POLITICA
Regione Siciliana, approvata la riforma della dirigenza. Schifani: «Rinnovare la macchina amministrativa»

Un’unica qualifica, articolata in aree di competenza e livelli di responsabilità, a cui si accederà solo attraverso concorso pubblico. È il cuore del disegno di legge sulla riforma della dirigenza dell’amministrazione regionale, a cui il governo Schifani ha dato il via libera, nella seduta di giunta di questa mattina, su proposta dell’assessore alla Funzione pubblica, Andrea Messina. Un provvedimento che interviene, a distanza di ventiquattro anni dall’emanazione della legge regionale 10 del 2000, sull’ordinamento della dirigenza della Regione Siciliana, al fine di allinearla a quella di tutti gli enti del comparto funzioni locali e di eliminare le criticità determinate dal mantenimento della cosiddetta terza fascia.
«Il mio governo pone finalmente un punto fermo nel processo di rinnovamento della macchina amministrativa regionale – afferma il presidente della Regione, Renato Schifani – Le condizioni attuali hanno reso impossibile procedere all’assunzione di nuovo personale dirigenziale, causando una situazione di sofferenza della dotazione organica non più tollerabile in un’amministrazione che voglia essere efficiente e vicina alle esigenze dei cittadini. Abbiamo ritenuto dunque prioritario, in vista di una stagione di ricambio generazionale anche del personale apicale, dare piena attuazione a una compiuta riforma della dirigenza. Auspico che il Parlamento regionale possa approvare a breve la norma, confidando che tutte le forze politiche possano dare il proprio contributo a portare a termine un obiettivo non più rinviabile». «Dopo un’attesa di oltre vent’anni, finalmente siamo riusciti a dare avvio all’iter di riforma della dirigenza regionale.
Un intervento necessario – sottolinea l’assessore alla Funzione pubblica, Andrea Messina – grazie al quale questo governo pone un correttivo alle criticità della legge 10 del 2000 e crea le condizioni per riorganizzare la macchina amministrativa con criteri più moderni e funzionali. Un’iniziativa da troppo tempo attesa che stabilisce regole certe e snelle nella copertura dei posti della dirigenza e consentirà, nel breve e medio termine, di far fronte all’esodo in corso a causa dei pensionamenti, aprendo anche all’immissione di nuove risorse umane qualificate e competenti». Nel dettaglio, la dirigenza regionale è ordinata in un’unica qualifica, senza alcun onere aggiuntivo per la finanza pubblica; i livelli di responsabilità e, di conseguenza, le retribuzioni, si differenziano in base agli incarichi attribuiti. Il ruolo unico è articolato in aree di competenza, anche al fine di tenere conto delle professionalità tecniche necessarie in alcuni rami dell’amministrazione.
L’accesso alla qualifica dirigenziale è ammesso per concorso pubblico, una percentuale non inferiore al 50% dei posti sarà destinata all’esterno dell’amministrazione regionale, una quota non superiore al 30% è riservata al personale interno che abbia compiuto almeno cinque anni di servizio nell’area immediatamente inferiore a quella dirigenziale e un’ulteriore quota non superiore al 15% al personale che abbia ricoperto o ricopra già un incarico dirigenziale. I dirigenti a tempo indeterminato in servizio alla data di entrata in vigore della riforma confluiranno nel medesimo ruolo unico.
Le funzioni sono stabilite dalla legge 10 del 2000 in relazione alla tipologia di incarico ricoperto e vengono distinte le funzioni dei dirigenti di struttura di massima dimensione e quelle degli altri dirigenti. Il trattamento economico accessorio si differenzia in ragione degli incarichi attribuiti e delle responsabilità connesse. Introdotta anche una norma per rendere più flessibile l’organizzazione regionale, snellendo la struttura amministrativa e rafforzando la gestione unitaria di servizi strumentali, attraverso la costituzione di uffici comuni e il riordino di alcuni di essi, così da eliminare duplicazioni o sovrapposizioni di strutture e funzioni.
