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CRONACA

Giunto dilatazione, A19 riaperta al traffico: ecco le limitazioni

PALERMO – Alle 9,30 di questa mattina è stata riaperta al traffico, momentaneamente ai soli veicoli non eccedenti le 3,5 tonnellate, l’autostrada A19 “Palermo-Catania” tra gli svincoli di Termini Imerese e Agglomerato Industriale.

Sono stati infatti ultimati qualche ora in anticipo rispetto alle previsioni i lavori finalizzati al risanamento di un giunto di dilatazione avviati con urgenza nella serata di ieri e proseguiti per tutta la notte per ridare continuità alla circolazione autostradale. 

Fino alla serata di oggi, martedì 19 novembre, i mezzi eccedenti le 3,5 tonnellate dovranno continuare a percorrere l’itinerario alternativo, costituito dalla strada statale 113 “Settentrionale Sicula”, tra lo svincolo di Termini Imerese e quello di Agglomerato Industriale.

Anas, società del Gruppo FS Italiane, raccomanda prudenza nella guida e ricorda che l’evoluzione della situazione del traffico in tempo reale è consultabile sul sito web oppure su tutti gli smartphone e i tablet, grazie all’applicazione “VAI” di Anas, disponibile gratuitamente in “App store” e in “Play store”.

Inoltre si ricorda che il servizio clienti “Pronto Anas” è raggiungibile chiamando il numero verde gratuito, 800 841 148.

CRONACA

Siracusa, scoperta coppia che voleva realizzare un resort di lusso con i fondi del Superbonus: sequestrati 13 milioni

A Siracusa, la Guardia di Finanza ha scoperto una truffa che sarebbe stata attuata con le agevolazioni del superbonus al 110% e ha sequestrato preventivamente circa 13 milioni di euro, importo corrispondente al valore dei beni immobili e dei crediti fiscali fittizi relativi al superbonus.

Le indagini sono state effettuate su due contratti di compravendita immobiliari stipulati in qualità di acquirenti da una coppia di coniugi, risalenti al 2020 e al 2021: in entrambi i casi si trattava di un fabbricato in stato di abbandono e l’annesso terreno agricolo.

La coppia, che è indagata per truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, avrebbe voluto realizzare un resort wellness & Spa di lusso, composto da appartamenti, un grande albergo, un’area multifunzionale, un ristorante e un centro benessere.

“Subito dopo la stipula del rogito – afferma la Guardia di Finanza – veniva registrata all’anagrafe tributaria la costituzione di due condomìni con sede nella provincia di Siracusa e Ragusa, di cui la donna risultava essere rappresentante; dopo aver ottenuto le autorizzazioni locali, venivano avviati i lavori di ristrutturazione edilizia, con demolizione e ricostruzione degli immobili al fine di trasformarli in strutture residenziali e turistico-ricettive”.

La coppia, ha presentato le richieste per il beneficio fiscale del Superbonus, ottenendo il riconoscimento di un credito pari al 110% di quanto speso per i lavori”.I finanzieri avrebbero accertato che prima della stipula dei due rogiti i coniugi “procedevano, senza averne ancora titolo e con l’ausilio di alcuni professionisti compiacenti, al frazionamento catastale dei due fabbricati mediante la costituzione di 118 nuovi subalterni rispetto ai 4 originari, con l’unica finalità, come le indagini hanno dimostrato, di ottenere un beneficio fiscale di gran lunga maggiore rispetto all’importo spettante”. La disciplina del Superbonus 110% – dice la Gdf – consente di poter usufruire di un ammontare massimo per singola unità immobiliare pari 96.000 euro.

Laddove infatti le proprietà non fossero state frazionate, con la costituzione (fittizia) dell’ente di gestione comune, gli indagati avrebbero potuto usufruire del beneficio per un massimo di sole quattro unità immobiliari per un totale, facilmente ricavabile, di poche centinaia di migliaia di euro. Tuttavia il frazionamento posto in essere dai due neo condomìni era meramente formale, vista l’assenza di una reale divisione (impianti elettrici, scarichi, condutture idriche) tra le costituenti unità immobiliari”.

Secondo l’accusa “con l’ausilio di professionisti, consulenti e delle società che avevano svolto i lavori, venivano realizzate due rilevantissime operazioni immobiliari speculative, finanziandole interamente a spese dello Stato”.
   

