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ATTUALITÀ

21 arresti tra Giarre e Riposto, i dettagli dell’operazione “Iddu” (NOMI e FOTO)

GIARRE E RIPOSTO – Alle prime ore del mattino del 17 settembre 2020, nelle province di Catania, Milano e Lecce,  su delega di questa Procura Distrettuale, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, coadiuvati dalle unità territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia etnea, nei confronti di 22 persone.

Sono ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di “associazione di tipo mafioso”, “associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti”, “detenzione e spaccio di stupefacenti”, “estorsione aggravata”, “lesioni aggravate”, tutte commesse con l’aggravante del metodo mafioso.

Il provvedimento trae origine da una complessa indagine condotta dalla Compagnia Carabinieri di Giarre dal 2017 al 2019, mediante attività tecniche e dinamiche, ulteriormente riscontrate da dichiarazioni di più collaboratori di giustizia, che ha consentito di:

  • individuare e colpire con provvedimento restrittivo della custodia cautelare in carcere, alcuni appartenente al gruppo di Riposto della famiglia di Cosa Nostra catanese Santapaola-Ercolano, operante nei comuni di Riposto e Giarre;;
  • definire la struttura, le posizioni di vertice e i ruoli degli indagati nell’ambito del sodalizio malavitoso, ricostruendone l’ingente volume di affari illegali, il sistema di gestione delle “piazze di spaccio”, le modalità di approvvigionamento/cessione degli stupefacenti (cocaina, marijuana e hashish) e il mantenimento degli appartenenti all’organizzazione detenuti;
  • documentare 5 estorsioni consumate ed un’altra tentata ai danni di esercenti, di vari settori, commesse al fine di agevolare l’organizzazione mafiosa di appartenenza;
  • arrestare, a riscontro dell’attività investigativa, 10 persone e sequestrare complessivamente kg. 210 di marijuana, gr. 320 di cocaina, gr. 40 di hashish, nonché una piantagione costituita da 170 piante di canapa indiana, n. 4 cartucce per pistola cal. 7.65 e la somma in contanti di 4.715,00€.

Per quanto riguarda la gestione delle piazze di spaccio, l’indagine ha permesso di documentare un’attività svolta 24 ore su 24, con venditori al dettaglio articolati in turni. Sono stati poi identificati gli indagati che si occupavano dell’approvvigionamento delle sostanze, del loro occultamento, confezionamento e di rifornire regolarmente gli spacciatori. L’incasso giornaliero complessivo dell’organizzazione è quantificabile in diverse migliaia di euro al giorno. Significativo notare che il sodalizio finalizzato al traffico di sostanze stupefacenti, nonostante nel corso delle indagini siano stati operati degli arresti in flagranza di pusher o il sequestro in rilevanti quantità di droghe, è sempre riuscito in breve tempo a riorganizzarsi per proseguire nelle attività illecite.

La direzione e gestione del clan era riconducibile a Benedetto La Motta, capo della frangia santapaoliana operante su Riposto, detto “Benito”, 62enne, pluripregiudicato, indicato da più pentiti come referente del clan catanese, coadiuvato da alcuni fedelissimi, tra i quali il noto “killer delle carceri” Antonino Marano, che dopo la sua lunga detenzione, durata circa 47 anni, scarcerato nel dicembre 2014, si rimetteva subito in gioco affiliandosi al clan. Proprio questi due sono stati recentemente colpiti da ordine di custodia cautelare in carcere per l’efferato omicidio di Dario Chiappone commesso ad ottobre 2016.

La gestione del mercato illecito degli stupefacenti era affidata agli uomini di fiducia che si occupavano di reclutare i pusher, fornirli di telefoni cellulari e motorini elettrici e corrispondere loro circa 250 euro a settimana quale compenso.

Le investigazioni portavano altresì alla luce una serie di attività estorsive poste in essere ai danni di diversi esercizi commerciali di Giarre e Riposto, le cui parti offese non hanno mai denunciato le vessazioni subite, ad ulteriore riscontro del carattere mafioso del sodalizio e della grande forza intimidatrice del vincolo associativo che continua ad imporre omertà alle vittime.

A seguito dell’arresto di La Motta, avvenuto nel dicembre 2017 su ordine di carcerazione, le attività non si interrompevano e, anzi, subentrava al marito Grazia Messina, la quale, sino alla successiva scarcerazione dello stesso (avvenuta nel giugno 2018) non solo riceveva i proventi delle estorsioni, ma dimostrava di saper amministrare anche la giustizia criminale quando, in occasione di una rapina avvenuta ai danni di un esercizio commerciale sottoposto al pizzo, commissionava il pestaggio di uno dei rapinatori, proprio per non dare segni di debolezza.

