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CRONACA

Fece uccidere il compagno nel 2002 tramite dei complici: condanna definitiva per donna di Misterbianco

CATANIA – Su delega di questa Procura Generale della Repubblica, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito un ordine di carcerazione nei confronti della 48enne misterbianchese BREGAMO Barbara, dovendo la stessa scontare una pena residuale definitiva di 13 anni di reclusione.

Il provvedimento restrittivo, conseguente alla pronuncia della Corte Suprema di Cassazione del 6 dicembre scorso, riguarda il coinvolgimento della donna nei fatti di sangue risalenti al 2001 e 2002, ovvero nel tentato omicidio e nel successivo assassinio dell’allora compagno convivente GIUFFRIDA Santo, classe 57, delitto commesso per mano di complici, ricompensati con denaro e beni materiali.

In merito al primo fatto criminale, avvenuto la notte del 21 gennaio del 200, il GIUFFRIDA Santo, mentre si trovava in compagnia della compagna BREGAMO Barbara, venne aggredito da uno sconosciuto armato di coltello – che all’esito delle indagini è stato identificato in INDORADO Francesco Giuseppe – che lo attinse con diversi fendenti. La vittima tuttavia, grazie alla sua pronta reazione, riuscì a salvarsi, costringendo l’aggressore alla fuga.

Successivamente, dopo circa un anno dal tentativo di omicidio, precisamente il 10 dicembre del 2002, l’uomo spirò per cause che all’epoca dei fatti, furono ritenute naturali. In particolare in quella occasione, i sanitari intervenuti sul posto credettero che la morte fosse stata determinata da un infarto fulminante.

In tale contesto, nel 2017, a seguito delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Luciano CAVALLARO, che si autoaccusò dei due efferati episodi delittuosi, pur senza specifici addebiti a suo carico, le indagini su tali eventi ebbero un nuovo impulso.

All’esito quindi della successiva attività investigativa posta in essere dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania e dall’Aliquota Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura Distrettuale etnea, vennero accertati i fatti, le circostanze e le responsabilità dei vari personaggi coinvolti nel sanguinoso delitto, evidenziando soprattutto il ruolo della BREGAMO quale mandante dell’omicidio di GIUFFRIDA Santo.

Dalle indagini emerse infatti come in un primo momento, la BREGAMO ingaggiò CAVALLARO Luciano, con il quale stava intrattenendo una relazione sentimentale e INDORATO Francesco Giuseppe per uccidere il compagno. Lo scellerato piano delinquenziale tuttavia non fu portato a compimento, a causa della pronta difesa e reazione dell’uomo.

Il disegno criminoso venne comunque realizzato dopo circa un anno, quando la donna assoldò nuovamente il CAVALLARO, pagando i suoi servizi malavitosi con una costosa BMW e la somma di 20.000 euro, prelevata da un conto cointestato con la stessa vittima.

 Il CAVALLARO, che in quella circostanza si avvalse della collaborazione del cugino MAUGERI Alfio e di ZUCCARELLO Antonio, entrò quindi nella notte nell’abitazione del GIUFFRIDA, dopo che la BREGAMO gli aveva aperto la porta, iniettando nella vittima, che stava dormendo sul proprio letto, un potente veleno per cavalli, per poi soffocarlo.

Tuttavia, attraverso la successiva attività tecnica curata dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria di Catania, è stata fatta luce sulla vicenda. Nello specifico, in una conversazione con un suo amico, ZUCCARELLO Antonio, evidentemente attanagliato dalla preoccupazione che la notizia prima o poi potesse emergere, confessò con dovizia di particolari le fasi salienti dell’omicidio, soffermandosi più volte sul fatto che avesse colpito la vittima con un’iniezione “velenosa”, per poi terminarlo con un successivo soffocamento a mani nude.

La donna è stata ristretta presso la casa circondariale di Catania Piazza Lanza.

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CRONACA

Associazione “Mareamico”: tartaruga Caretta caretta ritrovata morta ad Agrigento sulla spiaggia di San Leone

Grossa tartaruga trovata senza vita in spiaggia ad Agrigento

L’ associazione Mareamico ha trovato morta nella spiaggia di San Leone ad Agrigento una grossa tartaruga Caretta caretta, trasportata a riva dal moto ondoso e dalle correnti.

