Connect with us

CRONACA

Guerra di mafia negli anni ’90, operazione dei carabinieri del Ros: sette arresti nel messinese

BARCELLONA P.G. – I carabinieri del Ros, con il supporto del comando provinciale carabinieri di Messina e del 12simo nucleo elicotteri carabinieri di Catania, hanno eseguito un ‘ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip, nei confronti di sette persone indagate di diversi omicidi aggravati dal metodo mafioso, fatti per agevolare le attività dell’associazione mafiosa del clan dei “Barcellonesi” che gestiva gli affari criminali a Barcellona Pozzo di Gotto e sulla fascia tirrenica della Provincia di Messina.

Il provvedimento scaturisce dalle indagini avviate nel gennaio 2023 dai carabinieri del Raggruppamento operativo speciale su delega della Dda su 10 tra omicidi, lupare bianche, intimidazioni e tentativi di omicidio. Secondo le indagini gli indagati, alcuni dei quali già condannati con sentenza definitiva per essere capi e promotori del clan mafioso dei “Barcellonesi”, avrebbero preso parte, in qualità di mandanti o esecutori materiali, a omicidi nell’ambito della guerra di mafia degli anni Novanta in provincia di Messina.

  Le persone raggiunte stamani da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ ambito dell’inchiesta della Dda messinese per gli omicidi degli anni ’90 a Barcellona Pozzo di Gotto sono uomini di primissimo piano nelle gerarchie mafiose che hanno governato Cosa nostra barcellonese. Si tratta di Giuseppe Gullotti, per molto tempo ritenuto al vertice del gruppo, e Salvatore “Sam” Di Salvo, designato poi come suo successore. Poi Nicola Cannone e Stefano “Stefanino” Genovese. Ai quattro l’ordine di custodia in carcere è stato notificato in carcere. Gli altri tre indagati arrestati e portati in carcere sono: il “cassiere” del gruppo mafioso barcellonese degli anni ’80 e ’90 Giuseppe Isgrò, tornato di recente in libertà dopo aver finito di scontare la sua condanna per l’operazione “Gotha 4”, Carmelo Mastroeni, originario di Merì, sfiorato a suo tempo dall’inchiesta “Omega-Obelisco” e ritenuto dalla Dda da sempre vicino a Salvatore “Sam” Di Salvo, e Vincenzo Miano.

Durante le indagini sul clan dei Barcellonesi, nella fascia tirrenica messinese, è emerso anche che diversi omicidi erano stati decretati dai vertici della cosca per “punire alcuni ragazzi che avrebbero commesso furti o spacciato sostanze stupefacenti senza aver ricevuto una preventiva autorizzazione da parte dell’associazione, comportamenti – dicono i carabinieri – che minavano l’autorità dei vertici del sodalizio”. L’inchiesta della Dda messinese riguarda gli omicidi di Angelo Ferro, nel 1993 a Milazzo, il duplice omicidio di Antonino Accetta e Giuseppe Pirri, trovati morti nel cimitero di Barcellona Pozzo di Gotto nel 1992 e uccisi il giorno precedente, l’uccisione di Carmelo Ingegneri, avvenuto in nel 1992 a Barcellona Pozzo di Gotto, di Francesco Longo, ucciso nel 1992 a Barcellona Pozzo di Gotto, di Aurelio Anastasi, ucciso nel 1993 a Barcellona Pozzo di Gotto, la lupara bianca di Giuseppe Italiano, l’uomo sarebbe stato sequestrato e ucciso nel febbraio 1993 a Barcellona Pozzo di Gotto, e di Giuseppe Porcino, rapito e ucciso nel marzo 1993 sempre a Barcellona PdG. I carabinieri e vigili del fuoco stanno cercando i resti della vittima. Le indagini riguardano ancora le uccisioni a colpi di arma da fuoco nel1993 a Barcellona Pozzo di Gotto di Sergio Raimondi, Giuseppe Martino e Giuseppe Geraci, quest’ultimo morì nel 1994 per le ferite riportate. Per questi delitti è stato condannato all’ergastolo uno degli esecutori materiali. E ancora l’inchiesta ha alzato il velo sull’omicidio di Giuseppe Abbate, avvenuto nel1998 a Barcellona Pozzo di Gotto, e l’uccisione di Fortunato Ficarra, nel1998 a Santa Lucia del Mela. Per questo delitto sono stati condannati, con sentenza passata in giudicato nel 2022, cinque persone.

Continua a leggere

CRONACA

Rosolini, si introduce nel negozio attraverso un buco scavato nel muro: arrestato 42enne netino

A Rosolini, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Noto e della Stazione di Pachino hanno arrestato un netino di 42 anni gravemente indiziato di furto aggravato.

I militari sono intervenuti a seguito della segnalazione di movimenti sospetti all’interno di un’attività commerciale dove hanno riscontrato un foro sulla parete dell’immobile e sorpreso l’uomo che, vistosi scoperto, ha abbandonato la refurtiva e ha tentato di fuggire attraverso i tetti, ma è stato raggiunto e bloccato.

Dopo le formalità di rito, il 42enne è stato posto ai domiciliari presso la propria abitazione, come disposto dall’Autorità giudiziaria aretusea.

Continua a leggere

CRONACA

Avola: denunciata 63enne che rubava vasi e fiori dalla tomba di una ragazza scomparsa prematuramente

Ad Avola, i genitori di una ragazza scomparsa prematuramente, dopo ripetuti furti di vasi, fiori e piante dalla tomba ,si sono rivolti agli agenti del Commissariato di Avola che hanno identificato la ladra, una donna di 63 anni.

I Poliziotti hanno ottenuto dall’Autorità Giudiziaria un decreto di perquisizione e hanno trovato nell’abitazione della signora, residente ad Avola, cinque vasi e le piante rubate dalla tomba.

Continua a leggere

CRONACA

Palermo: auto finisce contro lo spartitraffico, ferito il conducente. Indagini in corso per accertare le cause dello scontro

Incidente a Palermo, in viale Croce Rossa, nei pressi dello stadio, dove un ottantenne ha perso il controllo della propria auto finendo prima contro il cordolo spartitraffico e poi su una siepe della corsia opposta.

Sul posto, sono intervenuti i sanitari del 118 e una pattuglia del comando di polizia municipale.

L’automobilista potrebbe aver avuto un malore che gli ha fatto perdere il controllo del mezzo, una Toyota Yaris. A prestare i primi soccorsi sarebbe stata la moglie, che era a bordo. L’uomo è stato ricoverato in ospedale.
   

Continua a leggere

Notizie più lette