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CRONACA

Altavilla Milicia: uccide la moglie e due figli convinto della presenza del demonio in casa. Fermati anche due fanatici religiosi

Potrebbe non aver agito da solo Giovanni Barreca, muratore 54enne, che la notte scorsa ha ucciso ad Altavilla Milicia, nel Palermitano, la moglie e i due figli, Emanuel e Kevin rispettivamente di 5 e 16 anni: nelle scorse ore infatti, i Carabinieri hanno disposto il fermo per una coppia di amici dell’uomo, Sabrina Fina e Massimo Carandente, due fanatici religiosi, entrambi accusati, come il muratore, di omicidio plurimo e soppressione di cadavere.

“Mi chiamo Giovanni Barreca. Ho ucciso tutta la mia famiglia, venite a prendermi. Vi aspetto a Casteldaccia”, queste le parole pronunciate dall’uomo durante la telefonata al centralino dell’Arma, con tono freddo, pacato. Mentre una pattuglia va a prelevare l’uomo, un’altra si reca nella sua abitazione, nel paese costiero di Altavilla Milicia a 30 chilometri da Palermo dove assiste a una scena raccapricciante: a terra i cadaveri dei figli e seduta sul letto in un’altra stanza la figlia 17enne, in stato di choc dopo essere sopravvissuta alla strage e aver assistito ai delitti.


L’ultima vittima, la moglie del muratore, Antonella Salamone, di 13 anni più giovane, viene trovata dopo ore. Pezzi del suo corpo carbonizzati sono a poca distanza dalla casa sotto un cumulo di terra. Il marito l’avrebbe uccisa e poi avrebbe dato fuoco ai resti.

Barreca in caserma aggiunge alcuni particolari. “C’era il demonio in casa”; dalle indagini è emerso infatti che l’uomo, un fanatico religioso che aveva frequentato la chiesa evangelica per prenderne poi le distanze, aveva una vera e proprio ossessione per il diavolo. Il sospetto dei Carabinieri è che abbia ucciso nel folle proposito di liberare la famiglia da presenze demoniache.

Il coinvolgimento delle altre due persone è stato confermato dalla figlia superstite che agli inquirenti ha detto: “Hanno fatto un esorcismo per scacciare il demonio”. Dalle indagini è inoltre emerso che i brutali assassinii non sarebbero stati commessi nella notte, come si era ipotizzato anche sulla base delle parole dell’uomo: prima sarebbe stata uccisa la moglie, venerdì i figli. La ragazza e il padre, dunque, sarebbero rimasti nell’abitazione per ore accanto ai cadaveri prima della telefonata agli investigatori.

La dinamica e il movente della strage sono ancora tutti da chiarire, anche se pare che il movente che ha spinto Barreca sia proprio l’ossessione religiosa. Le autopsie diranno come sono state uccise le tre vittime e potranno confermare l’ipotesi secondo cui i ragazzini sarebbero stati strangolati con delle catene. L’ altra incognita, riguarda il motivo per cui la figlia 17enne dell’assassino, pare la prediletta di Barreca, sia stata risparmiata. La ragazza, che avrebbe raccontato i deliri religiosi del padre, all’arrivo dei Carabinieri è apparsa poco lucida: l’ipotesi è che sarebbe stata drogata. Ora, su disposizione della Procura dei minori è stata portata in una casa famiglia.

La condizione economica della famiglia non era buona, tanto che il Comune, per aiutarli, aveva trovato alla vittima piccoli lavoretti. La donna era seguita dagli assistenti sociali che non hanno mai avuto, però, il sospetto di violenze in famiglia. E a non aver nutrito sospetti su un ipotetico infermo familiare è anche il pastore della chiesa evangelica che la Salamone aveva seguito per un po’. “Si era allontanata dalla comunità, ha raccontato, ma l’avevo rivista recentemente e mi aveva raccontato che pregava e leggeva le sacre scritture in casa con altre persone”.

Il sindaco del paese, Pino Virga, ha sospeso tutti gli eventi organizzati per il Carnevale e indirà il lutto cittadino nel giorno delle esequie. “Non riusciamo a capire come sia stato possibile tutto questo. Lui era un uomo religioso e cercava di accontentare la moglie in tutto”, hanno detto due parenti della vittima, arrivate in paese dopo la notizia.

CRONACA

Randazzo, organizzava eventi in un’antica struttura senza alcuna autorizzazione: sanzionato un 53enne

I militari della Compagnia di Randazzo, unitamente ai Carabinieri del Comando per
la Tutela della Salute del Nucleo Anti Sofisticazione di Catania, hanno realizzato
delle attività di controllo straordinario del territorio nel settore igienico-sanitario,
sanzionando il titolare di un’attività di ristorazione, un 53 enne residente a
Linguaglossa, proprio per mancanza di S.C.I.A. sanitaria.