Dei 22 destinatari del provvedimento, 14 sono stati tradotti presso le Case Circondariali di Catania, Siracusa, Messina, Caltanissetta, Milano e Lecce ad altri 7 indagati il provvedimento è stato notificato nelle carceri dove sono già detenuti, mentre per un indagato, attualmente localizzato all’estero, è stata avviata la procedura per la richiesta di M.A.E.

Queste le persone arrestate nell’operazione “IDDU”:

  1. BONACCORSO Giovanni, inteso “u ciasco”, nato a Riposto il 17.02.1974;
  2. BOUALLOUCHA Abedelmajid, inteso “macido”, nato a Giarre (CT) il 22.05.1993;
  3. CAMPO Giuseppe, inteso “fantino”, nato a Riposto (CT) il 08.03.1974;
  4. CARTIA Ornella, nata a Castiglione di Sicilia (CT) il 15.04.1952;
  5. CASTORINA Paolo, inteso “spiddo”, nato a nato a Giarre (CT) il 02.09.1983;
  6. CUCE’ Giancarlo Leonardo, inteso “Leo”, nato a Catania il 12.01.1978;
  7. LA MOTTA Benedetto, inteso “Benito”, “IDDU”, “patrozzo” e “zio”, nato a Riposto il 03.04.1958, detenuto;
  8. LA SPINA Andrea, inteso “bassotto” e “turchino”, nato a Giarre (CT) il 15.08.1983;
  9. LEOTTA Graziano, nato a Riposto il 08.08.1968;
  10. MANCUSO Cateno, inteso “Tino ciuffo”, nato a Riposto (CT) il 09.11.1981;
  11. MANCUSO Massimiliano, inteso “Massimo o Massimitto”, nato a Giarre (CT) il 21.08.1995;
  12. MARANO Antonino, inteso “u vecchio” o “zu Nino”, nato a Mascali (CT) il 04.08.1944, già detenuto;
  13. MARLETTA Salvatore, inteso “Turi di Palagonia”, nato a Palagonia (CT) il 30.08.1973, già detenuto
  14. MESSINA Grazia, intesa “IDDA”, “patrozza” e “la zia”, nata a Riposto (CT) il 29.11.1962;
  15. PATANE’ Davide, inteso “zappitta”, nato a Giarre (CT) il 08.08.1992;
  16. PATANE’ Salvatore , inteso “zappa-zappitta”, nato a Mascali (CT) il 15.05.1971;
  17. PREVITI Liborio, inteso “u tignusu”, nato a Catania il 17.07.1981, già detenuto;
  18. RUSSO Giovanni, inteso “u grossu”, nato a Acireale (CT) il 30.12.1989, detenuto agli arresti domiciliari;
  19. SAPIENZA Andrea, inteso “Andrea mito”, nato a Giarre (CT) il 21.09.1974, detenuto;
  20. TUCCIO Agatino, inteso “Tino o Catino”, nato a Giarre (CT) il 19.09.1966, detenuto;
  21. ZAMMATARO Gaetano, inteso “fasola”, nato a Catania il 25.09.1987.

ATTUALITÀ

“La comunicazione nei pubblici esercizi – Gli esercizi pubblici nella comunicazione”

CATANIA – Il fenomeno sempre più diffuso delle recensioni sul web, che possono danneggiare i ristoratori e al tempo stesso confondere i clienti, sarà uno dei temi al centro del convegno organizzato da Fipe Confcommercio Catania dal titolo “La comunicazione nei pubblici esercizi – Gli esercizi pubblici nella comunicazione”, in programma giovedì 16 maggio alle 10 nel salone della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia (via Cappuccini 2, Catania).

Nell’occasione la Fipe – Federazione dei pubblici esercizi etnei presenterà anche la seconda edizione della Giornata della Ristorazione, in programma sabato 18 maggio. L’iniziativa, che ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica per il suo alto valore e che coinvolgerà migliaia di esercizi commerciali, con il patrocinio dei ministeri delle Imprese e del Made in Italy, degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e del Turismo, consentirà anche di sostenere e avviare mense di comunità della Caritas diocesana su tutto il territorio nazionale.

All’evento, moderato dal giornalista dell’Adnkronos Francesco Bianco, prenderà parte insieme al presidente di Confcommercio Catania, Pietro Agen e al presidente di Fipe Confcommercio Catania, Dario Pistorio, anche il sindaco di Catania Enrico Trantino.

