Connect with us

ATTUALITÀ

Catania: prorogati al 15 gennaio gli screening per i rientri in Sicilia

CATANIA – Con Ordinanza contingibile e urgente del Presidente della Regione Siciliana del 5 gennaio, è stata prorogata al 15 gennaio la campagna di screening per Covid-19 per i cittadini rientrati sul territorio.

A tal fine rimangono attivi, in provincia, i cinque punti dedicati:

  • Terminal C Aeroporto
  • Porto
  • drive-in “ex Mercato Ortofrutticolo”
  • drive-in “PTA San Giorgio”
  • drive-in “PTA San Luigi”

I tre drive-in saranno operativi da lunedì a domenica, dalle ore 8.00 alle ore 20.00.

Si ribadisce altresì che secondo le disposizioni dell’Ordinanza n. 64 del Presidente della Regione Siciliana e della citata Ordinanza n. 5, che proroga l’efficacia della prima, chiunque arrivi in Sicilia dovrà registrarsi sul portale www.siciliacoronavirus.it ed essere in possesso dell’esito negativo del tampone molecolare effettuato nelle ultime 48 ore.

Sono esclusi i pendolari e coloro che si siano allontanati dall’Isola, nei giorni immediatamente antecedenti, per recarsi nel territorio nazionale per un periodo inferiore a quattro giorni.

I passeggeri che risulteranno positivi al test antigenico saranno isolati in un’apposita stanza e sottoposti a tampone molecolare, il cui esito sarà comunicato nel giro di poco tempo. In caso di positività confermata, il passeggero sarà preso in carico dall’Asp.

Qualora la persona che fa rientro non abbia potuto sottoporsi al tampone molecolare ha diverse opzioni:

  • può recarsi presso le postazioni drive-in dell’ex Mercato Ortofrutticolo, del PTA San Luigi o del PTA San Giorgio per sottoporsi al tampone rapido antigenico. In caso di esito positivo verranno adottate le procedure previste per i soggetti Covid-19 positivi, con ripetizione del tampone molecolare. In caso di esito negativo, il soggetto potrà recarsi al domicilio, con la raccomandazione di mantenere i dispositivi di protezione individuale, evitare i contatti con soggetti terzi e sottoporsi nuovamente a tampone antigenico dopo cinque giorni.
  • recarsi presso un laboratorio autorizzato e sottoporsi al tampone molecolare, a proprie spese, con l’obbligo per la struttura stessa di darne comunicazione al Dipartimento di Prevenzione dell’Asp.

Chi non intende seguire nessuna delle precedenti procedure ha l’obbligo di porsi in isolamento fiduciario per 10 giorni, presso il proprio domicilio dandone comunicazione al proprio medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta ovvero all’Asp di pertinenza (a tal fine i cittadini potranno consegnare l’apposito modulo di autocertificazione al personale presente nelle postazioni dedicate).

ATTUALITÀ

Giornata mondiale senza tabacco, risultati indagini ISS: un italiano su quattro fuma

La lotta al fumo di sigaretta ha portato a notevoli risultati, ma non è ancora abbastanza: in Italia, la maggioranza degli adulti tra i 18 e i 69 anni non fuma (59%) o ha smesso di fumare (17%), ma un italiano su quattro è ancora un fumatore (24%).

E questa percentuale cresce tra i giovani: il 30,2% usa almeno un prodotto tra sigaretta tradizionale, tabacco riscaldato o sigaretta elettronica, e sempre in questa fascia di età raddoppia il policonsumo, ovvero l’utilizzo contemporaneo di diversi prodotti, che si attesta al 62,4%, rispetto a un precedente 38,7%.

E’ la fotografia che emerge da due diverse indagini dell’Istituto superiore di sanità (Iss) rese note in occasione della Giornata mondiale senza tabacco del 31 maggio.

Le ricerche registrano anche un calo netto del numero dei centri antifumo.

A preoccupare è, dunque, soprattutto il consumo tra i giovani, come emerge da un’indagine Iss tra gli studenti nell’anno 2023-2024 su un campione di 6012 ragazzi. Circa uno studente su tre tra i 14 e i 17 anni (30,2%) ha fatto uso di un prodotto a base di tabacco o nicotina negli ultimi 30 giorni, tra sigarette tradizionali, elettroniche e tabacco riscaldato. Tra le ragazze il consumo è leggermente maggiore. Quasi raddoppia rispetto al 2022 in questa fascia d’età il policonsumo, cioè l’utilizzo contemporaneo di questi prodotti, che si attesta al 62,4%, rispetto a un precedente 38,7%. L’età del primo contatto con la nicotina si attesta tra i 13 e i 14 anni. Inoltre, non appaiono esservi stretti controlli sull’età al momento dell’acquisto, tanto che la maggior parte dei ragazzi intervistati afferma di aver acquistato personalmente i prodotti al bar o dal tabaccaio. In circa un caso su tre i genitori sono a conoscenza del fatto che i ragazzi utilizzano un prodotto a base di tabacco o nicotina e sembrano tollerare maggiormente l’utilizzo dei nuovi prodotti rispetto alla sigaretta tradizionale. Ma i rischi non sono da sottovalutare.

