CULTURA
Catania: donati al dipartimento di Scienze Umanistiche 30mila volumi della biblioteca “Filippo Vitanza”
Venerdì 24 maggio alle 16,30, nell’aula magna “Santo Mazzarino” del Monastero dei Benedettini, si terrà un incontro per la presentazione del “Fondo Filippo Vitanza”, una raccolta di circa 30 mila volumi collezionati in oltre trent’anni di attività dal funzionario del Parlamento europeo e donati dai familiari alla biblioteca del dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania, a sei anni dalla sua scomparsa.
Nato e cresciuto nei quartieri popolari di Catania, Filippo Vitanza si era laureato nel 1973 in Lingue e letterature straniere. Nel 1980 superò il concorso del Parlamento europeo che selezionava traduttori dal greco, in occasione dell’ingresso della Grecia nella Comunità europea. Vitanza parlava, scriveva e lavorava utilizzando più di dieci lingue (tedesco, greco, francese, spagnolo, maltese, portoghese, inglese, russo, serbo, turco, persiano e altre ancora), alcune di queste apprese da autodidatta.
Da grande curioso del mondo, la conoscenza delle lingue non era per lui una questione soltanto tecnica, ma lo spingeva alla scoperta della storia, delle culture, delle tradizioni popolari dei Paesi e dei Continenti. Proprio per questo la Biblioteca donata all’Università di Catania, che comprende anche un ricco settore audio/video, appare unica: multilingue e multidisciplinare. Il tutto in uno spirito che interpreta i valori europei del multiculturalismo, con approfondimenti in tema di Istituzioni Internazionali, di rapporti tra i popoli, di linguistica, di Mediterraneo e Medio Oriente, di religioni, di arte, musica e spettacolo, di diritti delle persone, di saggistica sui temi dell’attualità. In questo percorso enciclopedico attenzione particolare è rivolta alla Grecia e al Mondo classico.
Dopo i saluti del rettore Francesco Priolo e della direttrice del Disum Marina Paino, interverranno i docenti Simona Inserra, Silvano Nigro e l’architetto Giuseppe Scannella. Intermezzi musicali a cura dell’Orchestra Giovanile “Falcone e Borsellino”.
CULTURA
Arte in Sicilia: i 27 disegni a tempera di Salvatore Quasimodo in mostra al Museo Riso di Palermo
Una preziosa mostra al Museo Riso di Palermo per riunire, a distanza di oltre trent’anni dall’unica esposizione, le 27 gouaches, ovvero disegni a tempera, realizzate dal poeta siciliano Salvatore Quasimodo. Unica incursione nel mondo delle arti visive del premio Nobel, le opere sono conservate da cinquant’anni nel caveau di una banca tedesca. L’apertura è in programma per venerdì 6 dicembre alle 17,30 nel Museo regionale d’Arte moderna e contemporanea Riso, in corso Vittorio Emanuele, con un’anteprima riservata alla stampa domani (giovedì 5 dicembre) alle 10,45. Salvatore Quasimodo (Modica 1901– Napoli 1968) era affascinato dalle arti visive ma il suo unico esperimento nel campo fu proprio la serie di 27 gouaches nate nel 1953 quasi per caso. Nel 1993 il figlio del poeta, Alessandro Quasimodo le ha riunite in un prezioso libro associandole ad altrettante poesie del padre. A distanza dall’unica esposizione romana nel 1994, gli eredi di Alberto Lùcia, un amico del poeta, hanno concesso il prestito della preziosa collezione per la mostra che si intitola “Oltre Quasimodo. Le 27 gouaches. Sapevo già tutto, e volli peccare”. All’inaugurazione saranno presenti l’assessore regionale ai Beni Culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, il direttore del Museo Riso, Evelina De Castro, e le altre componenti del comitato scientifico, Carola Arrivas Bajardi, Cristina Costanzo e Rosaria Raffaele Addamo.
