Connect with us

ATTUALITÀ

Catania: spaccio di droga al “Tondicello”, colpo al clan Cappello-Carateddi (NOMI, FOTO e VIDEO)

CATANIA – La Polizia di Stato, su delega di questa Direzione Distrettuale Antimafia, ha eseguito in data 12 dicembre 2019 dei decreti di fermo emessi dal PM a carico di 21 soggetti in relazione ai delitti di associazione di stampo mafioso per uno di essi, nonché per tutti in relazione al delitto di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marjuana, delitti aggravati dal fine di agevolare il clan “Cappello/Carateddi”. Contestualmente alla convalida dei fermi, questo Ufficio richiedeva altresì l’applicazione di 25 misure cautelari, richiesta che il GIP di Catania, in data 15 dicembre 2019, all’esito degli interrogatori dei soggetti arrestati, accoglieva, ordinando l’applicazione di 23 misure di custodia in carcere e 2 misure cautelari degli arresti domiciliari, una con l’applicazione del braccialetto elettronico ed uno presso una comunità di recupero.

L’indagine, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia ed avviata nel settembre del 2018 dalla Squadra Mobile di Catania, ha avuto quale suo obiettivo quello di monitorare una delle “piazze di spaccio” storiche quartiere di San Cristoforo, ovvero la “piazza di spaccio” di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana, ubicata in questa piazza Caduti del mare, zona comunemente denominata “Tondicello della Plaja”, da sempre roccaforte del clan mafioso Cappello – Bonaccorsi.

Nel corso dell’attività d’indagine sono stati acquisiti elementi certi in relazione alla esistenza di un sodalizio ben organizzato, strutturato in due sottogruppi, che gestiva con regolarità e costanza lo spaccio di stupefacente del tipo marijuana e cocaina con un forte controllo sul territorio, perfetta distribuzione di compiti tra pusher, vedette e custodi dello stupefacente, ma anche con una estrema fungibilità dei ruoli a seconda delle necessità del momento. Gli acquirenti, al secondo del tipo di richiesta avanzata, venivano prontamente indirizzati al gruppo che meglio poteva soddisfarne le esigenze.

La “piazza di spaccio” era organizzata su due turni di spaccio; un primo turno dalle ore 14:00 alle ore 21:00 ed un secondo turno dalle ore 21:00 alle 06:00, durante i quali si registravano, per ciascun turno, circa 250 cessioni di sostanza stupefacente.

Durante l’attività di spaccio il gruppo criminale, al fine di scongiurare i controlli di polizia, oltre a servirsi di un sistema di sorveglianza ben congegnato attraverso il controllo dei punti nevralgici della piazza, utilizzava diversi luoghi per occultare le sostanze stupefacenti; in particolare  la sostanza stupefacente del tipo cocaina veniva occultata, in parte, presso il chiosco Belvedere sito in via Della Concordia numero 20, mentre la sostanza stupefacente del tipo marijuana veniva in parte occultata all’interno dell’agenzia di scommesse Redstore ubicata in via Della Concordia n.24, nonché, in parte, nelle aiuole antistanti ai due esercizi commerciali e  presso alcuni ruderi ubicati in via Fiducia, prossima agli esercizi commerciali sopra menzionati e completamente controllata dai sodali. Inoltre, a seguito di alcuni sequestri di sostanza stupefacente effettuati dalla Polizia di Stato presso i luoghi teatro di spaccio, i sodali decidevano di utilizzare le abitazioni di Maria Grillo, Davide Strano e Agatino Strano (questi ultimi due già in regime di arresti domiciliari per altra causa) quale luogo di custodia della sostanza stupefacente, approvvigionandosi dello stupefacente in singole dosi.

Pertanto la Procura Distrettuale Antimafia ha disposto, altresì, il sequestro penale preventivo del chiosco Belvedere e dell’agenzia di scommesse Redstore i cui gestori sono stati arrestati, poiché ritenuti membri dell’associazione criminale.

In particolare, il chiosco Belvedere, è intestato alla moglie di Nunzio La Torre, ritenuto, quest’ultimo, il capo dell’associazione criminale che gestiva la “piazza di spaccio”, nell’ambito del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi di cui Nunzio La Torre si ritiene essere membro, avendo fra l’altro corrisposto costantemente ed almeno dal 2010 al clan predetto una somma mensile oscillante dai 2.000 agli 8.000 euro, destinata prevalentemente al mantenimento dei sodali in carcere, con particolare riguardo a quelli che storicamente hanno rivestito al suo interno un ruolo apicale, come Ignazio Bonaccorsi u carateddu.

L’esercizio commerciale “Redstore” era gestito da Michael Lazzara il quale, anche in orari notturni e allorquando l’esercizio commerciale era chiuso al pubblico, consentiva l’accesso di alcuni sodali all’interno dello stesso al fine di prelevare le dosi destinate allo smercio, alcune delle quali cedute anche dal balconcino dello stesso Redstore in favore di alcuni acquirenti. I proventi illeciti della “piazza di spaccio” oscillavano tra i 7.000 e gli 8.000 euro giornalieri.

