CRONACA
Truffa Ecobonus: sequestrati beni per 1,7 milioni di euro appartenenti a quattro persone fisiche e a un istituto di credito
I Militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Messina hanno sequestrato beni per 1,7 milioni di euro nell’ambito di un’inchiesta, coordinata dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, sulla presunta indebita percezione di bonus edilizi.
Il provvedimento, emesso dal gip, è stato eseguito nei confronti di quattro persone fisiche e di un istituto di credito.
Dalle indagini, secondo la ricostruzione della Procura, sarebbe emerso “un sistema fraudolento ideato per lucrare sui benefici fiscali”. Gli accertamenti sono snati dall’approfondimento di alcune anomale movimentazioni di denaro, consistenti in giroconti bancari disposti dagli indagati a favore di conti correnti esteri loro riconducibili, adducendo quale causale dell’operazione “accredito per cessione crediti d’imposta”.
Finanzieri della compagnia della Guardia di finanza di Milazzo avrebbero riscontrato come gli ingenti flussi finanziari, ammontanti a oltre 800.000 euro, provenissero da un istituto di credito che aveva monetizzato ad alcuni contribuenti i crediti delle agevolazioni fiscali riconducibili ai cosiddetti ‘ecobonus – sismabonus – bonus facciate – bonus recupero patrimonio edilizio”, ceduti tramite la piattaforma denominata “cessione crediti” dell’Agenzia delle entrate.
Dalle indagini sarebbe emersa anche la presenza di “ingenti crediti, ottenuti dall’inserimento nei sistemi informatici di mendaci dichiarazioni, appositamente predisposte dagli indagati al solo scopo di ottenere i vantaggi fiscali messi a disposizione dallo Stato per la ristrutturazione del patrimonio edilizio”. Le Fiamme gialle avrebbero accertato che i richiedenti non avevano “appaltato ad alcuna ditta i lavori di manutenzione né, tanto meno, ricevuto alcuna fattura corrispondente agli importi autocertificati nelle istanze”, che “non c’era traccia di alcuna obbligatoria comunicazione di inizio lavori” e che “gli indagati non risultavano neanche proprietari degli immobili o conduttori, a qualunque titolo”.
“I fittizi crediti fiscali così artatamente creati – contesta la Procura – quindi, venivano ceduti dagli indagati a un istituto creditizio, per la successiva monetizzazione, arrivando persino a frazionare l’ammontare complessivo, attraverso più cessioni, con l’intento di eludere la normativa antiriciclaggio”.
CRONACA
Valle del Belìce: una messa per celebrare il 57° anniversario del terremoto del ’68
Sarà celebrata giovedì 16 gennaio, alle ore 10, nella chiesa Ss.
Trinità di Salaparuta (Trapani) la santa messa commemorativa del 57° anniversario del terremoto ’68 del Belìce.
Alle 11, nella sala conferenza di piazza mercato, sarà inaugurata una mostra fotografica a cura di Giuseppe Verde. Interverranno: il sindaco Michele Saitta, Salvo Cucina, dirigente protezione civile Sicilia, Nicola Catania, coordinatore dei sindaci del Belìce.
CRONACA
Noto: arrestato pregiudicato 39enne di nazionalità marocchina per furto aggravato
I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Noto hanno arrestato per furto aggravato un 39enne di nazionalità marocchina, con precedenti di polizia per reati contro la persona e il patrimonio.
Giovedì sera l’uomo è stato notato da alcuni clienti mentre rubava alcolici dagli scaffali di un supermercato a Rosolini e li nascondeva sotto un giubbotto, anch’esso asportato all’interno del supermercato.
L’uomo, nonostante fosse stato scoperto e invitato dal responsabile del punto vendita a restituire la refurtiva, cercava di allontanarsi senza pagare e, non riuscendoci, dava in escandescenze e scaraventava a terra un carrello della spesa rischiando di colpire alcuni clienti. I Carabinieri, tempestivamente intervenuti, riuscivano a bloccarlo e trarlo in arresto dopo che l’uomo aveva creato il panico all’interno del supermercato, scaraventando a terra diversi scaffali di merce e minacciando gli impiegati brandendo cocci di vetro di bottiglie che lui stesso aveva rotto.
Oggi l’arresto è stato convalidato e l’uomo associato alla casa circondariale di Siracusa.
CRONACA
Raddusa, vanno in giro a spendere soldi falsi: 3 persone denunciate dai Carabinieri
E’ grazie a un’attenta attività info-investigativa, che i Carabinieri della Stazione di Raddusa hanno denunciato tre uomini di 28, 38 e 54 anni, tutti di Palagonia e con pregresse vicissitudini giudiziarie, perché ritenuti responsabili di spendita di monete false, sulla base degli indizi raccolti da verificare comunque in sede giurisdizionale.
L’allarme, infatti, era stato già diramato dalla centrale operativa dalla centrale operativa della Compagnia Carabinieri di Palagonia a tutte Stazioni del suo territorio poiché in particolare tre uomini, in quel comprensorio a bordo di una Renault Clio, avevano tentato di spacciare banconote false da 50,00 euro ad alcuni ignari commercianti.
Immediata è stata la risposta di tutte le pattuglie operanti nel palagonese e nei centri viciniori fino a quando, intorno alle 17.30, i militari della Stazione di Raddusa, contattando gli esercenti del posto, hanno appreso della presenza itinerante della Renault Clio e del tentativo da parte di un uomo, in un caso riuscito ai danni di un bar, di acquistare prodotti dal costo di pochi euro a fronte della cessione di una banconota da 50,00 euro.
La ricerca da parte dei Carabinieri dell’autovettura segnalata è stata pertanto frenetica, fino a giungere alla sua localizzazione in via Pietro Mascagni, mentre si trovava ferma con due uomini a bordo nei pressi di un supermercato.
A questo punto i Carabinieri, postisi in posizione defilata, hanno atteso l’arrivo del terzo uomo, avvenuto poco dopo, entrando quindi in azione bloccando il terzetto e provvedendo all’immediato controllo su quest’ultimo, trovando effettivamente in una tasca dei suoi jeans una banconota da 50,00 euro, all’apparenza verosimilmente falsa.
La successiva perquisizione a bordo dell’autovettura ed agli altri due uomini, tra l’altro entrambi con specifici precedenti giudiziari, ha inoltre consentito ai militari di scovare all’interno del vano portaoggetti una busta da lettera, al cui interno erano contenute ulteriori 16 banconote dello stesso taglio la cui autenticità, era obiettivamente messa in dubbio dalla consistenza della carta, naturalmente il tutto sequestrato.
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