ATTUALITÀ
Taormina: sabato 7 dicembre la prima edizione di ”Sicilia in Dolce”, organizzato dalla locale sezione AIS
Fervono i preparativi in vista dell’atteso appuntamento di sabato 7 dicembre quando al Palazzo dei Congressi di Taormina avrà luogo la prima edizione di “Sicilia in Dolce”, l’evento organizzato dalla locale sezione AIS, omaggio ai vini dolci, passiti e fortificati siciliani serviti in abbinamento ai dolci tipici della nostra terra.
Lunedì 2 dicembre, presso la Sala consiliare di Palazzo dei Giurati nella Perla dello Jonio, si è svolta la conferenza stampa di presentazione, moderata da Gianluca La Limina, consigliere regionale di AIS Sicilia, durante la quale hanno preso la parola il sindaco on. Cateno De Luca; l’assessore al Turismo e Spettacolo Jonathan Sferra; il presidente di Slow Food Messina, Antonino Mostaccio; la prof. Antonina Sidoti, presidente della Fondazione ITS Academy Albatros di Messina; la responsabile di Piano GAL Taormina-Peloritani, Beatrice Briguglio ed
infine, il responsabile eventi di AIS Sicilia nonché delegato AIS della sezione di Taormina, Gioele Micali.
Un’occasione per scoprire in anteprima il programma dettagliato dell’evento, comprensivo di un convegno di apertura, di tre imperdibili masterclass, e dei ricchi banchi d’assaggio con più di cinquanta cantine e trenta pasticcerie.
La prima masterclass (sei vini protagonisti) avrà luogo alle ore 12.00: essa verterà sui vini isolani (Pantelleria, Favignana e le Eolie) e sarà condotta dai sommelier Giovanni Mormina e Andreia Rogoz; la seconda, start ore 16, è stata denominata “Alla scoperta dell’insolito universo rosso di Sicilia” e sarà condotta dal duo Gioele Micale e Gianluca La Limina; infine, la terza, alle ore 18, con protagonisti i Marsala Dolci e la pasticceria siciliana (tra tradizione e innovazione) che vedrà relazionare e condurre Cinzia Mastrangelo e Mariagrazia Barbagallo.
Dette masterclass saranno precedute da un convegno, che si terrà alle 10.30 al quarto piano, all’interno della Sala parquet del Palazzo dei Congressi, dal titolo “Dolce sapidità. Il solido equilibrio degli appassimenti siciliani tra fattori antropici, storie e tradizioni dell’isola”. Annunciate, tra le altre, le presenze del sindaco De Luca; del presidente nazionale della Fenapi Carmelo Satta; di Francesco Baldacchino, presidente AIS Sicilia; di Salvatore Barbagallo, assessore regionale all’agricoltura e allo sviluppo rurale e della pesca nel Mediterraneo; di Gioele Micali, delegato AIS sezione di Taormina; di Beatrice Briguglio, responsabile di Piano del GAL Taormina-Peloritani, Terre dei Miti e della Bellezza; di Carlo Hauner, vicepresidente del Consorzio Malvasia delle Lipari D.o.c. e di Benedetto Renda, presidente della Doc Marsala e del Consorzio Pantelleria Doc.
CULTURA
Acireale: si è concluso il XXI corso per insegnanti di religione promosso dalla Conferenza Episcopale Siciliana
Ad Acireale si è appena concluso il XXI corso regionale per formatori insegnanti di religione di ogni ordine e grado di tutte le diocesi della Sicilia.
Il corso di aggiornamento, tenutosi all’Hotel Wawe di Acireale, è stato organizzato dalla Conferenza Episcopale Siciliana su indicazioni del vescovo di Nicosia, mons. Giuseppe Schillaci, delegato C.E.Si per la Scuola, l’Università e l’Educazione Cattolica.
Nel suo intervento Mons. Schillaci ha sottolineato che il corso di aggiornamento è un’opportunità di grande valore professionale e umano e dà solidità all’azione educativa.
“La scuola e di conseguenza i docenti stanno attraversando grandi sfide che stanno coinvolgendo tutti gli ambiti della vita: le relazioni umane, anche quelle intergenerazionali, la cultura, la politica, l’educazione, la fede, l’economia, la giustizia, ma anche il modo di comunicare, l’affettività, la verità, la formazione morale“.