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ATTUALITÀ

“Caravaggio: la verità della luce”. Tornano a Catania le opere di Caravaggio

CATANIA – Dal 1 giugno al 6 ottobre 2024, tornano a Catania, le opere di Michelangelo Merisi, meglio noto come Caravaggio.

La mostra “Caravaggio: la verità della luce”, vuole portare un contributo di conoscenza ad un periodo fondamentale dell’arte europea, dalla fine del cinquecento, alla prima metà del seicento, intrecciandosi, con quella che viene comunemente definita, età barocca.

Davanti alle opere di Caravaggio, i visitatori, per magia, faranno un viaggio, che arriva fino all’anima. Soggetti emergono dal nero, attraversando l’arte, riportandola alla luce. “Caravaggio: la verità della luce”, è un viaggio nella conoscenza della vita e della morte, giochi di luci ed ombre, come nell’alba e nel tramonto.

L’evento straordinario, co-organizzato dall’Associazione MetaMorfosi e dal Comune di Catania, sarà presentato ufficialmente, in Conferenza Stampa, giovedì 16 maggio 2024, alle ore 11, presso la Sala Giunta del Palazzo degli Elefanti a Catania, in presenza del sindaco avv. Enrico Trantino e del Presidente di MetaMorfosi on. Pietro Folena

Forse non tutti sanno che, nella sua breve, ma tormentata vita, Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come Caravaggio, ha trascorso un intenso periodo in Sicilia

La mostra sarà visitabile, solo per la stampa, venerdì 31 maggio alle ore 11. L’inaugurazione, invece, è in programma, sempre venerdì 31, alle ore 19, presso la Pinacoteca ex Monastero Santa Chiara, via Castello Ursino, 10, Catania. Per l’occasione, sarà inaugurata, dopo il suo recupero architettonico, anche la Pinacoteca, luogo noto a tutti i catanesi, perché c’era l’anagrafe, archivio storico, della città etnea.

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AMBIENTE

Bandiere blu, in Italia salgono a 236: tre nuovi ingressi per la Sicilia, ora a quota 14

Salgono a 236 le località costiere che potranno fregiarsi del riconoscimento Bandiera Blu 2024, dieci in più dell’anno scorso.

Vessillo che quest’anno, per la 38/a edizione, sventolerà su 485 spiagge con mare eccellente per 4 anni consecutivi (27 in più rispetto al 2023) che corrispondono a circa l’11,5% di quelle premiate a livello mondiale.

Scendono invece da 84 a 81 gli approdi turistici che hanno ottenuto il riconoscimento internazionale della Fee (Foundation for Environmental Education) sulla base di 32 criteri del Programma.

Sul podio sempre prima la Liguria che segna 2 nuovi ingressi ma perde due Bandiere, confermando quindi 34 località; la Puglia sale a 24 con 3 nuovi Comuni e un’uscita mentre seguono a pari merito con 20 Bandiere la Campania e la Calabria, con un riconoscimento in più ciascuna. Con un nuovo ingresso, le Marche ricevono 19 Bandiere Blu, mentre scende a 18 la Toscana che perde un Comune. La Sardegna conferma le sue 15 località, anche l’Abruzzo sale a 15 con un nuovo ingresso, la Sicilia raggiunge 14 Bandiere con tre nuovi ingressi, il Trentino Alto Adige sale a 12 con due Comuni in più, il Lazio resta a 10. In Emilia Romagna premiate 9 località e riconfermate le 9 Bandiere del Veneto. La Basilicata conferma le sue 5 località, e sempre 5 sono i Comuni in Piemonte che ottengono le Bandiere. La Lombardia conferma 3 Comuni, il Friuli Venezia Giulia mantiene le sue 2, come il Molise. Sui laghi quest’anno le Bandiere Blu sono 23, con 2 novità.

In totale ci sono 14 nuovi ingressi: Ortona (Abruzzo), Parghelia (Calabria), Cellole (Campania), Borgio Verezzi (Liguria), Recco (Liguria), Porto Sant’Elpidio (Marche), Lecce (Puglia), Manduria (Puglia), Patù (Puglia), Letojanni (Sicilia), Scicli (Sicilia), Taormina (Sicilia), Tenno (Trentino Alto Adige), Vallelaghi (Trentino Alto Adige). Quattro i comuni non riconfermati: Ameglia (Liguria), Taggia (Liguria), Margherita di Savoia (Puglia) e Marciana Marina (Toscana). 

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