POLITICA
Palazzo d’Orléans: incontro tra Schifani e Tajani per parlare del ruolo commerciale del Mediterraneo e di migranti

Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha ricevuto questa sera il ministro degli Esteri e il vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, giunto in visita istituzionale a Palazzo d’Orléans. Nel corso del cordiale incontro, sono stato affrontare le questioni legate all’attualità politica internazionale ei riflessi che queste hanno sul piano diplomatico e commerciale in uno scacchiere estremamente delicato come quello del Mediterraneo, nel quale l’Isola ha un ruolo di centralità non soltanto geografica. Schifani e Tajani hanno trattato anche il tema delle relazioni transfrontaliere per la gestione dei flussi migratori che investono la Sicilia quale luogo di primo approdo e di assistenza.
POLITICA
Officina Democratica, impegnata con nuove idee, per un ruolo importante, in una nuova prospettiva europea

CATANIA – Intervista a Maurizio Caserta Capogruppo del PD al consiglio comunale di Catania:
Il PD ha partecipato alla manifestazione del 15 marzo indetta da Michele Serra. Qual è il senso di questa partecipazione?
“Il PD è sempre stato un partito che ha assegnato al Europa un ruolo fondamentale, oggi più di ieri. In queste ultime settimane più delle settimane precedenti. Il riferimento europeo è diventato un riferimento imprescindibile: sul piano della difesa, sul piano economico, sul piano sociale, sul piano politico, sul piano culturale. Non è certo una novità la vocazione europea del partito democratico e quella festa, perché è stata una festa, era destinata a raccogliere tutte queste suggestioni, tutte queste sensibilità, tutte queste vocazioni perché si torni a parlare in maniera fattiva, in un contesto che certamente cambiato, di Europa e della necessità del suo rafforzamento, in tutte le direzioni, ovviamente compreso anche quello della difesa comunque.”
Sulla proposta Von der Leyen, il PD, nel parlamento europeo, si è diviso: cosa ne pensa? Crede sia stato un errore?
“Dividersi per un gruppo politico non è mai una buona cosa. Si può dire che riflette l’articolazione interna, certamente all’interno del Partito Democratico non vengono comprese le diverse articolazioni. E’ importante è che da quel momento in poi, forse non un momento particolarmente edificante, il partito cominci a ragionare, lo sta già facendo, e infatti ha elaborato un documento unitario, su una cosa che tutti condividiamo: il rafforzamento degli eserciti nazionali è una cosa che non ha senso, ciò che ha senso fare è rafforzare la difesa comune europea. Questo è un percorso difficile, non può essere fatto dall’oggi al domani. Speriamo che quel voto sia semplicemente l’inizio di un percorso che porti al più presto a una politica estera comune e quindi a una politica di difesa comune.”
Tra poco, il PD siciliano, vivrà la propria fase congressuale, cosa si aspetta da questo passaggio politico?
“Mi aspetto certamente un rafforzamento della vocazione, dell’identità del partito democratico siciliano. Noi di Officina Democratica abbiamo sempre sostenuto che il partito è fatto innanzitutto dai militanti ed è da lì che bisogna partire, è da loro che bisogna partire per organizzare l’azione politica, il confronto politico, la discussione politica. Quindi ci aspettiamo il meglio. Noi di Officina Democratica siamo impegnati con le nostre idee, con il nostro piccolo trascorso e con una passione assolutamente straordinaria che è volta a ridare al partito democratico il ruolo che può avere all’interno della ragione in una prospettiva europea nuova, perché la Sicilia fuori dall’Europa non può vivere, come il paese fuori dall’Europa non può vivere. La Sicilia è un posto importante, è in una collocazione importante. Forse l’Europa sarà costretta a guardare meno a ovest, meno al nord e guardare di più a est e al sud. E’ la Sicilia mirabilmente collocata in una posizione di questo genere.”
