lunedì, Maggio 29, 2023
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#IoLavoroConLaMusica, l’appello social dei grandi artisti per chiedere garanzie allo Stato

“È il momento di metterci la faccia e di raccontare che la musica è un lavoro”. È questa l’impronta dei messaggi di tantissimi artisti che si uniscono – pubblicando sui social moltissime foto e cartelli – a sostegno della campagna lanciata anche con l’hashtag #IoLavoroConLaMusica. Da Vasco Rossi a Jovanotti. E ancora: Roy Paci, Fiorella Mannoia, Negrita, Subsonica, Red Canzian, Laura Pausini, Mannarino, Max Gazzè.

“Chiediamo con forza al governo che queste istanze vengano ritenute prioritarie”. Nell’appello si chiede allo Stato di “tenere conto delle reali esigenze di un settore che produce cultura, contribuisce all’economia del Paese e conta centinaia di migliaia di lavoratori che hanno diritto alla stessa dignità degli altri”.

Inoltre, l’appello rivendica una commissione congiunta di Camera e Senato dedicata all’industria musicale e si chiede al ministero di convocare al più presto un tavolo tecnico specifico, e che le proposte di emendamento siano necessarie a far sì che il dl rilancio non sia di nuovo una legge discriminatoria per il settore musicale, ma una reale occasione di ripartenza alle giuste condizioni.

Parecchi i messaggi di artisti e non, uniti per dare dignità a un lavoro “che non è solo per chi tiene il microfono in mano ma anche per tutte quelle figure che stanno dietro le quinte”, scrive Piero Pelù.

“È arrivato il momento di metterci la faccia, tutti insieme”, è invece il messaggio di Roy Paci: “Far capire l’importante ruolo di migliaia di donne e uomini lavoratori della Spettacolo. Quel settore culturale che genera il 16% del PIL in Italia. Dignità per il bene della Musica” .

Anche Levante partecipa alla campagna: “Chiediamo che la politica non ignori le proposte di emendamento al dl rilancio – scrive la cantante siciliana – adoperandosi al più presto per dare finalmente dignità a tutti coloro i quali lavorano per il bene della musica”.

Continua Ermal Meta: “Il problema non riguarda solo noi artisti, ma per tutti gli addetti ai lavori  che intorno a un palco svolgono attività fondamentali che non si vedono. Sono migliaia di lavoratori senza i quali i concerti non sarebbero possibili. Chiediamo al governo di riconoscere queste posizioni professionali a dare lo stesso sostegno che è stato riconosciuto ad altri settori nell’era post Covid. La cultura è memoria storica e la musica ne è una parte fondamentale”.

Anche Ghemon, con la sua foto ed il suo cartello, aderisce così alla campagna #SenzaMusica, la protesta lanciata per chiedere al Parlamento di prendere in esame gli emendamenti del settore musica nel decreto rilancio “a oggi ignorati” e perché la festa della musica, il 21 giugno, non diventi una festa – appunto! – #senzamusica.

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