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ATTUALITÀ

Rapine, lesioni e droga: sfilza di arresti a Catania – FOTO e NOMI

CATANIA – Nell’ambito dell’attività volta al rintraccio di soggetti destinatari di provvedimenti restrittivi, nei giorni scorsi la polizia di Stato ha eseguito ordini di esecuzione per la carcerazione disposti dall’autorità giudiziaria.

In particolare, personale della Squadra Mobile – Squadra “Catturandi” ha arrestato:

  • Mirko Ventaloro, 30 anni, pregiudicato, destinatario di ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare, emesso lo scorso 8 novembre dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Catania – Ufficio Esecuzioni Penali, dovendo espiare la pena di 1 anni, 6 mesi e 8 giorni di reclusione, per il reato di resistenza a pubblico ufficiale;
  • Salvatore Giuliano Consolo, 23 anni, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso lo scorso 9 novembre dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Catania – Ufficio Esecuzioni Penali, dovendo espiare la pena di 6 mesi di reclusione, per il reato di furto;
  • Luca Palla, 39 anni e nato a Catania, residente in via Tindari n. 23, pregiudicato, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso lo scorso 14 novembre dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni Penali, dovendo espiare la pena di 4 anni e 6 mesi di reclusione, per il reato di rapina;
  • Vincenzo Salamone, 36 anni, destinatario di ordine di esecuzione per espiazione della pena in regime di detenzione domiciliare , emesso lo scorso 8 novembre dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Gela – Ufficio Esecuzioni Penali, dovendo espiare la pena di 4 mesi di reclusione, per il reato di resistenza a pubblico ufficiale;
  • Valery Aleksandrov Stoianov, 50 anni, destinatario di M.A.E., emesso il 26 settembre 2017 dall’autorità giudiziaria di Razlong (Bulgaria) dovendo espiare la pena di 1 anni e 6 mesi di reclusione per il reato di furto aggravato e danneggiamento;
  • Salvatore Lanzafame, 39 anni, pregiudicato, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso lo scorso 16 novembre dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni Penali, dovendo espiare la pena di 2 anni e 2 mesi di reclusione, per reati in materia di stupefacenti;
  • Francesco Patanè, 49 anni, pregiudicato, in atto agli arresti domiciliari,ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso lo scorso 18 novembre dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni Penali, dovendo espiare la pena di 3 anni e 8 mesi di reclusione, per reati di rapina aggravata in concorso e lesioni;
  • Ismailai Njie, 19 anni, in esecuzione a ordinanza di Misura Cautelare in Carcere, emessa in data lo scorso 8 luglio dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna – Ufficio G.I.P. in quanto ritenuto responsabile di inosservanza alle prescrizione previste dal divieto di dimora;
  • John Branier Nicotra, 37 anni, destinatario di ordine di esecuzione per espiazione presso il domicilio delle pene detentive, emesso in data lo scorso 25 novembre dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni Penali, dovendo espiare la pena di 4 mesi e 20 giorni di reclusione, per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali;
  • Antonino Nicolosi, 60 anni, pregiudicato, in atto agli arresti domiciliari, ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso lo scorso 26 novembre dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Catania – Ufficio Esecuzioni Penali, dovendo espiare la pena di 6 anni e 8 mesi di reclusione, per reati di rapina e ricettazione;
  • Stefano Bonnici, 43 anni, pregiudicato, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso lo scorso 26 novembre dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Catania – Ufficio Esecuzioni Penali, dovendo espiare la pena di 4 anni e 15 giorni di reclusione, per reati in materia di stupefacenti.

ATTUALITÀ

Giornata mondiale senza tabacco, risultati indagini ISS: un italiano su quattro fuma

La lotta al fumo di sigaretta ha portato a notevoli risultati, ma non è ancora abbastanza: in Italia, la maggioranza degli adulti tra i 18 e i 69 anni non fuma (59%) o ha smesso di fumare (17%), ma un italiano su quattro è ancora un fumatore (24%).

E questa percentuale cresce tra i giovani: il 30,2% usa almeno un prodotto tra sigaretta tradizionale, tabacco riscaldato o sigaretta elettronica, e sempre in questa fascia di età raddoppia il policonsumo, ovvero l’utilizzo contemporaneo di diversi prodotti, che si attesta al 62,4%, rispetto a un precedente 38,7%.

E’ la fotografia che emerge da due diverse indagini dell’Istituto superiore di sanità (Iss) rese note in occasione della Giornata mondiale senza tabacco del 31 maggio.

Le ricerche registrano anche un calo netto del numero dei centri antifumo.

A preoccupare è, dunque, soprattutto il consumo tra i giovani, come emerge da un’indagine Iss tra gli studenti nell’anno 2023-2024 su un campione di 6012 ragazzi. Circa uno studente su tre tra i 14 e i 17 anni (30,2%) ha fatto uso di un prodotto a base di tabacco o nicotina negli ultimi 30 giorni, tra sigarette tradizionali, elettroniche e tabacco riscaldato. Tra le ragazze il consumo è leggermente maggiore. Quasi raddoppia rispetto al 2022 in questa fascia d’età il policonsumo, cioè l’utilizzo contemporaneo di questi prodotti, che si attesta al 62,4%, rispetto a un precedente 38,7%. L’età del primo contatto con la nicotina si attesta tra i 13 e i 14 anni. Inoltre, non appaiono esservi stretti controlli sull’età al momento dell’acquisto, tanto che la maggior parte dei ragazzi intervistati afferma di aver acquistato personalmente i prodotti al bar o dal tabaccaio. In circa un caso su tre i genitori sono a conoscenza del fatto che i ragazzi utilizzano un prodotto a base di tabacco o nicotina e sembrano tollerare maggiormente l’utilizzo dei nuovi prodotti rispetto alla sigaretta tradizionale. Ma i rischi non sono da sottovalutare.

