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ATTUALITÀ

Taormina, i grandi alberghi si apprestano ad aprire tra mille difficoltà

TAORMINA – I grandi alberghi della località turistica si apprestano ad aprire tra mille difficoltà. “Le nostre strutture ricettive – dice Isabella Bambara, che assieme al marito Sebastiano ed ai figli, Sergio e Stefania De Luca, si occupa degli hotel “Diodoro”, “Caparena” ed “Isabella” – seppur con grande sforzo, saranno aperte dal 19 di questo mese. Tengo a precisare che, ad esempio, l’hotel Diodoro non è mai rimasto chiuso dal 1898, se non per periodi dedicati a ristrutturazioni, da quando, cioè, la mia famiglia ha iniziato l’attività. Solo il Coronavirus ci ha costretto ad uno stop forzato. Per questo periodo ci dedicheremo al turismo di prossimità. Sono convinta, comunque, che adesso si potrebbe pensare ad avviare la tanto agognata destagionalizzazione dei flussi. D’altra parte è noto che la stagione degli arrivi, specialmente a Taormina, era, in passato, invernale e si potrebbe riprendere ispirandoci a quel tipo di movimento che andava anche bene. Credo che per riprendere, magari ad agosto i flussi internazionali abbia un ruolo preminente il ripristino dei voli internazionali”.

In ogni caso si registra un certo fermento alle reception. “Stiamo ricevendo – sostiene il vice direttore del Diodoro, Manuel Lo Giudice numerose telefonate da parte dei clienti. Certo attendiamo il last minute”. Anche in riva al mare si sta navigando a vista, ma con grande fiducia, per il risveglio in grande stile del movimento turistico. “Abbiamo richieste – dice il direttore del Caparena, Roberto Cardonedi nostri clienti siciliani che chiedono soggiorni di una settimana. Comunque è palese la grande voglia di venire a Taormina. Tanti si stanno informando. In ogni caso riferiamo che vengono garantite al massimo le norme sanitarie come quella della sanificazione delle stanze ad ogni nuovo cliente”.

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Catania: l’ex discoteca ”Empire” confiscata alla mafia diventerà la ”Casa della Musica” grazie all’accordo tra Comune e Conservatorio

L’ ex Empire di via Zolfatai, bene confiscato alla mafia a Catania, diventa una ‘Casa della musica’.

E’ entrato nella fase operativa, infatti, il partenariato tra il Comune e il Conservatorio statale per rendere l’ex discoteca una struttura al servizio della cittadinanza.

Su questo tema in Municipio c’è stato un incontro tra il sindaco Enrico Trantino, l’assessore ai Beni confiscati alla mafia Viviana Lombardo e il presidente e il direttore artistico del Conservatorio, Carmelo Galati ed Epifanio Comis.

La giunta Trantino lo scorso 4 dicembre ha deliberato la formalizzazione dell’accordo con il Conservatorio “Vincenzo Bellini”, istituto di alta formazione di livello universitario, per realizzare una “Casa della Musica” su una superficie di oltre mille e cento quadrati, su due livelli con tetto apribile, per eventi e attività formative che ne facciano fulcro dell’intera provincia per la diffusione della cultura musicale e del suo valore educativo. L’accordo prevede che il Conservatorio si assuma gli oneri di gestione e di promozione dell’ex Empire, confiscato alla mafia e assegnato al Comune sulla base di uno specifico progetto presentato nel 2022.

“E’ una straordinaria opportunità formativa – hanno detto il sindaco Trantino e l’assessore Lombardo – grazie alla promozione e all’organizzazione di eventi in cui la collettività, nella fattispecie prevalentemente studentesca, abbia modo di esibire doti e proposte musicali. Una sinergia positiva tra il Comune e il Conservatorio, avviata grazie all’impegno dell’ex assessore Michele Cristaldi, che abbiamo portato a compimento, con la convinzione di svolgere un’azione di grande respiro culturale, sociale e istituzionale, anche per il valore simbolico che questa struttura rappresenta. Sul fronte dei beni confiscati alla mafia è doveroso ricordare la proposta di nuovo regolamento, che il consiglio comunale con i propri contributi migliorativi, ha subito adottato”.

