle casse con carne e salumi “scontati” dall’amico al banco macelleria: denunciate due persone

Si erano messi d’accordo al banco, un 41enne di Sant’Agata Li Battiati e un 39enne catanese, i due denunciati dai Carabinieri di San Gregorio per “tentato furto aggravato dal mezzo fraudolento”.

Ed infatti i due amici, il 41enne cliente ed il 39enne dipendente del reparto macelleria di un supermercato della zona, avevano riempito due sacchetti su tre e poi il cliente si era presentato alle casse.

Ed infatti, il cassiere insospettito dal gran numero di confezioni contenute nei sacchetti, sebbene fossero contenute in buste prezzate con scontrini adesivi, ha deciso di verificare la congruenza della spesa.

Dall’ispezione effettuata, è stato rilevato come il 41enne si fosse presentato a pagare 3 sacchetti su cui erano stati applicati due scontrini adesivi da 7,50 euro ciascuno ed uno da 4,50, invero, le buste contenevano merce per un valore commerciale di 62,19 euro. Ed ancora, in due dei tre sacchetti, nonostante lo scontrino adesivo fosse stato applicato dal reparto salumeria, erano presenti, provenienti dal reparto macelleria, altri prodotti. Questi ultimi, regolarmente prezzati, avevano tuttavia indicazioni difformi rispetto all’effettivo contenuto: nell’involucro su cui vi era l’indicazione “tritato sceltissimo” era presente un girello, mentre su quello su cui vi era l’indicazione “bollito” era presente del tritato.

Il terzo sacchetto, infine, conteneva svariati prodotti di salumeria senza alcuna etichettatura che ne indicasse tipologia o prezzo.

I Carabinieri della Stazione, intervenuti nelle fasi della verifica alle casse del punto vendita, raccolti tutti gli elementi investigativi e scoperto quindi il “sistema” escogitato per ottenere uno sconto consistente sulla spesa, peraltro ammesso dai due denunciati, hanno comunicato quanto accaduto all’Autorità Giudiziaria.

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CRONACA

Operazione “Oro Rosso”: il bilancio della terza giornata di controlli straordinari finalizzati al contrasto dei furti di rame

1 indagato, 621 persone controllate, 25 siti sensibili ispezionati, 39 operatori Polfer impegnati: è il bilancio della terza giornata dell’anno denominata operazione “Oro Rosso” dedicata, a livello nazionale, al contrasto del fenomeno dei furti di rame in ambito ferroviario.

La finalità dell’Operazione è rintracciare ed interrompere la filiera di illegalità legata al c.d. “oro rosso”, causa di considerevoli danni economici alle imprese vittime dei predatori di rame nonché disagi alla cittadinanza nella fruizione dei servizi pubblici e di pubblica utilità.

I controlli, effettuati in tutta la regione, hanno interessato le linee ferroviarie dove talvolta si sono verificati episodi delittuosi nonché 13 centri di rottamazione e di trattamento di rifiuti speciali e metallici, ove sono stati verificati il possesso delle autorizzazioni all’esercizio dell’attività ed al trattamento dei materiali, il rispetto delle normative ambientali e la tracciabilità dei metalli trattati.

A Catania, gli agenti della Polfer, durante i controlli hanno provveduto a denunciare in stato di libertà un uomo che trasportava a bordo di una motoape, rifiuti composti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, senza alcuna autorizzazione. Al soggetto, sono state elevate diverse sanzioni amministrative per un importo pari a circa 6.000 euro.

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CRONACA

Tragedia sul lavoro a Casteldaccia: emergono le prime informazioni utili alla ricostruzione della strage

Dalle prime testimonianze e ricostruzioni, inizia a delinearsi il quadro della tragedia avvenuta a Casteldaccia: la discesa degli operai all’interno della stazione di sollevamento durante la manutenzione della rete fognaria, non era prevista.

Il contratto di appalto stipulato con Amap, la municipalizzata che aveva dato alla loro ditta, la Quadrifoglio group, l’appalto dei lavori, prevedeva che l’aspirazione dei liquami avvenisse dalla superficie attraverso un autospurgo e che il personale non scendesse sotto terra.

Questa dunque la ragione per cui nessuna delle vittime indossava la mascherina né aveva il gas alert, un apparecchio che misura la concentrazione dell’ idrogeno solforato, il gas che poi li ha uccisi. Non è chiaro, ad ora quindi, il motivo per cui i cinque siano scesi all’interno della stazione di sollevamento nè cosa sia accaduto dopo.

L’ipotesi che si sia rotto un tubo da cui poi è fuoriuscito il gas è smentita dai vigili del fuoco, mentre non si esclude che gli operai abbiano potuto aprire una paratia che sarebbe dovuta restare chiusa. L’ambiente infatti, in condizioni normali, è a tenuta stagna.

Nel frattempo, dopo avere appreso la notizia della morte dei suoi operai, deceduti ieri a Casteldaccia mentre lavoravano alla rete fognaria, Antonio Di Salvo, 67 anni, titolare della Quadrifoglio Srl, sta rientrando in Sicilia dagli Stati Uniti dove si trova per il matrimonio di un familiare. Il suo socio Epifanio Alsazia è una delle cinque vittime
   

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