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CULTURA

Acireale, Villa Belvedere: festa conclusiva del progetto di Educazione alla Pace

Stamattina alla Villa Belvedere di Acireale si è concluso con un momento di festa il progetto di Educazione alla Pace programmato dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione all’interno della Biblioteca comunale dei Ragazzi Maria Grazia Cutuli per l’anno scolastico 2023/24. Le attività iniziate lo scorso febbraio sono state condotte dal dott. Pippo Scudero, in collaborazione con la responsabile della Biblioteca Carmela Borzì. 

Erano presenti 80 alunni, in rappresentanza di tutti i ragazzi, circa 250, che hanno partecipato ai laboratori creativi e di lettura animata che si sono svolti all’interno della Biblioteca.

Sono intervenuti il vicesindaco e assessore alla Pubblica Istruzione Valentina Pulvirenti e il direttore dell’ufficio caritas diocesano don Orazio Tornabene. I bambini hanno ascoltato una canzone composta dalla musicista Sveva Castrogiovanni utilizzando le loro parole e le loro frasi e hanno decorato un lenzuolo che e’ stato esposto tra gli alberi.

Ringrazio i dirigenti scolastici e gli insegnanti che hanno accompagnato i ragazzi in questo percorso, un ringraziamento particolare va a Carmela Borzì che si spende tanto per tutte le attività organizzate in favore di bambini e ragazzi e un ringraziamento va a voi che dall’8 febbraio lavorate insieme, -ha detto l’assessore Valentina Pulvirenti. Spero che tutte le attività che avete fatto insieme abbiano lasciato un segnale in voi. In un mondo in cui ci sono tante guerre l’educazione alla pace è importante. È importante che capiamo che i conflitti non servono e non sono mai la soluzione”.

“Il nemico più grande della pace è l’indifferenza, se tra persone c’è indifferenza, se non mi metto dalla parte del mio vicino la pace non ci sarà mai, se non stacca l’impegno e la responsabilità la pace non ci sarà mai”, ha detto ai ragazzi don Orazio Tornabene.

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CULTURA

Acireale: il programma del secondo weekend del “Festival dell’Opera dei Pupi”

Arriva il secondo week end del Festival dell’Opera dei Pupi ad Acireale. Le lotte dei Paladini di Francia contro i Saraceni torneranno a emozionare tantissimi bambini e adulti grandi bambini e Acireale continuerà a ricordare il grande puparo Emanuele Macrì, nel cinquantesimo anniversario della sua scomparsa.

Oggi, venerdì 14 giugno, alle ore 18:30 e ore 20:30 al Cinema Margherita in via Cavour sarà proiettato il film “TURI E I PALADINI”, regia di A. D’Alessandro. Interverrà l’attore Gianni Sineri. Introdurrà Mario Patanè, esperto di cinematografia.

Tanti spettacoli sono in programma nel fine settimana nel Teatro dei Pupi e in piazza Alfio Grassi.

Domani, sabato 15 giugno, alle ore 18:00 nel Teatro Opera dei Pupi Emanuele Macrì di Via Alessi andrà in scena lo spettacolo a cura della Compagnia “I Paladini” di Scalia Orazio (Acireale).

Alle ore 20.30 in Piazza Alfio Grassi è in programma lo spettacolo a cura dell’Antica Compagnia Opera dei Pupi Famiglia Puglisi (Siracusa). Introdurrà il prof. Giovanni Vecchio.

Domenica 16 giugno alle ore 11:00 nel Teatro dell’ Opera dei Pupi Emauele Macrì di Via Alessi si terrà il primo spettacolo del giorno a cura della Compagnia “I Paladini” di Scalia Orazio (Acireale), che replicherà alle ore 18:00.

Alle ore 20:30 in Piazza Alfio Grassi si terrà lo spettacolo a cura dell’Associazione Arte Pupi Fratelli Napoli (Catania).

Torneranno anche le estemporanee e i laboratori con le botteghe artigiane di maestri pupari, pittori e scultori in via Alessi, l’esposizione di carretti siciliani, a far da cornice agli spettacoli in piazza e la Mostra fotografica “Emanuele Macrì. L’uomo, l’artista”.