La riduzione dei fumatori registrata negli ultimi 15 anni coinvolge tuttavia tutte le fasce di età e sia uomini che donne, ma fra queste ultime la riduzione risulta più lenta e il risultato è che oggi le donne hanno in parte eroso il vantaggio che avevano sugli uomini. Il fumo resta più frequente fra gli uomini rispetto alle donne (28% contro 21%) e riguarda molto di più le persone con difficoltà economiche, bassa istruzione e le Regioni del Centro-Sud, come Umbria e Campania. C’è inoltre una riduzione costante della quota di chi utilizza esclusivamente sigarette tradizionali (dal 25% del 2014 al 20% del 2023) a favore di un aumento di coloro che utilizzano sia sigarette che dispositivi elettronici.

Per aiutare a smettere, è attivo anche il Telefono verde Iss sul fumo: in 20 anni oltre 110mila le telefonate gestite. Di contro, nel 2023 i centri antifumo sul territorio sono 223, in calo rispetto all’anno precedente (241). La Regione con un maggior numero di centri è il Piemonte con 31.

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Cyber security: registrato un aumento del 35% delle minacce rivolte ai bambini e ai genitori

In occasione della Giornata Mondiale dei Bambini, gli esperti di sicurezza di Kaspersky hanno analizzato le minacce cyber rivolte ai minori.

Stando alle più recenti indagini, solo nel 2024 sono cresciute del 35% le campagne hacker che sfruttano marchi noti ai più piccoli, con l’interno di ingannare loro e i genitori.

Un esempio fornito da Kaspersky è la tendenza a creare email di phishing, ossia farlocche che spingono a cliccare su siti malevoli o ad aprire file corrotti, con oggetto e contenuto a tema Minecraft, Roblox, Lego, Disney e molti altri. Dalla ricerca condotta sulla base di parole chiave, è emerso che il numero di tentativi di attacco è aumentato a due cifre, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, da gennaio a marzo 2024 sono stati rilevati quasi 1,3 milioni di attività di violazione, camuffate da argomenti popolari tra i ragazzi. Nel 2023 erano stati registrati 936.840 tentativi.

Secondo i dati di Kaspersky, le minacce perpetrate via computer superano quelle rivolte specificamente ai dispositivi mobili, con un rapporto del 98,7% contro l’1,3%. Nel primo caso, i criminali provano a raccogliere dati di carte di credito attraverso messaggi di posta costruiti ad-hoc. Riguardo ai dispositivi mobili invece, il grosso delle operazioni si concentra nel portare le persone a scaricare app e giochi infetti, che possono leggere le informazioni su smartphone e tablet, inviandole poi a centri operativi degli hacker. Una soluzione, per gli esperti, è installare un antivirus, che possa scansionare periodicamente computer e telefonini, alla ricerca di criticità e minacce. 

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Internet verso la scomparsa: nel decennio 2013-2023 sparite il 38% delle pagine web

A tutti, almeno una volta nella vita, sarà capitato di navigare online e imbattersi nel messaggio “errore 404”, forse cercando un vecchio forum o una notizia da un sito di informazione o di servizio.

Nella maggior parte dei casi sono link cancellati o spostati, a dimostrazione che anche Internet non dura per sempre.

In dieci anni quasi il 40% delle pagine web non sono più accessibili, un effetto “decadimento digitale” per cui grandi quantità di notizie stanno svanendo dall’immenso archivio della vita moderna.

A far emergere le informazioni è un’analisi del Pew Research Center che ha raccolto campioni di quasi un milione di pagine web dal 2013 al 2023. Il fenomeno è trasversale e si verifica in spazi online diversi, dai collegamenti sui siti istituzionali a quelli di notizie, da Wikipedia ai social media. Secondo il centro studi americano in dieci anni è scomparso il 38% delle pagine web, quasi 4 su 10, e non sono più disponibili persino le pagine più recenti, per esempio l’8% di quelle esistenti nel 2023.

Quasi un quarto di tutti gli articoli di notizie sul web, il 23%, contiene almeno un collegamento morto anche sui siti più trafficati.

Inoltre, circa il 23% delle pagine di notizie include almeno un collegamento non funzionante, il 21% dei siti web governativi e il 54% delle pagine di Wikipedia include nei propri riferimenti un collegamento che non esiste più.

La perdita di informazioni è evidente anche sui social media. Quasi un quinto di tutti i post su X, l’ex Twitter, erano inaccessibili pochi mesi dopo la loro pubblicazione. Nel 60% dei casi, il profilo che ha pubblicato il post è diventato privato, sospeso o cancellato del tutto dalla piattaforma. E in alcune lingue il fenomeno è più evidente, forse per effetto della censura: ad esempio oltre il 40% dei tweet scritti in turco o arabo non sono più visibili a tre mesi dalla pubblicazione. Insomma, d’ora in poi se si legge qualcosa su Internet che si vuole conservare vale la pena salvarla sul proprio computer perchè potrebbe non essere più rintracciabile.

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