“Dall’ispezione della carcassa non abbiamo rinvenuto né ami, né malattie parassitarie e neanche grosse ferite che potrebbero giustificare questa fine, quindi la causa probabile di morte, come avviene per la gran parte di questi rettili trovati a riva, è sicuramente la plastica”, affermano gli ambientalisti.

“Questi splendidi animali scambiano i sacchetti e le bottiglie di plastica per le meduse, delle quali vanno ghiotti, provocando l’occlusione intestinale e quindi la morte – aggiungono – Vista l’impossibilità di trasporto della tartaruga all’Istituto Zooprofilattico di Palermo, abbiamo affidato il rettile al Comune di Agrigento che ha provveduto alla sua distruzione mediante la ditta incaricata”.

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CRONACA

Catania: denunciato in stato di libertà minorenne accusato di violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale

I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Catania hanno denunciato in stato di libertà una minorenne catanese per violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

Il tutto è iniziato con una chiamata al 112 da parte di un passante che, diligentemente, ha segnalato una accesa lite tra un ragazzo ed una ragazza in un parcheggio di un noto lido, sito lungo viale Kennedy alla Plaia.

L’operatore della centrale Operativa del Comando Provinciale Carabinieri di Catania, ricevuta la segnalazione e, ritenendo che si trattasse di una violenza di genere per il quale ormai vi è la consapevole circa l’importanza di un tempestivo intervento, ha subito girato l’intervento ad una “gazzella” del Radiomobile di Catania, già in perlustrazione sul territorio con l’obiettivo di contrastare ogni attività illecita.

La pattuglia, ricevuta la comunicazione, in pochissimo tempo ha raggiunto il luogo della lite dove, effettivamente, in mezzo ad un capannello di giovani, hanno subito individuato i due “contendenti” ancora molto infervoriti: una ragazza ed il proprio fidanzatino, entrambi minorenni.

Separati, quindi, i due litiganti, mentre il ragazzo non ha esitato a farsi identificare e a collaborare con i militari la ragazza, invece, ha iniziato ad inveire contro gli stessi operanti e contro l’uomo che si era prodigato ad avvisare le Forze dell’Ordine e che, nel frattempo, aveva tentato di sedare la lite, in difesa della giovane.

Alla richiesta, quindi, dei documenti ed a quella di salire sulla macchina di servizio, per essere accompagnata in caserma per il successivo necessario riaffido ai genitori, la ragazza non ne ha voluto sapere, anzi, ha dapprima urlato e poi strattonato e colpito ad un braccio un militare del Radiomobile.

Successivamente, riportata alla calma, solo la fermezza e professionalità del militare aggredito, ha permesso di persuadere la ragazza a salire sull’autovettura di servizio per essere condotta negli uffici di San Giuseppe alla Rena. Li, entrambi i minori venivano, pertanto, affidati ai rispettivi genitori nel frattempo sopraggiunti ma, mentre, la ragazza è stata anche denunciata per violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale.

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CRONACA

Randazzo: gli agenti del X reparto mobile incontrano gli studenti nell’ambito del progetto “Legalità Scuola Rugby”

Nell’ambito del progetto denominato “Legalità Scuola Rugby” promosso dalla Polizia di Stato nel campo delle attività di prossimità e di solidarietà nelle scuole secondarie di primo grado, per favorire la diffusione della legalità e dell’inclusione sociale, lo scorso mercoledì, una rappresentanza del X Reparto Mobile di Catania ha incontrato gli alunni dell’Istituto Comprensivo Statale “Don Milani” di Randazzo (CT).

Dopo una breve introduzione sul gioco del rugby da parte degli istruttori ed una fruttifera chiacchierata con i piccoli protagonisti della giornata sui temi della legalità, dei valori e del rispetto delle regole, in campo e fuori, per un’ordinata e pacifica convivenza sociale, si sono tenute, in palestra e per gruppi, attività ludiche propedeutiche al gioco del rugby tra i piccoli alunni di 4^ elementare, che hanno mostrato particolare gradimento per l’iniziativa.

Tale iniziativa, insieme alla collaborazione della Polizia di Stato – Fiamme Oro – con la Federazione Italiana Rugby – Comitato Reginale Sicilia – e le associazioni sportive presenti sul territorio nazionale, permette di veicolare i principi della legalità e dello sport tra i giovani studenti, in particolare, delle scuole secondarie di I e II grado.

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