Il Festival dell’Opera dei Pupi sarà anche l’occasione per visitare la “Mostra della Raccolta Teatro Pennisi – Macrì di Acireale, dei pupi e delle attrezzature di teatri siciliani”, ospitata nei locali annessi al Teatro, che nelle giornate del Festival resta aperta dalle 9:00 alle 22:00 con orario continuato.

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CULTURA

Rapporto “Almalaurea”: laureati italiani rifiutano lavori a basso reddito e preferiscono andare all’estero

Nella ricerca di occupazione i laureati italiani si dimostrano sempre più selettivi puntando ad attività che siano adeguatamente retribuite e coerenti con il proprio percorso formativo, per tale ragione dunque, non esitano ad andare all’estero dove i compensi sono più alti: questo quanto emerso dal 26esimo Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati stilato dal Consorzio Interuniversitario “AlmaLaurea” che ha coinvolto circa 660.000 laureati di 78 atenei fotografando la condizione occupazionale a uno, tre e cinque anni dal conseguimento della laurea.

Secondo i dati raccolti dallo studio “i laureati sono sempre meno disponibili ad accettare lavori a basso reddito o non coerenti con il proprio percorso formativo. A un anno dal titolo – viene evidenziato – tra i laureati di primo e di secondo livello, non occupati e in cerca di lavoro, la quota di chi accetterebbe una retribuzione al più di 1.250 euro è pari, rispettivamente, al 38,1% e al 32,9%; tali valori risultano in calo, nell’ultimo anno, rispettivamente, di 8,9 e di 6,8 punti percentuali”.

Inoltre, considerando i numeri, a un anno dal titolo, la retribuzione mensile netta è, in media, pari a 1.384 euro per i laureati di primo livello e a 1.432 euro per i laureati di secondo livello; a cinque anni dal conseguimento del titolo, invece, la retribuzione mensile netta è pari a 1.706 euro per i laureati di primo livello e a 1.768 euro per quelli di secondo livello.

Cifre diverse rispetto a quello raccolte all’estero che sono notevolmente superiori a quelle degli occupati in Italia: complessivamente, i laureati di secondo livello trasferitisi all’estero percepiscono, a un anno dalla laurea, 2.174 euro mensili netti, rispetto ai 1.393 euro di coloro che sono rimasti in Italia. A cinque anni dalla laurea il differenziale retributivo aumenta ulteriormente, sempre a favore degli occupati all’estero: 2.710 euro; rispetto ai 1.708 euro degli occupati in Italia.

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CULTURA

Unione degli Universitari: Italia tra i Paesi con le tasse universitarie più alte d’Europa

Le tasse universitarie degli Atenei italiani sono tra le più alte d’Europa: questo quanto emerso dalla ricerca “Università quanto mi costi” presentata dall’Unione degli Universitari, attraverso un’analisi dettagliata sulla situazione delle tasse universitarie in Italia realizzata incrociando le banche dati del ministero dell’Università e del sistema informativo Siope Bankitalia.

In base al report, che registra gli incassi degli enti pubblici, e i bilanci preventivi degli atenei per il 2024,  il saldo complessivo proveniente dagli studenti si attesta intorno a un miliardo e mezzo l’anno. Una cifra alla quale l’Udu somma anche i proventi per la didattica, ossia il costo di master e altri corsi a pagamento.

Sempre secondo questa ricerca, uno studente italiano arriva a pagare in media fino a mille euro l’anno per gli atenei pubblici. Un prezzo alto rispetto al resto dell’Europa, se si pensa che in Germania ad esempio non esistono tasse universitarie, ma solo contributi semestrali tra 100 e 350 euro, trasporti pubblici inclusi. In Francia, secondo il report, le tasse vanno da 170 per una laurea triennale a 380 euro per un dottorato. In Spagna, i costi variano molto, con una triennale che può costare tra 150 e 3.500 euro all’anno e un master tra 300 e 3.500 euro, a seconda dei crediti. In Svezia, Danimarca e Finlandia, invece, laurea e master sono gratuiti.

I dati emersi, infine evidenziano enormi divari territoriali nella tassazione media tra gli atenei italiani. L’università con il guadagno più alto in Nord Italia percepisce una tassa studentesca media che è superiore di tre volte e mezzo quella dell’ateneo con il compenso più basso nel Meridione.

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