CULTURA
A Palermo un altro momento dedicato a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia
PALERMO – Lunedì 5 Luglio, alle ore 10:30 presso la sede della Piccola Accademia dei Talenti , in via Giuseppe Paratore 17 a Palermo, Maria Letizia e Massimo Benenato, figli dell’artista Palermitano Franco Franchi, attore comico e cantante sempre vivo nella memoria dei Palermitani, doneranno alla Piccola Accademia dei Talenti di Palermo diretta da Simona D’Angelo, il pianoforte nel quale iniziò gli studi musicali lo stesso Franco Franchi.
“E’ un gesto che onora ancora di più la mia volontà di diffondere la sua memoria, come esempio di contenuti e di valori artistici ed umani, per gli allievi dell’accademia” riferisce il direttore artistico Simona D’Angelo.
Il pianoforte sarà “ospitato” proprio nell’aula teatro “Franco Franchi e Ciccio Ingrassia” dell’accademia,
aula che nel 2017 in occasione dell’anniversario dei 25 anni dalla morte di Franco, Simona D’Angelo con il benestare della famiglia Benenato e la preziosa collaborazione di Giuseppe Li Causi, storico di Franco e Ciccio, ha intitolato alla coppia di artisti.
“Ci piace pensare che il pianoforte continuerà a suonare con il compiacimento di Franco, nell’aula a lui dedicata, attraverso gli studi degli allievi dell’accademia” questo il pensiero gentile dei figli.
Per ringraziare ulteriormente il prezioso gesto dei figli dell’artista, ci saranno delle brevi esibizioni artistiche con l’ausilio del pianoforte stesso.
Si esibiranno:
- Gli allievi della Piccola Accademia dei Talenti: Vittoria Pinto, Miriam Bonsignore e Andrea Palumberi
- Pietro Paolo Gurrera pianista, Salvo Giliberto attore mimo e clown, Marco Ferrigno Cantante
- Rossella Di Gregorio cantante accompagnata dal chitarrista Carlo Di Vita Charlie
Per l’evento sarà inoltre donato un quadro musicale dal Mestro Antonino Cazzeta, in onore di Franco Franchi.
Inteverrano Giuseppe Li Causi, storico di Franco e Ciccio e Antonio Fiasconaro, scrittore e giornalista,
prefatore del libro di Massimo Benenato: “Sotto le stelle di Roma”.
Per info chiamare il 327 681 8872
CULTURA
Acireale: al via nei locali dell’Archivio Storico Diocesano l’evento Liberi di Pensare – open space della conoscenza
Nei locali dell’Archivio Storico diocesano ad Acireale ha avuto inizio giovedì 7 novembre “liberi di pensare, open space della conoscenza“, spazio culturale fortemente voluto dal vescovo Antonino Raspanti, che si pone come obiettivo quello di creare un luogo in cui poter raccontare esperienze su cui riflettere e confrontarsi.
Primo intervenuto al salotto culturale è stato Don Fortunato Di Noto, presbitero siciliano nonché fondatore di Meter, associazione che lotta contro la pedofilia e gli abusi all’infanzia, in favore della salvaguardia dei bambini e della loro innocenza.
L’incontro, introdotto da don Antonio Agostini ha visto trattare il tema “Cyberdevianza e Crimini Digitali: prospettive e sfide per il futuro”. Argomento dirompente e forte, che don Fortunato ha scelto come missione pastorale e civile.
“Rivestire i nudi della società”, come ha parafrasato lo stesso sacerdote, che così ha spiegato la scelta di perseguire questa strada, rifacendosi infatti ad una delle opere evangeliche di misericordia.
Meter, che da trentacinque anni scende in campo in difesa dei minori, è una realtà solida e fondamentale nella lotta alla pedopornografia. Conoscere l’attività dell’Associazione attraverso l’esperienza del suo fondatore è stato importante per contrastare sempre più il fenomeno.
“Questo tema è sentito e urgente” ha dichiarato don Arturo Grasso, direttore dell’ufficio comunicazioni sociali della diocesi e della CESi, che ha introdotto il dialogo con don Fortunato.