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CRONACA

Aci Catena, maltrattamenti in famiglia: disposti gli arresti domiciliari per un 42enne di origini ennesi

La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, nell’ambito dell’attività investigativa svolta dai Carabinieri della Stazione di Aci Catena a carico di un 42enne originario di Enna, indagato per “maltrattamenti in famiglia”, ha richiesto ed ottenuto nei suoi confronti, da parte del GIP del Tribunale di Catania, la misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico, eseguita dal medesimo Comando.

Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, in uno stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio con l’indagato, hanno fatto luce sulle condotte messe in atto dall’indagato nei confronti della convivente, una 40enne del posto, sin dal dicembre 2015.

La vittima, sottoposta negli anni ad un regime di vita vessatorio e umiliante, caratterizzato dalla denigrazione della sua persona e dal timore per la sua incolumità e per quella dei suoi figli, a fine gennaio scorso ha deciso di denunciare, riferendo ai Carabinieri di Aci Catena di essere stata abitualmente vittima di insulti, minacce e violenze da parte del convivente il quale, in più occasioni, avrebbe addirittura minacciato sia lei che la figlia maggiore che le avrebbe mandate a prostituirsi a Catania per portare i soldi a casa.

Data l’escalation delle violenze, la vittima si era convinta a denunciare e aveva anche deciso di contattare gli assistenti sociali. L’indagato, appresa tale notizia, l’aveva minacciata dicendo :<<Appena arrivo sfascio una casa: ti ammazzo se mi toccano i figli>> e, difatti, rientrato, nell’abitazione avrebbe rotto una sedia gettandola in terra. La donna, presagendo ben più gravi conseguenze, ha subito chiamato il numero unico di emergenza, tra le minacce dell’uomo: <<Forza chiamali che oggi mi faccio attaccare>>.

Neppure la presenza dei Carabinieri di Aci Catena, immediatamente intervenuti presso l’abitazione della coppia, ha frenato l’insopprimibile tendenza dell’indagato al compiere azioni violente, perché, dinanzi ai militari avrebbe urlato :<<Ora ve la dovete portare, altrimenti l’ammazzo avanti a voi altri, non vi preoccupate che io la pistola ce l’ho, portatevela che sennò la trovate morta stasera>>.

Tale grave episodio, unitamente alle dichiarazioni rese dalla vittima ai militari, ha indotto l’autorità Giudiziaria a ritenere che l’uomo andasse sottoposto a misura cautelare, mentre la vittima e i figli sono stati inseriti in una struttura protetta.

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CRONACA

Catania, Aeroporto “Fontanarossa”: arrestato borseggiatore seriale del “Terminal Arrivi”

Aveva scelto un bar dello scalo etneo per mettere a segno i suoi colpi, un 39 enne catanese, pregiudicato, che l’altro giorno non è, però, sfuggito all’occhio attento dei Carabinieri della Stazione Aeroporto che lo hanno arrestato per furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale.

I militari in questione lavorano anche all’interno dell’hub aeroportuale per garantire la sicurezza degli utenti e la scorsa mattina, verso le 09:30, stavano svolgendo un servizio di prevenzione nei pressi del terminal degli arrivi, dove i passeggeri sbarcano appena arrivati a Catania. Quest’area è di libero accesso a tutti cittadini, anche quelli che non devono partire, ed è dotata di vari locali commerciali per rendere più “dolce” l’attesa di chi attende l’arrivo dei viaggiatori. Proprio presso un bar che sforna specialità siciliane, i Carabinieri hanno visto il 39enne “all’opera”, seduto ai tavolini del locale, intento a rovistare, con atteggiamento guardingo, all’interno di uno zaino marrone, che subito dopo portava via con sé. I militari hanno, così, iniziato un servizio di osservazione discreta a distanza per seguire le sue mosse e capire quando sorprenderlo nel momento più opportuno.

L’occasione più propizia al controllo si è presentata, quindi, quando l’uomo ha raggiunto, sempre con lo zaino tra le mani, l’ingresso della struttura, dove i Carabinieri lo hanno bloccato.

In evidente stato di agitazione, il ladruncolo ha gettato lo zaino in terra, negando fosse suo, quindi ha cominciato a inveire contro gli investigatori, cercando anche uno scontro fisico con loro che, invece, lo hanno messo in sicurezza e portato presso gli uffici della Stazione.

L’uomo è stato, perciò, arrestato e il suo arresto convalidato dall’Autorità Giudiziaria, mentre lo zaino è stato restituito al legittimo proprietario, un cittadino bolognese che era in vacanza nell’isola, che ha ringraziato i militari dell’Arma per il tempestivo intervento che ha salvato la sua vacanza.

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