A portare i saluti del vescovo acese mons. Antonino Raspanti, presidente della CESi, il vicario generale della diocesi di Acireale, Mons. Agostino Russo, che ha condiviso un pensiero di gratitudine per l’importante evento realizzato, consapevole che oggi più che mai gli educatori, e nello specifico gli insegnanti di religione, devono avere sempre più “cura” delle giovani generazioni.
Direttore del Corso è stata la prof.ssa acese Barbara Condorelli, responsabile del Coordinamento regionale per l’Insegnamento della Religione Cattolica.
A rispondere all’invito 65 docenti formatori, provenienti da tutte le diocesi siciliane, che hanno riflettuto sul tema: “Insegnare Religione Cattolica nell’età post–moderna: sfide e opportunità per la formazione morale, etica ed affettiva delle giovani generazioni. Istanze dell’Etica post – moderna tra disincanto e responsabilità nella scuola di oggi e nella didattica dell’IRC“.
A curare gli incontri autorevoli relatori, che hanno coinvolto la platea offrendo spunti per il dibattito e argomenti formativi. Il tema della formazione morale, etica ed affettiva delle giovani generazioni è stato trattato sotto diversi punti di vista, così come anche il contesto culturale che stiamo vivendo.
Il Prof. don Vittorio Rocca, professore di Teologia Morale presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania, ha affrontato il tema della Libertà responsabile che trova la sua piena collocazione nella Libertà morale, quella che si configura come la capacità di eleggere, di scegliere tra bene e male e di rispondere di ciò che si è scelto. Così si è espresso: “La cultura odierna confonde la libertà con assenza di limiti, rischiando di educare i giovani a una visione ridotta della realtà, simile ai “ciechi” del romanzo di Wells, che interpretano il mondo solo attraverso una prospettiva scientifica. Si tratta allora di formare persone capaci di vivere la libertà nella solidarietà e giustizia. Oggi più che mai si è chiamati a formare la coscienza”.
La prof.ssa Anna Staropoli, docente di Sociologia delle religioni ed Antropologia Culturale presso l’ISSR Facoltà Teologica di Sicilia, ha guidato i corsisti su uno dei temi antropologici più complessi: leggere le tante fragilità che stanno coinvolgendo i bambini e i giovani di oggi, fragilità che a volte si trasformano in vere e proprie povertà esistenziali. “Il contesto in cui viviamo rischia di trasformare gli invisibili in colpevoli, di trasformare le vittime (poveri, migranti, bambini, giovani fragili etc.) in colpevoli e causa di problema” ha detto la docente, per poi proseguire “Costruiamo comunità attraverso un’azione partecipata che trasforma i contesti di vita, vedendo nei giovani non un problema, ma una possibilità di crescita”.
La dott.ssa Maria Lisma, Psicologa Dirigente e responsabile dell’UOS di NPIA di Mazara del Vallo, ha affrontato il tema dell’educazione all’affettività e dello “stare bene”: “L’educazione all’affettività implica empatia, responsabilità nelle relazioni e il coraggio di stare con l’altro. Gli incontri costruiscono ricordi che costruiscono la nostra identità”.
Intensa l’esperienza del laboratorio unico “IRC e cultura del territorio” che si è svolto tra la Casa del Nespolo ad Acitrezza e il Castello di Acicastello. In questi due siti i corsisti sono stati guidati in un percorso “verghiano”, nel quale le guide e il Prof. Salvatore Borzì, docente di Lettere al Liceo classico Gulli e Pennisi di Acireale, si sono soffermati su alcuni protagonisti dei romanzi e delle novelle scritte da Giovanni Verga.
Alla fine la prof.ssa Barbara Condorelli ha tratto le conclusioni sulla positiva esperienza formativa vissuta dai corsisti e ha chiuso i lavori: “Riflettiamo sul nostro ruolo di docenti e valorizziamo le risorse scolastiche per promuovere la formazione morale, etica e affettiva delle nuove generazioni”.
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