Ha poi proseguito: “Siamo qui per discutere di fenomeni inquietanti e attuali come il cyberbullismo, la devianza giovanile e il fenomeno delle baby gang digitali, che stanno cambiando il volto della nostra società e mettendo in pericolo soprattutto i più giovani. Attraverso l’opera di Don Fortunato, la missione di Meter si svolge nelle “periferie digitali”, ovvero in quegli spazi del web dove spesso si nascondono crimini orrendi”.
Nel racconto della sua esperienza don Fortunato spiega il fenomeno degli abusi sui minori, declinandolo in una narrazione delicata ma lucida, diretta ad interrogare le coscienze di chi lo ascolta. Definisce i bambini di oggi spesso come “orfani di genitori vivi” ma senza mai volersi porre con fare giudicante.
Piuttosto mette a fuoco ciò che polarizza la criminalità sui minori: un’attenzione latente degli adulti di riferimento, ma anche una carenza di comprensione dell’universo social che si pone a barriera dell’uso consapevole degli strumenti comunicativi che oggigiorno sono a disposizione di tutti.
Il racconto di don Fortunato parte dal suo l’interesse al mondo del web. Questo lo ha condotto a conoscere il deep e il dark nei quali si sviluppa anche il fenomeno pornografico, specificatamente rivolto ai bambini.
Così ha dichiarato don Fortunato: “I minori che hanno subito delle ingiustizie non solo hanno avuto rubati i sogni, ma hanno vissuto delle situazioni che li hanno portati in alcuni casi anche al suicidio, come raccontano gli ultimi fatti di cronaca. Questo significa che bisogna impegnarsi costantemente senza indietreggiare. Aiutiamo i minori affinché non naufraghino nel mondo digitale e parlare in queste occasioni, così col cuore aperto, favorisce la possibilità di costruire mondi nuovi e belli”.
Il dott. Francesco Guarnieri, referente del servizio diocesano tutela Minori e Persone Vulnerabili, ha dato i saluti iniziali, sottolineando che il prossimo 18 novembre si celebrerà la IV Giornata Nazionale di Preghiera per le Vittime e i Sopravvissuti agli Abusi, occasione che richiama il bisogno di ricostruire il legame di fiducia spezzato da ogni forma di abuso che lascia ferite nelle vittime e nella comunità.
Infine, così si è espresso il vescovo Raspanti: “L’impegno verso un mondo digitale più sicuro e giusto per i nostri giovani richiede il contributo di tutti. Proseguire insieme su questa strada, ciascuno nel proprio ruolo, è l’unica risposta concreta alle sfide che il futuro ci pone davanti”.
ATTUALITÀ
“Pensieri a colori”, personale di Sonja Streck alla Beniamin Art Gallery
CATANIA – “Le mie opere sono pensieri dipinti, esprimono ciò per cui mi mancano le parole”, così Sonja Streck descrive sinteticamente la sua arte e se stessa. Parole dipinte, colori pronunciati con una personalissima interpretazione degli spazi, dai confini sfumati, dalle linee interrotte, dai cromatismi che s’intersecano e sfumano, confondendosi e sovrapponendosi. Il pennello è il terminale di una personalità che è unica, irripetibile e non codificata perchè Sonja Streck interpreta l’arte come libera da ogni stile che sia sempre lo stesso: si ispira all’artista Gerhard Richter che diceva che le opere cambiano come un abito. Le piace lavorare in modo fluido: non vuole ancorarsi allo stesso vincolo creativo in nome di uno stile ben definito.
Circa quaranta opere, di grandi e piccole dimensioni, alcune con la tecnica mista della pittura su fotografia, una sorta di rassegna antologica della sua lunga attività, saranno proposte dal 9 al 23 novembre nella Beniamin Art Gallery, di via Umberto, 130 a Catania. Liliana Nigro, la curatrice anomala e trasversale della mostra di Sonja Streck, la definisce “anima colorata, capace di trasportare stati d’animo in colori, propone la vita dentro una tavolozza segnata da sfumature e ricca di emozioni, compone visioni di identità perdute che si racchiudono solo sull’altare dell’ arte”.