Durante l’attività di indagine, gli investigatori sono riusciti a piazzare videocamere all’interno della piazza di spaccio riprendendo, per circa 5 mesi, il fiorente traffico di stupefacenti e ottenendo prove certe in ordine alla responsabilità delle persone indagate; è stata altresì accertato come l’attività criminosa in questione venisse espletata sia con l’ausilio di minori che ai danni di minori, disponendosi di immagini che testimoniano anche la cessione di sostanza stupefacente a soggetti sicuramente infradiciottenni.

I tempi di intervento sono stati particolarmente brevi in attuazione di un consolidato protocollo di indagini seguito dalla Direzione Distrettuale Antimafia per contrastare il fenomeno delle piazze di spaccio a Catania, ove si consideri che le attività di videoripresa sono state concluse nel febbraio 2019 e che ulteriori riscontri all’illecita attività illecita sono stati acquisiti sino al novembre 2019.

Giova rilevare come proprio in occasione di un recente controllo di polizia effettuato presso la piazza del “Tondicello della Plaja” nei confronti di Francesco Emanuel Grillo, Sebastiano La Torre, Maria Grillo (questi ultimi tratti in arresto nella presente indagine), ZAGAME Nicolò (quest’ultimo genero di Sebastiano Lo Giudice, capo storico del Clan Cappello/Carateddi oggi detenuto al regime di cui all’art. 41 bis O.P.), unitamente ad un elevato numero di altri soggetti presenti sul territorio, abbiano posto in essere una gravissima condotta di violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale trasmodata peraltro nel tentato omicidio di un poliziotto, in relazione al quale, in data 3 dicembre 2019, l’Ufficio di Procura emetteva un decreto di fermo a carico di Sebastiano La Torre per il delitto di tentato omicidio, nonché richiedeva ed otteneva dal Giudice per le Indagini Preliminari di Catania, l’applicazione di misure cautelari nei confronti di Rosaria Di Domenico (moglie di Nunzio La Torre), Maria Grillo, Nicolò Zagame e Michael La Torre (quest’ultimo fratello di Sebastiano La Torre), per i delitti di lesioni personali, violenza, minaccia e resistenza aggravata a Pubblico Ufficiale, in quanto commessa da numerose persone che accerchiavano gli operatori di polizia.

ATTUALITÀ

Giornata mondiale senza tabacco, risultati indagini ISS: un italiano su quattro fuma

La lotta al fumo di sigaretta ha portato a notevoli risultati, ma non è ancora abbastanza: in Italia, la maggioranza degli adulti tra i 18 e i 69 anni non fuma (59%) o ha smesso di fumare (17%), ma un italiano su quattro è ancora un fumatore (24%).

E questa percentuale cresce tra i giovani: il 30,2% usa almeno un prodotto tra sigaretta tradizionale, tabacco riscaldato o sigaretta elettronica, e sempre in questa fascia di età raddoppia il policonsumo, ovvero l’utilizzo contemporaneo di diversi prodotti, che si attesta al 62,4%, rispetto a un precedente 38,7%.

E’ la fotografia che emerge da due diverse indagini dell’Istituto superiore di sanità (Iss) rese note in occasione della Giornata mondiale senza tabacco del 31 maggio.

Le ricerche registrano anche un calo netto del numero dei centri antifumo.

A preoccupare è, dunque, soprattutto il consumo tra i giovani, come emerge da un’indagine Iss tra gli studenti nell’anno 2023-2024 su un campione di 6012 ragazzi. Circa uno studente su tre tra i 14 e i 17 anni (30,2%) ha fatto uso di un prodotto a base di tabacco o nicotina negli ultimi 30 giorni, tra sigarette tradizionali, elettroniche e tabacco riscaldato. Tra le ragazze il consumo è leggermente maggiore. Quasi raddoppia rispetto al 2022 in questa fascia d’età il policonsumo, cioè l’utilizzo contemporaneo di questi prodotti, che si attesta al 62,4%, rispetto a un precedente 38,7%. L’età del primo contatto con la nicotina si attesta tra i 13 e i 14 anni. Inoltre, non appaiono esservi stretti controlli sull’età al momento dell’acquisto, tanto che la maggior parte dei ragazzi intervistati afferma di aver acquistato personalmente i prodotti al bar o dal tabaccaio. In circa un caso su tre i genitori sono a conoscenza del fatto che i ragazzi utilizzano un prodotto a base di tabacco o nicotina e sembrano tollerare maggiormente l’utilizzo dei nuovi prodotti rispetto alla sigaretta tradizionale. Ma i rischi non sono da sottovalutare.