La riduzione dei fumatori registrata negli ultimi 15 anni coinvolge tuttavia tutte le fasce di età e sia uomini che donne, ma fra queste ultime la riduzione risulta più lenta e il risultato è che oggi le donne hanno in parte eroso il vantaggio che avevano sugli uomini. Il fumo resta più frequente fra gli uomini rispetto alle donne (28% contro 21%) e riguarda molto di più le persone con difficoltà economiche, bassa istruzione e le Regioni del Centro-Sud, come Umbria e Campania. C’è inoltre una riduzione costante della quota di chi utilizza esclusivamente sigarette tradizionali (dal 25% del 2014 al 20% del 2023) a favore di un aumento di coloro che utilizzano sia sigarette che dispositivi elettronici.

Per aiutare a smettere, è attivo anche il Telefono verde Iss sul fumo: in 20 anni oltre 110mila le telefonate gestite. Di contro, nel 2023 i centri antifumo sul territorio sono 223, in calo rispetto all’anno precedente (241). La Regione con un maggior numero di centri è il Piemonte con 31.

Continua a leggere

ATTUALITÀ

Cyber security: registrato un aumento del 35% delle minacce rivolte ai bambini e ai genitori

In occasione della Giornata Mondiale dei Bambini, gli esperti di sicurezza di Kaspersky hanno analizzato le minacce cyber rivolte ai minori.

Stando alle più recenti indagini, solo nel 2024 sono cresciute del 35% le campagne hacker che sfruttano marchi noti ai più piccoli, con l’interno di ingannare loro e i genitori.

Un esempio fornito da Kaspersky è la tendenza a creare email di phishing, ossia farlocche che spingono a cliccare su siti malevoli o ad aprire file corrotti, con oggetto e contenuto a tema Minecraft, Roblox, Lego, Disney e molti altri. Dalla ricerca condotta sulla base di parole chiave, è emerso che il numero di tentativi di attacco è aumentato a due cifre, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, da gennaio a marzo 2024 sono stati rilevati quasi 1,3 milioni di attività di violazione, camuffate da argomenti popolari tra i ragazzi. Nel 2023 erano stati registrati 936.840 tentativi.

Secondo i dati di Kaspersky, le minacce perpetrate via computer superano quelle rivolte specificamente ai dispositivi mobili, con un rapporto del 98,7% contro l’1,3%. Nel primo caso, i criminali provano a raccogliere dati di carte di credito attraverso messaggi di posta costruiti ad-hoc. Riguardo ai dispositivi mobili invece, il grosso delle operazioni si concentra nel portare le persone a scaricare app e giochi infetti, che possono leggere le informazioni su smartphone e tablet, inviandole poi a centri operativi degli hacker. Una soluzione, per gli esperti, è installare un antivirus, che possa scansionare periodicamente computer e telefonini, alla ricerca di criticità e minacce. 

Continua a leggere

ATTUALITÀ

Internet verso la scomparsa: nel decennio 2013-2023 sparite il 38% delle pagine web

A tutti, almeno una volta nella vita, sarà capitato di navigare online e imbattersi nel messaggio “errore 404”, forse cercando un vecchio forum o una notizia da un sito di informazione o di servizio.

Nella maggior parte dei casi sono link cancellati o spostati, a dimostrazione che anche Internet non dura per sempre.

In dieci anni quasi il 40% delle pagine web non sono più accessibili, un effetto “decadimento digitale” per cui grandi quantità di notizie stanno svanendo dall’immenso archivio della vita moderna.

A far emergere le informazioni è un’analisi del Pew Research Center che ha raccolto campioni di quasi un milione di pagine web dal 2013 al 2023. Il fenomeno è trasversale e si verifica in spazi online diversi, dai collegamenti sui siti istituzionali a quelli di notizie, da Wikipedia ai social media. Secondo il centro studi americano in dieci anni è scomparso il 38% delle pagine web, quasi 4 su 10, e non sono più disponibili persino le pagine più recenti, per esempio l’8% di quelle esistenti nel 2023.

Quasi un quarto di tutti gli articoli di notizie sul web, il 23%, contiene almeno un collegamento morto anche sui siti più trafficati.

Inoltre, circa il 23% delle pagine di notizie include almeno un collegamento non funzionante, il 21% dei siti web governativi e il 54% delle pagine di Wikipedia include nei propri riferimenti un collegamento che non esiste più.

La perdita di informazioni è evidente anche sui social media. Quasi un quinto di tutti i post su X, l’ex Twitter, erano inaccessibili pochi mesi dopo la loro pubblicazione. Nel 60% dei casi, il profilo che ha pubblicato il post è diventato privato, sospeso o cancellato del tutto dalla piattaforma. E in alcune lingue il fenomeno è più evidente, forse per effetto della censura: ad esempio oltre il 40% dei tweet scritti in turco o arabo non sono più visibili a tre mesi dalla pubblicazione. Insomma, d’ora in poi se si legge qualcosa su Internet che si vuole conservare vale la pena salvarla sul proprio computer perchè potrebbe non essere più rintracciabile.

Continua a leggere

Notizie più lette