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CRONACA

Catania, dai balli in discoteca allo stupro in un appartamento: notte di terrore per una donna

A Catania, lo scorso 9 marzo, è giunta alla Sala operativa della Questura una segnalazione da parte di un passante che ha riferito che in via Vincenzo Giuffrida si trovava una donna in lacrime che chiedeva aiuto perché aveva subito violenza sessuale da parte di due sconosciuti.

Sul posto è immediatamente intervenuta una Volante il cui equipaggio ha immediatamente individuato la vittima seduta sui gradini del portone di uno stabile. La donna, in lacrime, ha raccontato ai Poliziotti di aver subito una violenza fisica e sessuale da parte di due uomini, di cui forniva anche le descrizioni, che si trovavano ancora all’interno dell’appartamento dove si era verificato il crimine.

Gli agenti intervenuti hanno, quindi, richiesto l’ausilio di un altro equipaggio per poter procedere con tutti gli accertamenti e gli approfondimenti del caso. Seguendo le indicazioni fornite dalla vittima che però non ricordava esattamente né l’ubicazione né il piano dell’abitazione, probabilmente per lo choc subito, hanno iniziato la ricerca tra i vari appartamenti del complesso condominiale, piano per piano, attingendo informazioni dai vari condomini, fino a quando hanno localizzato l’unica abitazione col campanello e col citofono non funzionanti.

Dopo aver insistentemente bussato senza ottenere alcuna risposta, dal corpo scala dello stabile, tramite una porta di emergenza che dà accesso ai balconi, i Poliziotti sono riusciti ad accedere al balcone dell’abitazione al cui interno si intravedeva un uomo che è stato invitato ad aprire la porta d’ingresso.

In effetti, la persona apparsa alla porta dell’appartamento corrispondeva alla descrizione di uno dei due soggetti indicati dalla vittima. È apparso sin da subito già nervoso alla vista della Polizia di Stato. La donna, che nel frattempo si trovava nell’androne del palazzo dove i sanitari del 118, intervenuti su richiesta dei Poliziotti, le stavano prestando le prime cure, ha immediatamente riconosciuto il luogo dove si era svolta la violenza, entrando in uno stato di agitazione.

All’interno dell’appartamento, l’uomo, poi identificato quale un catanese di 45 anni, pluripregiudicato anche per reati di violenza sessuale, ha eluso le domande degli investigatori, non fornendo una spiegazione valida in merito alla sua presenza in quel luogo. Poi, incalzato dagli operatori di Polizia, ha riferito di trovarsi lì insieme al suo datore di lavoro, che al momento stava riposando in un’altra stanza. Gli agenti hanno trovato un uomo – anche anch’egli corrispondente alla descrizione fornita dalla donna – sdraiato a dormire profondamente tanto da non accorgersi della presenza dei Poliziotti. A quel punto l’uomo si è dimostrato infastidito dalla presenza della Polizia, prima chiedendo spiegazioni, poi andando addirittura in escandescenza, balzando giù dal divano ed attivando con il telefono cellulare, in modalità di videoregistrazione, una diretta social, riprendendo la scena e chiedendo aiuto perché vittima di aggressione, simulando financo di aver ricevuto degli schiaffi e coprendosi il viso con una mano.

L’uomo, un catanese 35enne, pregiudicato, ormai in preda all’ira, scaturita verosimilmente anche dai fumi dell’alcool e delle sostanze psicotrope che probabilmente aveva assunto, ha provato a scagliarsi contro gli agenti che, a quel punto, sono stati costretti ad ammanettarlo.

All’interno dell’appartamento, dove è stata anche fatta intervenire la Polizia Scientifica, sono state rinvenute numerose bottiglie di alcolici e tracce di sostanze stupefacenti, verosimilmente cocaina e crack.

Dagli interrogatori è emersa la triste fine di una serata cominciata in discoteca e finita nell’appartamento nella disponibilità del 35enne dove, probabilmente a causa dell’abuso di alcolici e di sostanze stupefacenti, la situazione è poi degenerata. I tentativi di violenza sessuale e le aggressioni fisiche subìte hanno costretto la donna a fuggire in strada. Uno dei due si era anche impossessato del denaro che la donna aveva nella borsa e le aveva distrutto il telefono, probabilmente per impedirle di chiedere aiuto.

La vittima, ultimati gli accertamenti clinici presso il Pronto Soccorso, è stata dimessa con una prognosi di 15 giorni, per le lesioni riportate.

I due uomini sono stati arrestati per tentata violenza sessuale, sequestro di persona, rapina e danneggiamento in concorso; il 35enne anche per resistenza a pubblico ufficiale, e condotti presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza.

CRONACA

Catania: denunciato in stato di libertà minorenne accusato di violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale

I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Catania hanno denunciato in stato di libertà una minorenne catanese per violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

Il tutto è iniziato con una chiamata al 112 da parte di un passante che, diligentemente, ha segnalato una accesa lite tra un ragazzo ed una ragazza in un parcheggio di un noto lido, sito lungo viale Kennedy alla Plaia.