In particolare, da alcuni giorni i Carabinieri si erano accorti che l’uomo aveva
pubblicato sui social un post mediante il quale pubblicizzava un evento che si
sarebbe tenuto presso un prestigioso immobile sito alle porte di Randazzo.
Nell’occasione, il programma in questione prevedeva un’escursione a cavallo
sull’Etna e, a seguire, un pranzo presso un ristorante situato all’interno della nota
location. Il tutto da pagare anticipatamente e, al tal fine, nell’inserzione era stato
inserito anche l’IBAN per l’accredito delle quote di partecipazione.

Nulla di strano, insomma, se non fosse che quella struttura, fosse ormai da tempo
inattiva. Si tratta, infatti, di una location settecentesca che col passare del tempo, per
mancanza di importanti interventi di manutenzione, era rimasta chiuso al pubblico,
fatto ben noto ai militari della Stazione.

Insospettiti, dunque, da quell’insolito annuncio, i Carabinieri hanno deciso pertanto
di predisporre un mirato servizio durante il quale sarebbe scattato il blitz, proprio il
giorno dell’evento tanto sponsorizzato sui social.

Prima dell’ora di pranzo, quindi, i militari della Stazione Carabinieri assieme ai
colleghi del N.A.S. sono entrati nel locale per procedere ad una ispezione, durante la
quale hanno trovato una sala ben arredata con tavoli, sedie, quadri d’epoca e un
grande camino, situata proprio accanto ad altri ambienti palesemente in disuso,
adoperati come deposito di oggetti tutti accatastati.

In un’altra stanza da pranzo, vicino alla cucina, i militari hanno poi notato un’altra
lunga tavola apparecchiata e, poco distante, un tavolino con un registratore di cassa
e diverse agende, sulle quali erano annotate le date degli eventi già svolti,
programmati e quelli ancora da organizzare.

All’esito del controllo quindi, il personale del N.A.S. ha contestato al responsabile
una sanzione amministrativa pari a 3.000 € per assenza della cosiddetta S.C.I.A.
sanitaria, ossia la segnalazione certificata di inizio di attività imprenditoriale,
obbligatoria per l’apertura di un locale al pubblico e per tutte le attività che
manipolano alimenti, intimandogli l’immediata chiusura dell’attività.

Gli appunti, hanno poi permesso di risalire ai precedenti festeggiamenti che si erano
tenuti in quella struttura, ovviamente non autorizzati, dal cenone dell’ultimo
capodanno a numerose feste di compleanno e non solo, anche matrimoni e
anniversari. Per ogni ricorrenza, sul block notes erano annotati il numero dei
partecipanti con il totale incassato.

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CRONACA

Lentini, smantellato un fortino dello spaccio: arrestati due pusher e sequestrato un ingente quantitativo di droga

Agenti del Commissariato di Lentini hanno arrestato due uomini, di 23 e di 36 anni, per spaccio di sostanze stupefacenti.

In una villetta di contrada Gruppilli in loro uso agenti di Polizia, supportati da unità cinofile della Polizia penitenziaria, trovato e sequestrato 400 grammi di cocaina, 142 grammi di marijuana, 7,75 grammi di crack, due bilancini di precisione, materiale utilizzato per confezionare dosi e 1.600 euro, ritenuti provento della vendita di droghe.

Inoltre, è stato smantellato un sofisticato sistema di videosorveglianza, dotato anche di visori notturni, che permettevano un ottimo controllo della zona circostante la casa che era protetta da un perimetro di filo spinato. I due arrestati, dopo le incombenze di legge, sono stati condotti in carcere.

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CRONACA

Catania, blitz dei carabinieri alla Pescheria: sequestrati più di 120 Kg di prodotti ittici non tracciati

Oltre 20 banchi controllati, sequestrati più di 120 chilogrammi di prodotti ittici non tracciato e comminate sanzioni per oltre 5.000 euro.

E’ il bilancio di un’operazione di controllo dei Carabinieri nella pescheria di Catania.

I controlli sono stati eseguiti da militari dell’Arma della compagnia Piazza Dante e della Polizia locale, con il supporto del Nas, dell’Asp del capoluogo etneo e delle pattuglie del XII Reggimento Carabinieri Sicilia. Durante l’operazione sono state anche sequestrate numerose cassette contenenti gamberi, gamberoni, polpi, orate, merluzzi e granceole esposte su piccoli banchi in piazza Alonzo di Benedetto abbandonate da venditori abusi che si sono dati alla fuga. A due dei commercianti che sono stati bloccati è stata contestata anche la violazione di occupazione di suolo pubblico oltre alle gravi mancanze dei requisiti sanitari e amministrativi

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