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CRONACA

Furti d’autovetture: gli agenti della Squadra Mobile di Enna arrestano due catanesi

ENNA – La Polizia di Stato di Enna ha arrestato due uomini di Catania indagati in concorso tra loro per aver commesso furti di autovetture nelle province di Enna, Caltanissetta, Messina, Catania, Siracusa tra i mesi di febbraio ed aprile del 2022. Gli arresti odierni costituiscono il naturale epilogo dell’Operazione “Fora”.
Si rammenta infatti che, in data 28 febbraio 2023, la Squadra Mobile di Enna aveva dato esecuzione ad un’Ordinanza emessa dal G.I.P. di Enna a carico di 10 soggetti catanesi – nove colpiti dalla misura dell’obbligo di dimora, uno di essi dalla misura dell’obbligo di presentazione presso la P.G. – tutti indagati per concorso in furti di autovetture avvenuti nelle province di Enna, Caltanissetta, Messina, Catania, Siracusa nel periodo intercorrente tra il febbraio e l’aprile del 2022.
L’indagine aveva avuto inizio la metà del mese di febbraio dello scorso anno quando in provincia si era manifestata una ripresa dell’odioso fenomeno dei furti di autovetture, a dire il vero sopito da qualche tempo. L’attività investigativa consentiva agli uomini della Sezione Reati contro il Patrimonio della Squadra Mobile di rilevare l’esistenza di due distinti gruppi criminali che agivano in trasferta – tutti catanesi, la maggior parte dei quali già denunciati per analogo reato – specializzati in furti di Fiat 500L, Fiat 500X, Fiat Panda, Alfa Romeo Giulietta e JEEP Compasse ed in grado di realizzare le azioni criminali in modo scientifico e professionale sia in pieno giorno che di notte, riuscendo in pochissimo tempo ad aprire le vetture, metterle in moto e scappare via a bordo del mezzo rubato.
Diciannove i colpi accertati nelle cinque province centro orientali della Sicilia: in un’occasione, gli uomini della Squadra Mobile di Enna sono riusciti anche ad intercettare, presso il casello autostradale di San Gregorio di Catania, una Jeep rubata a Taormina circa mezz’ora prima, al momento guidata da uno degli indagati. L’auto è stata poi restituita al proprietario.
A fronte del consistente quadro indiziario, il G.I.P. di Enna aveva emesso le misure cautelari sopra indicate, riconoscendo la solidità del materiale probatorio raccolto; il significativo numero di delitti commessi all’interno di un ampio arco temporale; il verificarsi delle azioni commesse su vasta scala, avendo gli indagati operato sia all’interno del circondario di Enna sia in tutta la zona Centro Orientale della Sicilia; la cura certosina con la quale avevano compiuto i furti di autovetture; i precedenti specifici della maggior parte degli indagati e la pervicace insistenza nella commissione delle azioni furtive.
A seguito del riesame sulle misure cautelari originariamente adottate in accoglimento della richiesta di aggravamento da parte della locale Procura della Repubblica, la Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi presentati dai difensori, adottando la misura degli arresti domiciliari eseguita nella mattinata odierna dai poliziotti della Squadra Mobile.
Massima soddisfazione per l’operazione è stata espressa dal Questore della Provincia di Enna al personale della Squadra Mobile, per la risposta data in termini di servizio alla società nel reprimere prontamente un odioso reato percepito dal cittadino come una arrogante ed ingiusta intrusione nella propria sfera privata. L’indagine, per la sua valenza ultraprovinciale, sotto l’attento coordinamento della Procura della Repubblica del Tribunale di Enna, si è avvalsa della fattiva e proficua collaborazione offerta dalle varie strutture investigative della Polizia di Stato di gran parte delle Questure della Sicilia.
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CRONACA

Catania, processo Agorà: 47 imputati condannati complessivamente a oltre 400 anni di reclusione

In totale oltre 400 anni di carcere per 47 imputati e sette assoluzioni: è la sentenza del processo, celebrato col rito abbreviato, emessa dal gup Dora Catena incardinato sull’inchiesta Agorà della Dda della Procura etnea su rapporti tra la ‘famiglia’ Santapaola di Catania e il clan Nardo di Lentini, entrambi appartenenti a Cosa nostra, che avrebbero fatto affari insieme, nel traffico di droga e nel controllo del tessuto imprenditoriale, ma avevano anche contrasti economici in settori di interesse comune.