L’operatore della centrale Operativa del Comando Provinciale Carabinieri di Catania, ricevuta la segnalazione e, ritenendo che si trattasse di una violenza di genere per il quale ormai vi è la consapevole circa l’importanza di un tempestivo intervento, ha subito girato l’intervento ad una “gazzella” del Radiomobile di Catania, già in perlustrazione sul territorio con l’obiettivo di contrastare ogni attività illecita.

La pattuglia, ricevuta la comunicazione, in pochissimo tempo ha raggiunto il luogo della lite dove, effettivamente, in mezzo ad un capannello di giovani, hanno subito individuato i due “contendenti” ancora molto infervoriti: una ragazza ed il proprio fidanzatino, entrambi minorenni.

Separati, quindi, i due litiganti, mentre il ragazzo non ha esitato a farsi identificare e a collaborare con i militari la ragazza, invece, ha iniziato ad inveire contro gli stessi operanti e contro l’uomo che si era prodigato ad avvisare le Forze dell’Ordine e che, nel frattempo, aveva tentato di sedare la lite, in difesa della giovane.

Alla richiesta, quindi, dei documenti ed a quella di salire sulla macchina di servizio, per essere accompagnata in caserma per il successivo necessario riaffido ai genitori, la ragazza non ne ha voluto sapere, anzi, ha dapprima urlato e poi strattonato e colpito ad un braccio un militare del Radiomobile.

Successivamente, riportata alla calma, solo la fermezza e professionalità del militare aggredito, ha permesso di persuadere la ragazza a salire sull’autovettura di servizio per essere condotta negli uffici di San Giuseppe alla Rena. Li, entrambi i minori venivano, pertanto, affidati ai rispettivi genitori nel frattempo sopraggiunti ma, mentre, la ragazza è stata anche denunciata per violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale.

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CRONACA

Randazzo: gli agenti del X reparto mobile incontrano gli studenti nell’ambito del progetto “Legalità Scuola Rugby”

Nell’ambito del progetto denominato “Legalità Scuola Rugby” promosso dalla Polizia di Stato nel campo delle attività di prossimità e di solidarietà nelle scuole secondarie di primo grado, per favorire la diffusione della legalità e dell’inclusione sociale, lo scorso mercoledì, una rappresentanza del X Reparto Mobile di Catania ha incontrato gli alunni dell’Istituto Comprensivo Statale “Don Milani” di Randazzo (CT).

Dopo una breve introduzione sul gioco del rugby da parte degli istruttori ed una fruttifera chiacchierata con i piccoli protagonisti della giornata sui temi della legalità, dei valori e del rispetto delle regole, in campo e fuori, per un’ordinata e pacifica convivenza sociale, si sono tenute, in palestra e per gruppi, attività ludiche propedeutiche al gioco del rugby tra i piccoli alunni di 4^ elementare, che hanno mostrato particolare gradimento per l’iniziativa.

Tale iniziativa, insieme alla collaborazione della Polizia di Stato – Fiamme Oro – con la Federazione Italiana Rugby – Comitato Reginale Sicilia – e le associazioni sportive presenti sul territorio nazionale, permette di veicolare i principi della legalità e dello sport tra i giovani studenti, in particolare, delle scuole secondarie di I e II grado.

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CRONACA

Acireale, minaccia di morte il legale: eseguito aggravamento della misura cautelare nei confronti di un 40enne

Gli agenti della Squadra Investigativa del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Acireale hanno dato esecuzione ad un provvedimento di aggravamento della misura cautelare, emesso dalla Terza Sezione Penale della Corte d’Appello di Catania, nei confronti di un 40enne pregiudicato acese che è stato tratto in arresto.

L’uomo, già arrestato in flagranza di reato dagli agenti Commissariato, in quanto trovato in possesso di due armi da fuoco clandestine, a seguito di sentenza emessa dal GUP del Tribunale di Catania il 9 febbraio 2024, era stato condannato in primo grado, con rito abbreviato, alla pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione e ad una multa di 3.200 euro e in atto si trovava sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

La Procura Generale presso la Corte d’Appello di Catania ha chiesto e ottenuto l’aggravamento della misura, con l’applicazione della custodia cautelare in carcere, sulla scorta delle indagini e della successiva segnalazione inviata all’Autorità Giudiziaria dai poliziotti del Commissariato di Acireale, poiché l’uomo, non ritenendosi validamente assistito dal proprio avvocato nell’ambito di una causa civile contro l’ex moglie, sebbene agli arresti domiciliari, avrebbe ingiuriato e minacciato di morte il legale riferendo che sarebbe uscito per procurarsi una pistola per sparargli.

Valutati i precedenti del pregiudicato acese e l’effettiva capacità dello stesso di procurarsi armi, l’Autorità Giudiziaria ha ritenuto sussistente il pericolo concreto ed attuale che questi potesse attuare la minaccia, valutando non più sufficiente la misura cautelare degli arresti domiciliari, così da rendersi inevitabile il ricorso alla misura più afflittiva della custodia cautelare in carcere.

Pertanto, gli agenti del Commissariato di Acireale hanno prelevato l’uomo dalla propria abitazione per condurlo presso la Casa Circondariale Piazza Lanza di Catania dove si trova ristretto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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