La riduzione dei fumatori registrata negli ultimi 15 anni coinvolge tuttavia tutte le fasce di età e sia uomini che donne, ma fra queste ultime la riduzione risulta più lenta e il risultato è che oggi le donne hanno in parte eroso il vantaggio che avevano sugli uomini. Il fumo resta più frequente fra gli uomini rispetto alle donne (28% contro 21%) e riguarda molto di più le persone con difficoltà economiche, bassa istruzione e le Regioni del Centro-Sud, come Umbria e Campania. C’è inoltre una riduzione costante della quota di chi utilizza esclusivamente sigarette tradizionali (dal 25% del 2014 al 20% del 2023) a favore di un aumento di coloro che utilizzano sia sigarette che dispositivi elettronici.

Per aiutare a smettere, è attivo anche il Telefono verde Iss sul fumo: in 20 anni oltre 110mila le telefonate gestite. Di contro, nel 2023 i centri antifumo sul territorio sono 223, in calo rispetto all’anno precedente (241). La Regione con un maggior numero di centri è il Piemonte con 31.

Continua a leggere

ATTUALITÀ

Cyber security: registrato un aumento del 35% delle minacce rivolte ai bambini e ai genitori

In occasione della Giornata Mondiale dei Bambini, gli esperti di sicurezza di Kaspersky hanno analizzato le minacce cyber rivolte ai minori.

Stando alle più recenti indagini, solo nel 2024 sono cresciute del 35% le campagne hacker che sfruttano marchi noti ai più piccoli, con l’interno di ingannare loro e i genitori.

Un esempio fornito da Kaspersky è la tendenza a creare email di phishing, ossia farlocche che spingono a cliccare su siti malevoli o ad aprire file corrotti, con oggetto e contenuto a tema Minecraft, Roblox, Lego, Disney e molti altri. Dalla ricerca condotta sulla base di parole chiave, è emerso che il numero di tentativi di attacco è aumentato a due cifre, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, da gennaio a marzo 2024 sono stati rilevati quasi 1,3 milioni di attività di violazione, camuffate da argomenti popolari tra i ragazzi. Nel 2023 erano stati registrati 936.840 tentativi.

Secondo i dati di Kaspersky, le minacce perpetrate via computer superano quelle rivolte specificamente ai dispositivi mobili, con un rapporto del 98,7% contro l’1,3%. Nel primo caso, i criminali provano a raccogliere dati di carte di credito attraverso messaggi di posta costruiti ad-hoc. Riguardo ai dispositivi mobili invece, il grosso delle operazioni si concentra nel portare le persone a scaricare app e giochi infetti, che possono leggere le informazioni su smartphone e tablet, inviandole poi a centri operativi degli hacker. Una soluzione, per gli esperti, è installare un antivirus, che possa scansionare periodicamente computer e telefonini, alla ricerca di criticità e minacce. 

Continua a leggere

ATTUALITÀ

Internet verso la scomparsa: nel decennio 2013-2023 sparite il 38% delle pagine web

A tutti, almeno una volta nella vita, sarà capitato di navigare online e imbattersi nel messaggio “errore 404”, forse cercando un vecchio forum o una notizia da un sito di informazione o di servizio.

Nella maggior parte dei casi sono link cancellati o spostati, a dimostrazione che anche Internet non dura per sempre.

In dieci anni quasi il 40% delle pagine web non sono più accessibili, un effetto “decadimento digitale” per cui grandi quantità di notizie stanno svanendo dall’immenso archivio della vita moderna.

A far emergere le informazioni è un’analisi del Pew Research Center che ha raccolto campioni di quasi un milione di pagine web dal 2013 al 2023. Il fenomeno è trasversale e si verifica in spazi online diversi, dai collegamenti sui siti istituzionali a quelli di notizie, da Wikipedia ai social media. Secondo il centro studi americano in dieci anni è scomparso il 38% delle pagine web, quasi 4 su 10, e non sono più disponibili persino le pagine più recenti, per esempio l’8% di quelle esistenti nel 2023.

Quasi un quarto di tutti gli articoli di notizie sul web, il 23%, contiene almeno un collegamento morto anche sui siti più trafficati.

Inoltre, circa il 23% delle pagine di notizie include almeno un collegamento non funzionante, il 21% dei siti web governativi e il 54% delle pagine di Wikipedia include nei propri riferimenti un collegamento che non esiste più.

La perdita di informazioni è evidente anche sui social media. Quasi un quinto di tutti i post su X, l’ex Twitter, erano inaccessibili pochi mesi dopo la loro pubblicazione. Nel 60% dei casi, il profilo che ha pubblicato il post è diventato privato, sospeso o cancellato del tutto dalla piattaforma. E in alcune lingue il fenomeno è più evidente, forse per effetto della censura: ad esempio oltre il 40% dei tweet scritti in turco o arabo non sono più visibili a tre mesi dalla pubblicazione. Insomma, d’ora in poi se si legge qualcosa su Internet che si vuole conservare vale la pena salvarla sul proprio computer perchè potrebbe non essere più rintracciabile.

Continua a leggere

Notizie più lette