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Isola di Vulcano, ricostruiti i cicli delle eruzioni: la risalita del magma avviene con ”ricariche multiple”

La risalita del magma nell’isola di Vulcano, nelle Eolie,” avviene attraverso ricariche multiple di piccoli volumi non sufficienti per innescare singolarmente una crisi eruttiva, ma che sono comunque in grado di interessare, a cascata e su tempi anche molto lunghi, vari livelli del sistema di alimentazione”.

Lo indica la ricerca condotta dall’università di Catania, coordinata da Marco Viccaro e pubblicata sulla rivista Scientific Reports.

Lo studio indica inoltre che le ricarichedel magma “riescono ad essere accomodate fin quando non viene superata una soglia critica di pressurizzazione, oltre la quale si entra di fatto in una nuova fase eruttiva”.

La ricerca ha messo in evidenza che il ciclo eruttivo del 1888-90 è stato preceduto da tre principali fasi di ricarica da parte di magmi profondi che sono stati trasferiti verso la superficie in tre momenti ben distinti, ovvero fra 85 e 140 anni, fra 16 e 35 anni e fra 2 e 7 anni prima dell’eruzione.

“E’ pressoché indubbio che queste fasi di ricarica profonde siano state accompagnate da fasi di degassamento intenso osservabile in superficie”, osserva Viccaro. “Non è infatti casuale – prosegue – che nel periodo precedente all’eruzione del 1888-90, in particolare a partire dal 1771, si siano verificati cicli minori di esplosioni freatiche al cratere di La Fossa, a testimonianza di come il sistema di alimentazione sia stato perturbato da un profondo disequilibrio in quel periodo”. Altrettanto rilevante ai fini dello studio, osserva l’esperto , è stata l’analisi dei volumi di anidride solforosa emessa a partire dal 1978, anno dal quale è possibile avere un record continuo grazie alla rete di monitoraggio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia”. L’inversione dei volumi di anidride solforosa emessa ha consentito di ricavare una stima dei volumi di magma intruso nel sistema di alimentazione nel corso degli ultimi 46 anni, che oscilla tra 26 e 80 milioni di metri cubi. L’analisi condotta diventa cruciale anche alla luce delle tre principali crisi di degassamento avvenute a valle del ciclo eruttivo del 1888-90, crisi che sono state caratterizzate da cospicui innalzamenti delle temperature delle fumarole e da incremento dei flussi di gas. Sebbene di queste evidenze non ci sia certezza per la prima crisi (avvenuta negli anni ’20 del secolo scorso), ciò è stato direttamente osservato per le ultime due crisi, avvenute nei periodi 1988-1993 e settembre 2021 – dicembre 2023.

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Sicilia, nominata ”Regione Europea della Gastronomia” del 2025: è la prima regione italiana a ricevere questo titolo

Il 2025 sarà l’anno della consacrazione della Sicilia come “Regione europea della gastronomia” titolo conferito dall’Igcat, Istituto internazionale di gastronomia, cultura, arti e turismo, che premia le aree che valorizzano la cultura gastronomica, promuovendo innovazione, sostenibilità e benessere delle comunità locali.

La Sicilia è la prima regione italiana a ricevere questo riconoscimento, ottenuto grazie alla qualità dei prodotti locali, alla varietà delle esperienze offerte e alla ricchezza del patrimonio enogastronomico.

La candidatura della Trinacria è stata guidata dal Consorzio Dos Sicilia, in collaborazione con il Consorzio di tutela dei vini Doc Sicilia, il Consorzio del cioccolato di Modica e diversi istituti alberghieri del territorio.

Per l’occasione la presidente dell’Istituto, Diane Dodd, ha descritto la Sicilia come una destinazione eccellente, evidenziando come il dossier presentato e i risultati delle visite sul territorio abbiano confermato la validità della candidatura.

Quest’anno dunque, per la terra Sicula sarà un’occasione unica per promuovere non solo le eccellenze culinarie, ma anche il patrimonio artistico e culturale dell’isola, con eventi, festival enogastronomici e iniziative di turismo esperienziale che arricchiranno il programma destinato a turisti e siciliani, con l’unico obiettivo di valorizzare le tradizioni locali e la biodiversità del territorio.

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