POLITICA
Catania, Officina Democratica: ”L’Europa, l’Unione Europea, ad un passaggio storico”

CATANIA – Officina Democratica, in una nota, mette in risalto il momento storico che si sta vivendo: Nessuno di noi avrebbe mai immaginato che nel terzo millennio dopo Cristo, dopo tre guerre mondiali – l’ultima fredda – tornasse la politica guerreggiata nel cuore dell’Europa. Nessuno di noi avrebbe mai creduto, oggi, di assistere al tentativo di restaurare la più becera delle politiche coloniali. Ma soprattutto che i coloni questa volta saremmo stati noi europei.
Eravamo sicuri, ottimisti discepoli di Condorcet, che certe pratiche fossero ormai relegate alle pagine dei libri di storia o alle teche dei musei.
Eravamo certi che per la vecchia Europa la storia fosse finita: vivere indolentemente di rendita questo il nostro diritto acquisito. Noblesse oblige!
Il risveglio è stato brusco. La realtà impietosa. L’Europa è nuda! – continua la nota – Ma questa crisi è un’opportunità che non possiamo perdere. L’Europa si ripensi! Il futuro sono gli Stati Uniti d’Europa. La pace che per ottant’anni abbiamo conosciuto ha avuto un prezzo: una sovranità limitata. Dobbiamo, noi europei, prenderci in mano il nostro destino, giocare un nostro ruolo nel mondo. Un’unica politica estera. Un’unica difesa. Il piano proposto dalla Presidente della Commissione europea Von der Leyen, non può essere una soluzione definitiva: destinare risorse comuni aggiuntive alla difesa dei singoli paesi è uno spreco economico e di energie. Attualmente, la somma delle spese militari di ogni singolo Stato dell’Unione Europea, è molto alta e tuttavia il procedere in ordine sparso non si è dimostrata una strada efficace. La razionalizzazione della spesa, attraverso la messa in comune delle forze, potrebbe perfino permetterne una riduzione; avrebbe anche il beneficio di impiegare quelle stesse somme già adesso destinate alla difesa dai paesi membri, senza quindi sottrarre risorse ad altre voci di bilancio. La soluzione Von der Leyen, però, è la risposta urgente ad un problema che non dà tempo; certamente non quello che pretende un’Europa buromacchinosa. E’ la risposta obbligata nella strutturazione attuale dell’Unione Europea. Questi nostri tempi non permettono incertezze e tentennamenti. I segnali vanno dati immediatamente. L’Europa e l’Unione Europea devono comunicare al mondo intero che non intendono fare il vaso di coccio tra i vasi di ferro. Adesso deve cominciare il lavoro serio per costruire una nuova Europa.
-
CRONACA3 giorni fa
Palermo, Carabinieri in azione: 2 arresti e 87 denunce nel noto quartiere Zen 2
-
CULTURA4 giorni fa
Aci Trezza: il 21 Marzo in occasione della Giornata Mondiale della Pesia avrà luogo l’evento ”Riverberi d’Emozioni
-
ATTUALITÀ6 giorni fa
Inaugurata “Donne, Dee e Madonne all’ombra del vulcano”, la mostra personale di Maria Tripoli.
-
POLITICA3 giorni fa
Catania, Officina Democratica: ”L’Europa, l’Unione Europea, ad un passaggio storico”
-
ECONOMIA4 giorni fa
Palermo, Aricò: ‘Riqualificazione stazione Notarbartolo frutto di sinergia tra Regione e Rfi”
-
CRONACA6 giorni fa
Tragico incidente sulla strada statale 194 all’altezza di Carlentini: 3 morti e 5 feriti
-
ATTUALITÀ4 giorni fa
Sicilia, elezioni amministrative: si vota il 25 e 26 Maggio. Al voto 9 Comuni commissariati
-
ECONOMIA4 giorni fa
Credito al consumo, via libera al decreto. Schifani: ”Sostegno importante per le famiglie”