Dalle indagini di Carabinieri del Ros di Catania e del comando provinciale di Siracusa è nata la misura cautelare che il 16 giugno del 2022 ha portato all’arresto di 47 persone e alla notifica di un’ordinanza non restrittiva per altri nove indagati.

Tra le condanne comminate: 11 anni e 8 mesi di reclusione a Gioacchino Francesco ‘Gianfranco’ La Rocca, figlio dello storico capomafia “Ciccio” deceduto nel dicembre 2020, venti anni a Salvatore Rinaldi, 19 anni e 4 mesi ad Antonino Guercio, 16 anni a Gesualdo Briganti, 14 anni e 6 mesi a Orazio Papale.

Assolti Mario Brullo, Vincenzo Comparato, Francesco Giordano, Domenico Querulo, Egidio Russo e Gabriele Garasi. Il gup ha anche disposto la confisca della Cutrera onoranze funebri srl e del suo compendio aziendale, il dissequestro e la restituzione al legittimo proprietario dell’impresa individuale Salvatore Orefice e il risarcimento danni, da liquidarsi in separata sede, nei confronti dei Comuni di Vizzini e Caltagirone che si erano costituiti parte civile nel processo.

Durante le indagini militari dell’Arma hanno sequestrato complessivamente 108 chili di marijuana, 2,6 kg di cocaina e 57 kg di hashish. Secondo la Dda della Procura di Catania grazie alla indagini dei Carabinieri sarebbe stato anche “documentato come alcuni dipendenti del Comune di Caltagirone, non destinatari di provvedimento cautelare, ma indagati” avrebbero “‘modellato i bandi per favorire aziende riconducibili a La Rocca”.

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CRONACA

Casteldaccia, tragedia sul lavoro: 5 operai morti uno dopo l’altro dopo essere scesi in un tombino

Tragedia a Casteldaccia, dove sono morti, uno dietro l’altro, 5 operai, calandosi in un tombino dell’impianto fognario.

E’ questa la prima ricostruzione della strage sul lavoro avvenuta a Casteldaccia che ha causato cinque morti mentre un sesto è ricoverato in ospedale in gravissime condizioni.

Dopo che il primo operaio è rimasto nel sottosuolo senza venir fuori, gli altri si sono calati per capire cosa stesse succedendo. Il settimo componente della squadra, non vedendo uscire i colleghi, ha dato l’allarme. Quattro vittime sono operai della Quadrifoglio di Partinico, tra di loro figurerebbe anche il titolare della ditta; il quinto è un lavoratore interinale dell’Amap.

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CRONACA

Tremestieri Etneo, operazione “Pandora”: resta in carcere l’ex primo cittadino Santi Rando

Operazione “Pandora”: i giudici hanno confermato l’ordinanza cautelare in carcere per l’ex sindaco Santi Rando indagato per voto di scambio politico-mafioso facendo decadere uno dei casi di corruzione contestati, e per Piero Cosentino indicato come il contatto tra il politico e il clan Santapaola-Ercolano.

Confermati anche gli arresti domiciliari per il farmacista e consigliere comunale Mario Ronsisvalle indagato per corruzione con l’accusa di essersi interessato per non far aumentare il numero di farmacie a Tremestieri Etneo.

Nell’inchiesta su presunte infiltrazioni della criminalità organizzata ed episodi di corruzione al Comune di Tremestieri Etneo, è coinvolto anche anche Luca Sammartino, uomo forte della Lega nell’isola, eletto con circa 21mila preferenze alle regionali del 2022, risultando il secondo più votato in Sicilia, attualmente indagato.

Il 17 aprile scorso si è dimesso da vicepresidente della Regione Siciliana e da assessore all’Agricoltura dopo che è stato sospeso dalle funzioni pubbliche dal gip perchè indagato per due presunti casi di corruzione.

Il suo legale, l’avvocato Carmelo Peluso, dopo l’interrogatorio di garanzia, ha presentato appello contro il provvedimento.

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