Tedesca di nascita, In Svizzera ha concretizzato importanti progetti artistici, “Sonja di Svevia”, ha scelto di essere catanese: vive in un edificio barocco che si affaccia su un’ala di Palazzo Biscari, molte sue opere sono ispirate dai colori della Sicilia e dei suoi paesaggi, con le colline, le profonde vallate, le scogliere, la profondità del mare. Così manifestata la sua “catanesità”, ormai matura.
“Sonja Streck in tutte le sue opere ha uno specifico linguaggio allegorico che consente di mettere in luce una poliedrica personalità artistica. Virtuosa del colore, dalla tessitura complessa, attraverso brillanti soluzioni simboliche e cromatiche riesce a creare effetti particolarmente suggestivi, contorni che si sfaldano e si ricompongono, in una perfetta geometria, in una visione frammentaria e sognante – scrive di lei Angela Rita Carbonaro che da direttrice della Biblioteca civica Ursino Recupero ospitò una sua personale – La parola dipinta, in cui il tratto pittorico si trasforma , come in una sorta di operazione alchemica, in straordinarie vertigini di fantasia che si fondono in una parabola creativa che viste in sequenza affascinano perché la pittura come la musica ha i suoi tempi, ritmi , colori, forme e accordi che nascono dal talento dell’artista”.
Il vernissage di “Pensieri a colori” si terrà sabato 9 novembre alle 19, in via Umberto, 130. La mostra sarà visitabile fino al 23 novembre, dalle 18 alle 20. Per informazioni e prenotazioni telefonare al 350 1261190.
CULTURA
Giornata Mondiale dei Poveri: domani la Veglia diocesana nella frazione ripostese di Carruba
Venerdì 8 novembre alle ore 19.00, nella Parrocchia di San Martino Vescovo a Carruba, si terrà un momento diocesano di preghiera in preparazione all’VIII Giornata Mondiale dei Poveri.
La giornata, che si celebra quest’anno domenica 17 novembre, ha come tema “La preghiera del povero sale fino a Dio”. Questa espressione, tratta dalla sapienza biblica, è particolarmente appropriata in questo anno di grazia dedicato alla preghiera che ci predispone al Giubileo Ordinario del 2025.
Papa Francesco ricorda che questa Giornata è “un’opportunità pastorale da non sottovalutare”, poiché invita ogni credente ad ascoltare la preghiera dei poveri, prendendo coscienza della loro presenza e dei loro bisogni. È l’occasione per realizzare iniziative concrete a loro sostegno e per riconoscere l’impegno di tanti volontari che si dedicano ai più bisognosi.
Il Papa nel suo Messaggio per la Giornata dei Poveri afferma: “La speranza cristiana include la certezza che la nostra preghiera giunga fino a Dio; ma non ogni preghiera, bensì quella del povero”.
“È importante – dichiara don Orazio Tornabene, direttore Caritas diocesana – riflettere sul significato delle parole scelte da Papa Francesco che ci aiutano a comprendere chi sono i poveri e a riconoscere le diverse forme di povertà che spesso restano invisibili ai nostri occhi”.
La missione evangelizzatrice, oggi, passa anche attraverso il riconoscimento delle “povertà” presenti nelle comunità parrocchiali: “Quanti vivono veramente l’esperienza di una comune chiamata? Quanto ci sentiamo fratelli e sorelle, membri di una stessa comunità?
Continua don Orazio: “Riconosciamo la nostra povertà spirituale davanti a Dio così da essere in grado di elevare preghiere autentiche, vissute nel profondo dell’anima”.
Il Papa, infatti, ribadisce che “la preghiera trova nella carità, che si fa incontro e vicinanza, la verifica della propria autenticità. Se la preghiera non si traduce in agire concreto è vana; infatti «la fede senza le opere è morta» (Gc 2,26). Tuttavia, la carità senza preghiera rischia di diventare filantropia che presto si esaurisce”.
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